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Tecnica del pomodoro: scopriamo questo metodo di studio

Tecnica del pomodoro - metodo di studio
Contenuto curato da Massimo Chioni

Chi è uno studente e si è qualche volta ritrovato a far ricerche su Internet per scoprire dei metodi di studio efficaci, si sarà quasi certamente imbattuto nella cosiddetta “tecnica del pomodoro”.

Quello della tecnica del pomodoro è un approccio molto noto, perfino Wikipedia vi dedica una pagina, e si fonda su un concetto molto semplice che a breve andremo a scoprire.

Più che un metodo di studio in senso stretto, tuttavia, la tecnica del pomodoro è un modo per motivarsi e per studiare con la dovuta concentrazione, senza distrazioni, e questo può essere un aspetto molto importante soprattutto in un epoca come quella odierna in cui smartphone, computer e quant’altro sia connesso ad Internet tende a catturare l’attenzione con molta facilità.

Cosa occorre per praticare la tecnica del pomodoro

La tecnica del pomodoro fu ideata da Francesco Cirillo negli anni Ottanta e deve questo nome al fatto che egli, per eseguirla, utilizzava un simpatico timer a forma di pomodoro; la scrupolosa misurazione del tempo è infatti uno dei capisaldi di tale tecnica.

Disporre di un timer può essere utile per applicare questa tecnica, ma non è necessario, quel che conta appunto è misurare con precisione lo scorrere dei minuti, anche con un orologio, uno smartphone o altro.

Per rendere ancor più precisa e impattante l’esecuzione di questa tecnica può essere utile procurarsi un foglio di carta dove appuntare i diversi step.

Cosa prevede questa tecnica

Il fondatore di questo metodo conteggiava, nel suo “pomodoro”, 25 minuti, ed è questo il lasso temporale in cui bisogna studiare con la massima concentrazione, senza distrarsi in nessun modo.

Al termine di questi 25 minuti di studio massimale, si possono trascorrere 5 minuti di studio più blando, magari rileggendo gli schemi che si sono realizzati, ricapitolando quanto si è imparato o semplicemente riordinando le proprie idee; tutte attività sicuramente utili, ma che possono essere effettuate con un dispendio di energia mentale sicuramente inferiore.

Ognuna di queste fasi, costituite appunto dai 25 minuti “high intensity” e dai successivi 5 minuti più blandi, rappresentano un “pomodoro”, di conseguenza quando un pomodoro viene concluso può essere disegnato su un foglio; anche un semplice cerchio, ovviamente, va bene, quel che conta è che si abbia un quadro chiaro di quanto svolto dal punto di vista grafico.

Il processo deve ripetersi: dopo il primo pomodoro se ne deve effettuare un altro, quindi 25 minuti ad altissima concentrazione e 5 minuti di studio mentalmente meno impegnativo.

Una volta accumulati diversi “pomodori”, magari 4 o 5, si può prevedere una pausa più consistente, ad esempio mezz’ora in cui si stacca completamente dallo studio.

I principali vantaggi della tecnica del pomodoro

È dunque questa, per grandi linee, la “tecnica del pomodoro”, un approccio che può sicuramente essere fruttuoso e che si basa su idee assolutamente veritiere: da un lato l’importanza di concentrarsi al massimo per studiare in maniera fruttuosa e dall’altro il fatto che la concentrazione non può essere mantenuta sempre ai livelli più alti e ha bisogno delle dovute pause.

Tra i principali “pro” della tecnica del pomodoro vi è il fatto che può essere personalizzata in infiniti modi (c’è chi, ad esempio, preferisce concentrarsi al massimo per lassi temporali più lunghi e fare poi una pausa più lunga) inoltre può essere applicata da qualsiasi studente, a prescindere da quale sia la materia: tale approccio è gettonatissimo dagli studenti universitari, nella preparazione agli esami universitari con Studenti&Docenti, ad esempio, alcuni la suggeriscono ai clienti che fanno fatica a mantenere alta la concentrazione, ma va più che bene anche per chi va a scuola, per chi studia per prepararsi a dei concorsi pubblici e in qualsiasi altro caso.