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LIBRA, scopriamo insieme la nuova moneta virtuale di Facebook

Libra
Contenuto curato da Massimo Chioni

La novità è di quelle che non passano inosservate: la sfida di Facebook di creare una moneta virtuale è destinata a trasformare il social network in una vera e propria banca. Il nome scelto per la criptovaluta è Libra, e a realizzarla è un consorzio che vede l'azienda di Mark Zuckerberg a capo di un nutrito assortimento di grandi nomi del settore della finanza e non solo. Gli addetti ai lavori hanno già parlato di rivoluzione, e in effetti balza subito all'occhio la grande differenza con tutte le altre monete virtuali nate fino a questo momento: Facebook, infatti, può contare su più di 2 miliardi di utenti. Ciò vuol dire che per la prima volta al mondo si potrebbe dare il via a una valuta che, pur in assenza dell'intervento di una banca centrale, possa essere accettata da tutti in tutto il mondo.

La nuova moneta virtuale di Facebook

Prima di provare a capire quali pericoli potrebbero essere corsi dagli utenti e dagli iscritti al social network, vale la pena di sapere qualche cosa in più a proposito di Libra, che nasce come moneta virtuale che si basa su una blockchain originale. Quest'ultima viene gestita tramite un'associazione che per il momento accoglie 28 soggetti: Facebook, ovviamente, ma anche altre realtà del settore tecnologico, del mondo del business o della finanza. Il traguardo nemmeno tanto nascosto è quello di generare un sistema finanziario su scala planetaria a cui possano accedere tutti: ma proprio tutti, inclusi coloro che per il momento non ne fanno parte.

Come avverranno gli scambi di denaro

Gli utenti di Whatsapp e di Messenger avranno la possibilità di scambiarsi denaro in modo immediato tramite un waller digitale, mentre a garantire Libra provvederà una riserva che sarà formata da titoli del debito e valute internazionali: così facendo, il valore beneficerà di una stabilità maggiore. Questo è uno dei motivi per i quali Libra si appresta a diventare espressione dell'economia planetaria, una vera valuta digitale mondiale. La differenza più rilevante rispetto ai bitcoin, cioè le altre criptovalute più conosciute al mondo, riguarda il fatto che la piattaforma di Libra è permissioned, mentre quella dei bitcoin è una blockchain decentralizzata. Da un lato, dunque, una blockchain che è priva di un'autorità centrale, il che vuol dire che tutti hanno la possibilità di diventare nodi della rete; dall'altro lato, con Libra, una realtà in cui sono i membri dell'associazione a fungere da nodi, e quindi spetta a loro la gestione delle regole.

Libra sarà sicuro?

Questo è uno dei tanti aspetti che inducono gli analisti ad avere dei dubbi: se sono i membri dell'associazione che gestiscono le regole, chi garantisce che le stesse non possano essere cambiate da un momento all'altro? Non è possibile sapere se Libra sarà sicura come i bitcoin: questi ultimi, pur criticati e ostracizzati, fino a questo momento hanno rappresentato il sistema più affidabile per trasferire valore tramite la Rete. Gli exchange e i wallet hanno subìto aggressioni da parte di hacker, mentre la blockchain si è sempre dimostrata solida da questo punto di vista.

Come viene controllata una moneta virtuale

Uno degli aspetti più criticati delle criptovalute, e quindi anche dei bitcoin, riguarda la mancanza di una regolamentazione standardizzata e omogenea, al punto che per ora neppure il loro status giuridico è stato definito. Con l'entrata in vigore di Libra le cose dovrebbero cambiare in tal senso, visto che le autorità finanziarie saranno più o meno obbligate a velocizzare i tempi per la creazione di un quadro di regole. Si pensi, giusto per fare un esempio, alla normativa anti-riciclaggio: con un sistema di pagamento come quello approntato da Facebook in teoria per la criminalità si aprirebbero praterie enormi.

Libra è legale?

Le autorità europee devono ancora fornire il proprio placet al servizio: nel caso in cui la moneta virtuale di Facebook dovesse essere qualificata come sistema di pagamento essa non potrebbe sfuggire alle maglie strette della direttiva Psd2. Va detto che Facebook, così come altri colossi della Rete, ha già presentato la richiesta in Europa per la licenza bancaria. La vigilanza Ue si occuperò, dunque, di monitorare tutto il processo.

La questione della stabilità

Il governo della moneta e la vigilanza di stabilità fino a questo momento hanno sempre rappresentato competenze statali. Con Libra è evidente che le regole del gioco cambino, dal momento che si ha a che fare con una valuta senza terra. Si calcola che siano circa 2 miliardi e 400 milioni gli utenti di Facebook distribuiti in tutto il mondo: il social di Zuckerberg è evidentemente uno strumento di comunicazione politica molto importante, oltre che il secondo venditore di pubblicità a livello planetario dopo Google. I gestori, come si è detto, potrebbero decidere di modificare in qualsiasi momento i termini del servizio.

I dubbi

I dubbi e le domande sono infiniti, o quasi: ci si chiede, per esempio, che cosa potrebbe accadere se dovessero nascere altri prodotti regolati su Libra, ma anche se saranno emessi dei titoli, se è prevista la possibilità di fare credito o se le giacenze saranno depositi. Ancora, su Facebook in teoria ci si dovrebbe iscrivere con nome e cognome, ma tutti noi sappiamo che ciò non sempre avviene: questo vuol dire che gli pseudonimi potranno essere utilizzati anche per Libra? E che tipo di controlli saranno predisposti per contrastare e arginare il fenomeno del riciclaggio?

Non solo Facebook

Non bisogna dimenticare che dietro Libra non c'è solo Facebook, ma molti colossi della finanza che hanno in mente di espandere il proprio raggio di azione e che trovano in una nuova moneta virtuale un mezzo utile per riuscirci. Quella che si propone come una rivoluzione è di sicuro un'occasione, che però potrebbe mettere a repentaglio i business tradizionali. Facebook già possiede una mole enorme di dati, probabilmente ineguagliabile, e tali dati si moltiplicheranno quando il social si trasformerà anche in un fornitore di servizi finanziari. Non è esagerato sostenere che negli Stati Uniti c'è un uomo - il signor Zuckerberg - che controlla più o meno 2 miliardi e 400 milioni di persone, o almeno la loro vita privata. Tra poco, anche il loro portafoglio.

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