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Tipologie di associazione dopo la riforma del terzo settore

Riforma del terzo settore
Contenuto curato da Massimo Chioni

Il termine terzo settore era già conosciuto in Europa verso la metà degli anni ‘70 del XX secolo. Viene infatti nominato, per la prima volta, nel rapporto Un progetto per l'Europa del 1978 come ente che contribuisce al welfare (benessere), insieme allo Stato e al Mercato. Se ne differenzia, però, per la sua gestione economica. Il primo settore è infatti rappresentato dallo Stato, dalla Pubblica Amministrazione e dagli Enti locali ed è quindi la sfera economica delle amministrazioni pubbliche. Mentre il secondo settore è quello del Mercato, che indica tutte le società private regolate dalle regole del profitto. Il terzo settore, quindi, si impone come ente sì economico, perché genera dei profitti, ma sono profitti che vengono reinvestiti per opere per il benessere della società. Per quanto riguarda, invece, il terzo settore in Italia, il termine era già conosciuto alla fine degli anni ’80, ma una vera e proprio regolamentazione si è avuta solamente nel 2016, con la legge delega 106. E, successivamente, con la riforma del terzo settore con il decreto legislativo 117 del 2017.

Il terzo settore: la legge delega 106 del 2016

Per quanto riguarda la definizione terzo settore in Italia, dobbiamo fare riferimento alla legge delega del 2016, che stabilisce: “Per Terzo settore si intende il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale”. Questi enti devono perseguire il principio di sussidiarietà e devono agire in coerenza con i propri statuti o atti costitutivi. Essi promuovono e realizzano attività di interesse generale avvalendosi principalmente di attività di volontariato gratuito o di produzione e scambio di beni e servizi. La legge delega definisce anche quali associazioni non fanno parte del terzo settore. Esse sono:le formazioni e le associazioni politiche (quindi gli enti pubblici e gli enti da loro gestiti), i sindacati, le associazioni professionali e di rappresentanza di categorie economiche. Queste ultime sono escluse in quanto enti privati con le proprie finalità economiche. La qualifica fiscale di Onlus dopo questo decreto è stata annullata.

Per rientrare nel terzo settore si deve essere in possesso di requisiti specifici, che sono: natura giuridica privata, assenza di scopo di lucro, perseguire finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, avere un proprio statuto o atto costitutivo, attuare il principio di sussidiarietà, ricorrere a forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione, promuovere e realizzare attività di interesse generale e scambio di beni e servizi.

Terzo settore definizione: il decreto legislativo 117 del 2017

Successivamente alla legge delega 106 del 2016, sono stati emanati una serie di decreti legislativi che regolamentavano vari aspetti del terzo settore. Tra questi troviamo il decreto legislativo 117 del 2017, che stabilisce il codice del terzo settore. Stando al decreto, fanno parte del terzo settore: le organizzazioni di volontariato (segnalate dall’acronimo ODV), le società di mutuo soccorso (segnalate dall’acronimo SOMS), le associazioni di promozione sociale (segnalate dall’acronimo APS), gli enti filantropici e le imprese sociali, tra le quali sono incluse le cooperative sociali, le reti associative, le associazioni, riconosciute o non riconosciute, le fondazioni e gli altri enti di carattere privato diversi dalle società. Tutte queste associazioni devono avere come caratteristica l’assenza di scopo di lucro e devono finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. La loro attività deve svolgersi avvalendosi principalmente di attività di volontariato o di erogazione gratuita di denaro, di beni o di servizi, oppure di mutualità o scambio di beni o servizi. Il decreto stabilisce anche che ogni ETS (ente del terzo settore) deve essere iscritto al RUNTS. Acronimo che sta per Registro Unico Nazionale del Terzo Settore un registro telematico istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il RUNTS è nato per garantire la massima trasparenza agli enti del terzo settore ed è infatti pubblico e consultabile sia dagli interessati, che dalle pubbliche amministrazioni. Chi non è iscritto al registro unico nazionale del terzo settore, non può definirsi ENTS.

Vediamo ora più nel dettaglio quali sono gli Enti del terzo settore. Le Organizzazioni di Volontariato (abbreviate come ODV) sono enti che svolgono attività di vario tipo a favore della comunità tramite le prestazioni dei volontari che ne fanno parte. Per costituire un’organizzazione di volontariato è necessario che ci siano almeno 7 persone oppure che ci siano almeno 3 ODV. Come già detto, la loro attività deve derivare principalmente dall’impegno dei volontari. È però possibile assumere lavoratori dipendenti oppure avvalersi di prestazioni di lavoro autonomo in caso di necessità per il proprio funzionamento. Questi lavoratori non devono superare il 50% (la metà) del numero di volontari. Le associazioni che sono iscritte al registro regionale delle organizzazioni di volontariato sono iscritte anche automaticamente al RUNTS (il Registro Unico Nazionale degli enti del Terzo settore).

Enti del terzo settore: associazioni di promozione sociale ed enti filantropici

Vediamo allora nel dettaglio quali sono gli altri enti del terzo settore (ETS). Le associazioni di promozione sociale (o APS) sono delle associazioni che svolgono attività a favore dei propri associati, dei loro familiari o di terzi. Esse si avvalgono dell’attività di volontariato dei propri associati. Per costituire un’associazione di promozione sociale è necessario che ci siano almeno 7 persone oppure che ci siano almeno 3 APS. Anche nel caso di queste associazioni, ci si deve avvalere principalmente delle attività dei propri volontari. E lo stesso discorso vale per i lavoratori dipendenti o liberi professionisti, che non devono superare il 50% dei volontari o il 5% degli associati. Le associazioni che sono iscritte al registro regionale delle associazioni di promozione sociale sono iscritte anche automaticamente al RUNTS (il Registro Unico Nazionale degli enti del Terzo settore). Gli enti filantropici, infine, sono nati proprio successivamente al codice del terzo settore. Si occupano di fornire denaro, beni o servizi a sostegno di categorie di persone bisognose o di attività di interesse generale. Le attività svolta dai volontari non sono in alcun modo compatibili con il lavoro retribuito. Può essere però previsto un rimborso spese per le spese effettivamente sostenute.

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