Innovazione

Internet satellitare: Amazon e la connessione a banda larga del progetto Kuiper

Internet satellitare
Contenuto curato da Massimo Chioni

Amazon punta un obiettivo vicino ai confini con lo spazio. Infatti, la nuova missione chiamata Project Kuiper individua come obiettivo quello di diffondere l'accesso al web a banda larga in tutto il pianeta, attraverso l'internet satellitare distribuita da 3.236 satelliti in orbita attorno alla Terra. In realtà, il progetto del colosso di Seattle accarezza le velleità di soggetti come SpaceX e OneWeb, che potrebbero esercitare in proposito una forte concorrenza.

I primi passi di un progetto audace

Già dallo scorso settembre si vociferava di un imponente e ambizioso progetto top-secret di Amazon, che ha avuto riscontro effettivo e recente con il deposito di documenti ufficiali dalla Federal Communications Commission per conto di Kuiper Systems LLC. Ricordiamo che rientra nelle competenze dell'International Telecommunication Union quella di supervisionare tutte le operazioni che coinvolgono satelliti e sistemi spaziali. Il progetto di Amazon è destinato ad impegnare anni di lavoro e capitali cospicui che promettono ingenti guadagni. In ogni caso, l'ultima parola sulla "costellazione Kuiper" sarà dell'ITU.

La connessione a internet satellitare, di cosa si tratta

Il progetto prevede la connessione a internet satellitare tramite la collocazione di 3.236 satelliti in orbita terrestre, ad un'altitudine compresa tra 590 chilometri e 630 chilometri. Il suo orizzonte temporale è, ovviamente, di lungo periodo e i beneficiari sono stimati in decine di milioni di persone che non dispongono dell'accesso di base a Internet a banda larga. Inoltre, la copertura interesserà lo spazio in cui vive circa il 95% della popolazione mondiale. La popolazione, quindi, non sarà un semplice spettatore ma il soggetto direttamente coinvolto da questa rivoluzione tecnologica. Sarà interessante vedere quanto migliorerà la vita delle persone, che sono sempre più connesse, in termini di durata e di numero. In realtà, l'accesso a Internet esiste già tramite satelliti in orbita geosincrona, però i satelliti in orbita terrestre bassa dovrebbero essere più convenienti ed efficienti sia in termini di bassa latenza e basso costo.

La banda larga satellitare: un progetto che fa gola a molti

Amazon ha dichiarato che non vede l'ora di collaborare con altre aziende che condividono la sua vision. Un'ottima idea, anche alla luce delle ingenti risorse richieste dalla sua realizzazione, per cui è sicuramente meglio unire le forze per raggiungere più in fretta e meglio un obiettivo comune. Infatti, sono numerosi i concorrenti che hanno già iniziato a lavorare sulla banda larga satellitareSpaceX, che già nel 2018 ha inaugurato i suoi primi satelliti per la costellazione Starlink e dietro cui si muovono le ambizioni del miliardario Elon Musk, che progetta di colonizzare Marte; OneWeb, che ha lasciato i suoi satelliti nel febbraio scorso ed è in procinto di ricevere altri finanziamenti per 1,25 miliardi di dollari; Telesat, che prevede di attivare il servizio satellitare di prima generazione entro il 2020. Oltre a questi, altri soggetti interessati sono, per ora, FacebookBoeing e LeoSat.

A che punto è il Project Kuiper

Il progetto di Amazon, che nel nome rende omaggio allo scienziato scomparso Gerard Kuiper e rimanda alla gigantesca cintura del sistema solare, non ha ancora una durata prestabilita. Gerard Kuiper era un noto astronomo olandese naturalizzato statunitense, che era considerato il padre di tutte le moderne teorie planetarie. In particolare, egli sostenne che alcuni corpi celesti provenivano da una regione del sistema solare nota col nome di "fascia di Kuiper", collocata oltre il pianeta Nettuno. Tornando a parlare del Progetto del colosso di Seattle, in effetti non è neanche chiara la previsione di investimento complessivo e il marchio definitivo che dovrà commercializzare il servizio. La stessa Federal Communications Commission non ha ancora preso provvedimenti definitivi. Infatti, il via libera dal punto di vista normativo deve garantire che i satelliti di Amazon non interferiscano con tutti gli altri presenti in orbita bassa. Non è ancora chiaro se Amazon si avvarrà di fornitori esterni per le infrastrutture orbitanti oppure se provvederà in proprio. Non si conosce neanche la sede precisa, si sa solo che a Seattle c'è molto fermento e i lavori sono già iniziati. Ciò che si può presumere è che i costi saranno esorbitanti ma che saranno alla portata di Amazon, che si distingue per una capitalizzazione di mercato della stazza di 900 miliardi di dollari.

Ultime notizie dallo spazio

Nel frattempo Amazon Web Services ha inaugurato un nuovo servizio di cloud chiamato AWS Ground Station. La finalità è quella di rendere più semplici le comunicazioni tra lo spazio e la Terra, anche se si può immaginare che la banda larga satellitare necessiti di una rete molto più ampia di stazioni terrestri. Il fatto che l'interesse di Amazon verso lo spazio non sia passeggero, lo dimostra la stessa Blue Origin. Si tratta, infatti, della società privata del fondatore di Amazon, Jeff Bezos, specializzata in trasporti spaziali, che sta sviluppando un nuovo razzo orbitale chiamato New Glenn, il cui lancio è previsto entro il 2021 e che potrebbe avere diretti coinvolgimenti con il Progetto Kuiper.

In conclusione, non si conoscono ancora le tempistiche precise di avvio e di lancio. Quello che è certo è che il Project Kuiper dovrà ottenere l'approvazione della Federal Communications Commission, che dovrà per forza tenere conto anche del piano di Amazon per dismettere i propri satelliti al termine di ogni operazione, al fine di evitare che questi vadano ad alimentare i detriti spaziali col serio rischio di produrre una congestione orbitale. L'interesse anche commerciale è così forte e ampio che Amazon non è la prima e non sarà sicuramente neanche l’ultima azienda a progettare l'investimento, teso a potenziare il sistema di connessione globale tramite l'internet satellitare. A questo punto non resta che auspicarsi che le aziende concorrenti limitino il numero di progetti e preferiscano unire gli investimenti per avere maggiori garanzie di successo nel tempo più breve possibile.

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