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Quali saranno gli effetti del Coronavirus sull’economia italiana?

Coronavirus in Italia
Contenuto curato da Massimo Chioni

Se è vero che le regioni del Nord rappresentano il motore economico del nostro Paese, il diffondersi del Coronavirus tra la Lombardia, il Piemonte e il Veneto rischia di dare un duro colpo alle speranze di crescita economica dell’Italia. In questi giorni di allarme in cui ancora non si conosce la portata del fenomeno il primo pensiero degli amministratori pubblici, dal governo in giù, è quello rivolto alla salute delle persone; tuttavia la situazione di emergenza – vera o presunta che sia – non deve far dimenticare l’importanza dirompente degli effetti che potrebbe avere il Coronavirus sull'economia italiana.

Fare fronte comune d'innanzi all'emergenza

Le alte sfere dovrebbero per una volta essere in grado di accantonare le strumentalizzazioni e le ideologie di partito. Siamo consapevoli che il prolungarsi dell'emergenza comprometterà l'economia italiana e la credibilità internazionale. Saranno indispensabili spese straordinarie per fronteggiare una possibile epidemia, ma l'imperativo deve essere univoco: focalizzarsi sullo stato di emergenza e predisporre fin da subito un sostegno alle imprese più esposte dalle dinamiche che si andranno a delineare. L'italia sarà più esposta verso i creditori internazionali? Con un PIL a rischio, diminuisce in misura esponenziale la credibilità dello Stato di fronte ai propri creditori.

In questo contesto quello assestato dal coronavirus è un vero e proprio schiaffo le cui conseguenze allo stato attuale non possono essere pienamente previste; quel che è certo, però, è che non si dovrebbe tentare di mitigarlo con delle regole nuove che finirebbero per penalizzare le aziende e tagliare loro le gambe. E ciò a prescindere dalle nobili ragioni che potrebbero giustificare queste regole, ambiente compreso.

Che cosa si dovrebbe fare

L’economia italiana aveva già bisogno di ossigeno prima dell'emergenza: in questo il coronavirus si può rivelare molto pericoloso. Al momento la priorità dovrebbe essere quella di identificare strategie che permettano di rimandare gli adempimenti che si ritengono economicamente più gravosi e concentrare le risorse per contrastare la diffusione del virus. Più a lungo questa situazione si protrarrà nel corso del tempo e più la caduta del Pil sarà consistente e pesante. Ci sarà una significativa pressione, per esempio, per contributi e sussidi di ogni genere. Come noto, le zone in cui si verificano delle calamità naturali possono beneficiare della sospensione dei contributi previdenziali e delle imposte. Ora, è facile immaginare quali potrebbero essere le conseguenze per il bilancio dello Stato nel caso in cui ciò dovesse avvenire per le regioni del Nord Italia, vale a dire l’area del Paese che in genere "paga per tutti".

Che cosa potrebbe succedere

Un altro dei fattori che potrebbero incidere sulla caduta del Pil è l’andamento del commercio a livello internazionale. E se il governatore della Banca d’Italia Visco ha parlato di 2 decimi di punto percentuale, la sensazione è che la sua sia una previsione molto ottimistica; insomma, la situazione potrebbe essere ben peggiore.

Quale è stato l'impatto economico del Coronavirus in Cina?

La Cina è un paese la cui crescita economica è notevole ormai da diversi anni. Ebbene, qui da quando è stata prevista la quarantena nelle prime settimane del 2020 si è assistito a un drastico calo della produzione industriale, con una stima di crescita economica dimezzata.
L'Italia prima del contagio era già un paese a crescita economica zero, difficile quantificare il danno di quanto sta accadendo, ma l'impatto sarà sicuramente negativo.

Nel concreto cosa sta accadendo?

Un esempio concreto si può dimostrare utile per capire e ipotizzare quale scenario si sta delineando. Si pensi alla chiusura delle attività scolastiche: ci sono innumerevoli servizi che lavorano unicamente per rispondere alle necessità degli studenti: il bar, la copisteria, la biblioteca, e così via. È evidente che se l’ateneo viene chiuso, per tutti questi esercizi si palesa un dramma economico. Se poi la chiusura si prolunga, e dura più di una settimana, il costo economico è destinato a risultare in gente.
Per non parlare dei danni al comparto turistico: saranno ingenti in tutte le città italiane. Eventi sospesi, luoghi di ritrovo (discoteche, ristoranti, cinema) chiusi o comunque deserti.

Le prospettive per il futuro

Gli esperti non sono in grado di prevedere se l'intero territorio italiano verrà contagiato dal coronavirus, l’augurio è che la reazione delle amministrazioni si riveli efficace e che nel giro di pochi giorni/settimane la situazione torni alla normalità. E' bene comunque prendere coscienza che se anche dovessimo avere questa fortuna, in ogni caso il costo economico sarà stato molto elevato.

Non era difficile prevedere che il virus potesse colpire le zone d’Italia più aperte e dinamiche: nelle aree in cui l’economia è più florida, gli scambi con il resto del mondo sono più numerosi. Anche per questo motivo il Pil sarà condizionato da tutte le misure che sono state attuate nel corso delle ultime ore: provvedimenti che limitano la possibilità di spostarsi delle persone e, di conseguenza, indirettamente finiscono per ridurre gli acquisti di servizi e beni di ogni genere.

Un duro colpo per i consumi

È sicuro che i consumi interni si ridurranno, per esempio perché si verificherà un calo dei redditi. Nel caso in cui i blocchi attuati dalla politica sanitaria si prolunghino nel tempo, per giorni o addirittura per settimane, si smetterà di andare al cinema, di visitare i musei, di andare allo stadio, di frequentare le mostre. Tante, insomma, saranno le attività coinvolte; e se poi la paura del contagio dovesse crescere, magari estendendosi in zone d’Italia che per ora sembrano esenti, praticamente il Paese si bloccherebbe. Non ci sarebbero più trasferte di lavoro, sarebbero sospesi i corsi di formazione, ci sarebbe il terrore di uscire di casa.

Dal danno sulle esportazioni alla beffa sul turismo

Per quantificare gli effetti del Coronavirus sull'economia italiana c'è anche da prendere in esame il danno internazionale sulle esportazioni. Per capire meglio di che cosa si parla è necessario fare riferimento alla catena globale del valore, e cioè all’insieme delle soluzioni organizzative della manifattura che chiamano in causa diversi Paesi. Per esempio, solo per produrre un paio di jeans sono coinvolti 12 Paesi del mondo. Ebbene, se a causa del coronavirus anche solo la metà di questi Paesi rallenta le produzioni, è probabile che anche l’altra metà ne patisca le conseguenze. Il Pil non potrà che scendere sia per gli effetti negativi sulle esportazioni del made in Italy, che costituiscono il 27% del prodotto interno lordo, sia per il danno sul turismo.

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