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Aprire un e-commerce: adempimenti fiscali

Aprire un e-commerce
Contenuto curato da Massimo Chioni

Chi è interessato ad aprire un e-commerce è tenuto a rispettare una serie di adempimenti fiscali che cominciano con la necessità di aprire una partita Iva, dal momento che la vendita di beni su Internet attraverso uno store virtuale comporta lo svolgimento di un esercizio abituale. Non è possibile, insomma, aprire un e-commerce se non si possiede una partita Iva: questo è un obbligo che deve essere rispettato da chiunque svolga un’attività economica in maniera organizzata e abituale. La partita Iva consiste in un codice numerico che serve a individuare ciascun soggetto che svolge un’attività commerciale per conto proprio: ad essa viene associato il cosiddetto Codice Ateco, che è un codice attività, che nel caso degli e-commerce è 479110, relativo al commercio al dettaglio di prodotti via Internet. Nel momento in cui ci si trova ad aprire una partita Iva, inoltre, è necessario decidere a quale regime fiscale fare riferimento, ovviamente con l’ausilio e i consigli di un commercialista. In questo momento i regimi tra cui scegliere sono due: quello ordinario e quello forfettario.

Che cosa si deve fare dopo aver aperto la partita Iva

Una volta che l’apertura della partita Iva è stata portata a termine, si può procedere con lo step successivo, che prevede l’iscrizione, presso la Camera di Commercio di riferimento, alla sezione commercianti del Registro delle Imprese. Questo adempimento deve essere svolto in concomitanza con l’apertura della partita Iva.

La SCIA

A questo punto giunge il momento di presentare la dichiarazione di inizio attività: è la cosiddetta SCIA, una dichiarazione che, chi desidera aprire un e-commerce, deve essere inoltrata al Comune di riferimento. Anche se l’e-commerce è un’attività online, infatti, esso deve comunque avere una sede fisica. Una volta che la SCIA è stata presentata, poi, ci si può concentrare sugli adempimenti di natura previdenziale, attraverso l’iscrizione alla gestione commercianti INPS. In base a questo regime previdenziale, è necessario versare contributi fissi una volta ogni 3 mesi, a prescindere dall’entità del reddito che viene registrato ogni anno.

Che cosa cambia tra gli e-commerce diretti e gli e-commerce indiretti

Decidendo di aprire un e-commerce, è necessario essere consapevoli della differenza che intercorre tra un e-commerce diretto e uno indiretto. Il primo è quello che si ha nel momento in cui sia le transazioni che i prodotti in vendita sono digitali; nel caso del secondo, invece, le transazioni si svolgono su Internet ma riguardano prodotti fisici. In pratica in un e-commerce diretto vengono venduti beni intangibili e virtuali: un software, per esempio, oppure della musica, delle immagini, dei testi, e così via. L’acquisto viene completato nel momento in cui il prodotto viene scaricato, e per ciò che riguarda l’Iva tale operazione viene assimilata alle prestazioni di servizi. Nel caso di un e-commerce indiretto, invece, il bene viene consegnato tramite corriere, anche se tutto il procedimento di vendita avviene online; per ciò che riguarda l’Iva, tale operazione viene assimilata alle vendite per corrispondenza.

Perché conviene farsi aiutare da un commercialista

Come si è potuto intuire, vista la grande quantità di adempimenti fiscali a cui badare e le difficoltà in cui ci si può imbattere lungo questo iter, farsi aiutare da un commercialista è altamente consigliabile se si ha in mente di aprire un e-commerce. Avere la possibilità di essere affiancati da un professionista di comprovata esperienza è di grande importanza quando si avvia un’attività commerciale, anche online. Gli adempimenti da rispettare sono più numerosi di quel che si possa immaginare, e tutt’altro che banali: inoltre, dal momento che la situazione normativa è in costante evoluzione e cambia di continuo, è bene che ci sia qualcuno che sia sempre aggiornato sui provvedimenti più recenti. Non va dimenticato, ancora, che le operazioni di fatturazione sono molto complicate, a maggior ragione per quanto concerne la corretta applicazione dell’Iva, e non ha senso rischiare di andare incontro a sanzioni o penali.

Vendere online: tante opzioni tra cui scegliere

Non esiste una sola modalità per aprire un e-commerce e vendita online, anzi: sono diverse le opzioni tra le quali è possibile scegliere quando si ha intenzione di far conoscere i propri prodotti al mercato. La vendita diretta è una di queste: presuppone di possedere un proprio e-commerce, che ha tutte le caratteristiche di un negozio personale con la sola differenza che è online. In alternativa si può propendere per l’affiliazione: in questo caso si opera attraverso degli intermediari e si ottiene una commissione per ciascuna delle vendite che vengono portate a termine. Una terza strada che si può percorrere, poi, è quella delle vendite tramite le piattaforme online: si pensi, per esempio, ad Amazon o a eBay, ma anche ad altri negozi online come Etsy. Scegliendo tale percorso, è sufficiente realizzare un account business personale, mediante il quale caricare i vari prodotti che poi saranno proposti in vendita.

Come trovare la strada giusta

Questo, dunque, è il panorama di opzioni a disposizione: non è detto che una scelta sia sempre migliore di quell’altra, dal momento che la decisione finale varia in funzione delle caratteristiche e delle tipologie di prodotto che si ha in mente di vendere. Le indicazioni che abbiamo fornito in precedenza riguardano gli adempimenti che devono essere rispettati quando si ha in programma di aprire un negozio online per la vendita diretta. Deve essere chiaro, però, che anche se si decide di vendere attraverso le piattaforme online o tramite affiliazione, tutti i guadagni che si ottengono devono essere dichiarati come redditi: anche in questo caso, pertanto, è consigliabile avere al proprio fianco la figura di un commercialista esperto che fornirà tutte le indicazioni da rispettare per non commettere errori e agire secondo ciò che prevedono le normative.

Che cosa fare per essere in regola con il Fisco

Purtroppo in Italia essere in regola con il Fisco è complicato anche per chi intende aprire un e-commerce, e le norme sembrano essere studiate per complicare la vita a chi desidera solo lavorare e guadagnare in modo onesto. Nel calcolo delle spese annuali, dunque, non si può fare a meno di tenere conto dell’onorario di un commercialista, da cui non si può prescindere.

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