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Consulente marketing: come aprire Partita Iva

Come aprire Partita Iva
Contenuto curato da Massimo Chioni

Se decidi di intraprendere la professione di consulente Marketing e quindi farlo in maniera continuativa il passo necessario da compiere a livello fiscale è aprire la Partita Iva. 

A meno che tu non preferisca essere assunto in azienda in tal caso il discorso è diverso. 

In particolare qua parliamo del libero professionista che si accinge a entrare nel mondo delle Partita Iva.

Partita Iva: quali sono i passaggi da compiere? 

La prima cosa da fare è individuare il Codice Ateco che rappresenta al meglio la tua attività, si tratta di un numero che cataloga un’attività professionale a livello nazionale.

Nell’ambito della consulenza di Marketing ci sono due Codici Ateco di riferimento: 

  1. 73.11.01: ideazione campagne pubblicitarie;
  2. 73.11.02: gestione operativa campagne e servizi vari di Marketing e Pubblicità.

Spetta a te scegliere quello più adatto, ma attenzione la differenza tra i due e le implicazioni nella gestione della tua Partita Iva è sostanziale!

Infatti se adotti il primo codice Ateco vieni catalogato come “libero professionista”.

Questo significa che dal punto di vista previdenziale dovrai iscriverti in Gestione Separata Inps e lì verserai i contributi che in questo caso rappresentano il 26,23% del reddito imponibile. 

Se invece adotti il secondo cambia tutto, non sarai più inquadrato come “libero professionista” bensì come “commerciante”.

E come tale sarai costretto a iscriverti in Camera di Commercio dove si versa il diritto camerale annuale di circa 50 €. A livello previdenziale rientrerai nella Gestione Commercianti Inps e in questo caso i contributi sono composti da un costo fisso di 3.983,73€, se poi superi il reddito annuale di 16.243€ al costo fisso citato prima dovrai aggiungere il 24,48% dell’eccedenza di 16.243€. 

Sembra complesso, ma appena entri nel giro tutto diventa semplice.

Ma come fai a scegliere quale codice ti rappresenta di più? 

Semplice, dipende dall’attività che svolgi. 

Ossia se ti limiti a offrire una consulenza su come ideare e creare le campagne, quindi semplicemente fornisci idee e linee guida di attuazione, puoi scegliere il primo codice Ateco.

Se invece non fai solo una semplice consulenza, ma ti occupi anche della gestione operativa della campagne al posto del tuo cliente, allora il codice corretto è il secondo.

Quale regime fiscale adottare? 

Ora il primo passo lo abbiamo fatto, sappiamo qual è il nostro codice Ateco, adesso passiamo alla scelta numero due ossia quale regime fiscale adottare!

Anche in questo caso sono due i possibili regimi adottabili:

  1. Regime Forfettario
  2. Regime ordinario semplificato

E anche qui la differenza è sostanziale.

Normalmente chi è agli inizi sceglie il Regime Forfettario in virtù delle sue agevolazioni intrinseche.

Con il Regime Forfettario il reddito su cui verranno pagate le tue tasse verrà calcolato sulla base del coefficiente di redditività associato al tuo codice Ateco (altro motivo per cui il codice Ateco è importante!) per i codici citati è del 78%. 

Quindi il restante 22% è considerato spesa forfettaria e non sarà oggetto di tassazione.

Inoltre al di là dei contributi con il Regime Forfettario devi versare un'imposta detta “imposta sostitutiva” che rappresenta il 15% (in alcuni casi il 5%) del tuo reddito imponibile.

Possono sembrare tante le imposte da versare, ma in realtà il Regime Forfettario è decisamente agevolato rispetto al Regime Ordinario dove si pagano IRPEF, IRAP, Iva in fattura, ecc… Inoltre il calcolo della tua base imponibile è nettamente più complesso, perché si basa sulle spese effettivamente sostenute e altri parametri. 

Proprio per questo motivo per rientrare nel Regime Forfettario devi soddisfare alcuni requisiti, per citarne alcuni:

  • non devi superare i 65.000 € di reddito annuo;
  • devi essere residente in Italia. Oppure risiedere nei paesi che fanno parte dell’Accordo sullo Spazio economico europeo (Liechtenstein, Norvegia, Islanda) e generare almeno il 75% del reddito complessivo in Italia;
  • la tua attività non deve richiedere Regimi Speciali Iva;
  • non devi partecipare a: Società di Persone, Società a Responsabilità Limitata, Associazioni Professionali, Imprese Familiari;
  • non devi avere spese di personale superiori a 20.000€;
  • non devi fatturare oltre il 50% del tuo lavoro al tuo attuale datore di lavoro o a quello avuto nei due anni precedenti o a soggetti a lui collegati. 
  • qualora portassi avanti parallelamente anche un’attività lavorativa da dipendente presso un’azienda la tua RAL non deve essere superiore a 30.000€.

Se vuoi maggiori informazioni sul tuo caso specifico puoi iscriverti gratuitamente su Flextax.it e parlare con un consulente fiscale.