Il ricorso alle metodologie neuroscientifiche per l'analisi dei processi decisionali degli individui è alla base del neuromarketing: si tratta di una disciplina, che rientra nel contesto della neuroeconomia, che coniuga le scienze comportamentali e cognitive - cioè la psicologia - con la medicina (e, più nello specifico, la neurologia) e con il marketing tradizionale.
Indice
A che cosa serve il neuromarketing
Lo scopo del neuromarketing è quello di identificare e capire che cosa succede a livello cerebrale nelle persone che ricevono gli stimoli innescati dalle pubblicità, dalle marche e dai prodotti, ma anche da parole chiave o da concetti che sono connessi con temi particolari. Ovviamente il fine consiste nell'arrivare a ottimizzare le diverse strategie di marketing tenendo conto dei risultati delle analisi, che vengono effettuate con tecniche di rilevazione dell'attività cerebrale.
L'EGG-Biofeedback
L'EGG-Biofeedback è una delle metodologie a cui si ricorre nell'ambito del neuromarketing: si tratta di una tecnica di rilevazione che fa dell'innovazione il proprio punto di forza e che si dimostra molto accurata in virtù della sua capacità di tracciare le reazioni di carattere emozionale e cognitivo degli individui che prendono parte ai test. Le basi scientifiche sono solide, come dimostrato da applicazioni nel campo della ricerca legale, della ricerca psicologica, della ricerca ergonomica e, più in generale, della ricerca medica. Perché, dunque, si opta per l'EGG-Biofeedback per eseguire delle ricerche di mercato?
Occorre mettere in evidenza, in primo luogo, che tale scelta è piuttosto recente e risale all'inizio del Duemila: con questa metodologia si ha la possibilità di registrare l'attività di elaborazione che avviene in particolari zone del cervello che presiedono l'apprendimento, la capacità di problem solving o l'attività attenzionale. Lo stimolo fornito è costituito da una serie di parole che riguardano i temi della tradizione e dell'innovazione.
Perché il neuromarketing va oltre le indagini di mercato tradizionali
Nelle indagini di mercato normali vengono svolte delle interviste nel corso delle quali i partecipanti sono chiamati a rispondere a parole a specifiche domande: ciò vuol dire che le loro risposte vengono elaborate in funzione di un pensiero razionale. Nel caso delle ricerche di neuromarketing, invece, si fa riferimento alle risposte neurofisiologiche, che non sono altro che reazioni a stimoli specifici. In pratica, tramite le metodologie neuroscientifiche si ha a disposizione una chiave di accesso a una dimensione emozionale, inconscia e profonda che agisce ben oltre la sfera razionale e che si concretizza in seguito alla percezione dello stimolo.
Qual è il ruolo dell'EGG-Biofeedback?
Ci si potrebbe domandare, a questo punto, se l'impiego di metodologie di questo tipo sia in grado di influenzare, in qualche modo, le risposte che vengono fornite dagli individui o se addirittura possa innescare delle forme di manipolazione del pensiero. Si tratta di opzioni che non devono essere prese in considerazione e inesistenti, dal momento che l'EGG-Biofeedback è solo uno strumento che permette di rilevare le attività cerebrali che derivano da stimoli esterni. Ecco perché tale metodologia non può in alcun modo intervenire in maniera diretta sulle decisioni che vengono prese dai soggetti testati né modificare le loro opinioni, anche inconsciamente. Insomma, si ha a che fare semplicemente con un metodo di rilevazione di reazioni.
Un esempio di neuromarketing concreto
Facciamo un esempio concreto per capire pienamente che cosa è il neuromarketing! Come detto, l'EGG-Biofeedback può essere sfruttato per individuare la propensione delle persone a parole o a concetti che hanno a che fare con l'innovazione. Si immagini, per esempio, di leggere un concetto che riguarda gli investimenti in tecnologia: la reazione che si può innescare può essere di rifiuto, di adesione o di semplice indifferenza, a seconda dei casi, e attraverso tale reazione si può avere un'informazione puntuale e dettagliata in relazione alla propensione nei confronti del modello che viene proposto. Una propensione che non deriva da un'analisi razionale o elaborata dal pensiero ma che è profonda, quasi inconscia.