Probabilmente neanche Satoshi Nakamoto, il leggendario inventore di Bitcoin, si sarebbe immaginato nei suoi sogni più arditi l'immenso successo della sua creatura digitale.
Eppure, il Bitcoin ha davvero conquistato il mondo. Con le sue fasi altalenanti, soprattutto nell'ultimo periodo, dove il tasso di cambio verso una moneta tradizionale come Bitcoin Eur ha subito un crollo importante, la prima valuta digitale inventata al mondo ha rappresentato comunque un modello per tutte le altre che l'hanno seguita.
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Il vero problema del Bitcoin: la velocità
Diciamolo subito: Bitcoin, in termini di architettura software, è un sistema antiquato. Nel corso degli anni, la programmazione della blockchain - il concetto che sta alla base di tutte le criptovalute - è migliorata di diversi ordini di grandezze, soprattutto per quanto riguarda l'ottimizzazione delle "catene di dati" alle diverse transazioni.
Il vero e proprio punto debole delle cripto si annida nella loro caratteristica più importante, ovvero la loro architettura distribuita. Come è facilmente comprensibile, gli scambi di dati su una rete mondiale come internet non sono istantanei: avvengono con una velocità di propagazione che va da qualche centesimo di secondo fino a diversi minuti. E questo dipende non solo dalla latenza della rete, ma dalla capacità della blockchain di processare le informazioni ricevute di acquisto e vendita di token.
In questo, Bitcoin purtroppo è un vero dinosauro. O meglio, un bradipo: la sua architettura riesce a gestire circa 5 operazioni al secondo. Per fare un paragone rispetto a una soluzione commerciale standard, il sistema di un circuito finanziario quale Visa processa circa 15.000 transazioni per secondo (TPS). Non c'è paragone fra i sistemi.
Questo significa che per confermare una transazione pagando in BTC, con il sistema attuale potreste dover restare in attesa per un paio d'ore. Prevediamo lunghe file alle casse dei supermercati!
Velocità di trasmissione e commissioni
Come abbiamo detto, questo problema si riscontra soprattutto con Bitcoin, che è la prima cripto a essere immessa sul mercato. Le nuove generazioni di cripto si sono succedute e hanno migliorato queste prestazioni, così che oggi le cripto più recenti, come Solana, riescano a raggiungere addirittura le 50.000 TPS.
Inoltre, il trasferimento di Bitcoin, oltre a impiegare diverso tempo, ha anche un costo tecnico, che è fisso, e non calcolato come una percentuale del valore del Bitcoin, mentre in un normale circuito di carta di credito questo costo è variabile. Quindi, trasferire criptovalute come il Bitcoin non è conveniente per piccoli importi, e questo la mette al di fuori delle normali transazioni commerciali. Insomma, per ora niente caffé pagato tramite BTC!
È possibile migliorare la performance di Bitcoin?
Come ogni software, anche il BTC è perfettibile, così come ogni altra cripto. L'esempio ci viene da Ethereum, forse la seconda fra le cripto più importanti al mondo. ETH è stata lanciata poco dopo BTC, e le sue performance originali in termini di transazioni non erano molto diverse (25 TPS nel 2016).
Ma la creatura di Vitalik Buterin è stata oggetto di miglioramenti continui, grazie all'intervento di una fondazione senza scopo di lucro, la Ethereum Foundation, che si occupa di migliorare la performance della cripto, migliorandola costantemente per aumentarne la performance, che sta proseguendo con nuovi upgrade. Buterin ha affermato recentemente che dopo il cosiddetto "merge", il sistema di ETH arriverà a processare 100.000 TPS.
Sembra un obiettivo davvero molto ambizioso, ma se verrà raggiunto aprirà davvero le porte a un utilizzo generalizzato delle cripto in generale e delle applicazioni di finanza decentralizzata, che a questo punto potrebbero diventare una vera alternativa alle monete "fiat". Ma i vecchi proverbi ci ammoniscono: dire una cosa è facile, ma metterla in opera un po' meno. Vedremo quindi prossimamente se le parole di Buterin saranno state profetiche.