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Price cap dinamico sul gas, cos'è e come funziona

price cap dinamico
Contenuto curato da Massimo Chioni

Un price cap dinamico sul gas: è questa la proposta che è giunta dal Belgio, dalla Grecia, dalla Polonia e dall’Italia con l’obiettivo di andare oltre la situazione di stallo in Europa a proposito del dossier energetico. L’idea è stata presentata attraverso un non paper, vale a dire un documento non ufficiale, che si basa su uno scenario caratterizzato dalla disponibilità di forniture. Si fa riferimento inoltre a uno scambio di offerta e domanda di gas e in più a un corridoio dinamico in cui ci sia la possibilità di definire un valore centrale. Tale valore, poi, potrà essere rivisto a intervalli regolari sulla base di parametri di riferimento esterni, come i prezzi del greggio. Nella proposta si legge, inoltre, che saranno permesse fluttuazioni sul valore centrale nel corridoio.

Le origini del documento

Nel corso di queste ore il documento ha circolato fra le istituzioni europee; dopo essere stato inoltrato alla Commissione, la soluzione del price cap dinamico farà parte delle proposte su cui i Paesi membri dibatteranno. In base al documento tale corridoio dinamico applicato al prezzo del gas sarà contraddistinto da un valore centrale che costituirà una soglia massima da porre a un solo hub, quale per esempio il Ttf, o a diversi hub, quali Zee, Psv e Peg, in modo da evitare l’arbitraggio. Inoltre, è prevista la possibilità che siano coperte tutte le transazioni Otc e in borsa.

Le fluttuazioni

Come viene spiegato nel non paper, non si esclude la possibilità di fluttuazioni attorno al valore centrale per dare segnali di prezzo in relazione al movimento del gas fra gli Stati membri nell’ipotesi in cui il tetto massimo dovesse essere toccato da più hub. I sottoscrittori del documento sottolineano che una soglia limitata al gas che viene usato per l’energia elettrica non tiene conto dei due terzi del mercato del gas e, in più, favorisce disincentivi rispetto al calo dei prezzi, dal momento che gli importatori verranno compensati per qualunque prezzo venga pagato. Una soluzione di questo tipo, inoltre, potrebbe generare una passività priva di limiti definiti verso l’esterno, in particolare perché potrebbe continuare a crescere il prezzo all’importazione, il che richiederebbe una maggiore quantità di risorse per il mantenimento del tetto.

La tavola rotonda sull’energia

Nell’ambito della Comunità politica europea in Repubblica Ceca, a Praga, è stata organizzata una tavola rotonda incentrata sul rapporto tra economia, clima ed energia a cui ha preso parte anche Mario Draghi. Il Presidente del Consiglio ha messo in evidenza la necessità di lavorare in maniera unita allo scopo di far fronte alla crisi energetica. Se si procedesse in ordine sparso – ha ribadito il capo del governo italiano – l’unità europea finirebbe per andare persa. Alla tavola rotonda oltre all’Italia hanno preso parte la Serbia, l’Ucraina, la Germania, la Norvegia, il Liechtenstein, la Bulgaria, il Belgio, l’Irlanda e il Portogallo.

Il tetto

Ma in che cosa consiste di preciso la proposta del price cap dinamico? Non un tetto vero e proprio, quanto piuttosto una fascia di oscillazione per i costi del gas non al dettaglio ma all’ingrosso, destinata ad essere applicata a qualunque transazione sul gas all’ingrosso dell’Unione Europea; quindi, non solo il gas che viene utilizzato per produrre l’energia elettrica e non solo il gas che viene importato dalla Russia. Il calcolo del valore di riferimento verrebbe effettuato sulla base di parametri esterni: per esempio i prezzi del gas in Asia e in Nord America, oppure il prezzo del carbone e quello del greggio. Come si è detto, sarebbero consentite fluttuazioni dal valore centrale sia verso il basso che verso l’alto. Il valore centrale, poi, sarebbe oggetto di una rivisitazione in funzione dei cambiamenti del paniere di riferimento.

Gli obiettivi

Un tetto mobile ideato in questo modo si pone tra l’altro l’obiettivo di contenere la speculazione e al tempo stesso disincentivarla, ma anche ridurre la pressione inflazionistica, dal momento che la notevole inflazione che ha caratterizzato gli ultimi mesi è frutto proprio dei rincari dell’energia. Ancora, grazie alla soglia del price cap dinamico è possibile una gestione più efficace delle aspettative del mercato, e in più si possono ridurre i profitti troppo elevati che contraddistinguono il settore in questo momento. La proposta è tecnica ma comunque può essere capita nei suoi tratti più importanti anche dai non specialisti. La ratio è assecondare i bisogni dei Paesi che non possono o non vogliono pagare il gas a qualunque cifra. D’altro canto si tiene conto delle preoccupazioni della Germania e dei Paesi Bassi.

I timori dei Paesi nordici

I Paesi nordici, infatti, hanno paura che nel caso in cui si fissasse il prezzo del gas a un livello eccessivamente basso in Europa, le navi che portano il gas naturale liquefatto andrebbero in Asia. In sostanza quello di cui hanno timore i Paesi ricchi non è tanto l’aumento del prezzo del gas, quanto piuttosto la carenza di gas.