Il content creator, una professione leggermente diversa da quella dell’articolista, da quella del copywriter e del social media manager. Una sfumatura, come ce ne sono tante nel mondo digital.
Parleremo con Carlotta Rodorigo dell’idea che si è fatta della professione di content creator e perché ha scelto per sé stessa questa etichetta.
Indice
Cercasi articolista
La mia recente carriera nel mondo della creazione dei contenuti è iniziata con un annuncio su un gruppo Facebook dedicato al nomadismo digitale.
Stavo per partire, avevo bisogno di lavorare ma la mia azienda non mi permetteva lo smart working fuori dai confini nazionali: ho cercato subito una alternativa e ne ho approfittato per esplorare un terreno nuovo ma che mi aveva sempre affascinato, il web marketing.
Mi sono iscritta al gruppo Nomadi Digitali Italiani e ho iniziato a fantasticare su come sarebbe stato poter lavorare in qualsiasi luogo, con solo il computer come compagno di scrivania. Ho dovuto aspettare poco perché apparisse l’annuncio giusto: una società di digital PR romana cercava un articolista senza esperienza, da formare. Ho scritto subito e, come me, probabilmente un altro miliardo di persone. Dopo una chiacchierata su Skype, quello che poi è diventato il mio mentore mi ha detto “ok, cominciamo”.
Ok, cominciamo. Mi manda il primo brief, poi il secondo, e così via, fornendomi sempre qualche consiglio e spunto di riflessione ma, per il resto, tutto fila liscio. Collaboro ancora con lui dopo quasi due anni, ed è un po’ il mio Angelo custode. Di nome e di fatto.
Nel frattempo inizio a leggere libri, guardare video e webinar sui temi di marketing, SEO, scrittura per il web e copywriting. All’inizio è tutto molto confuso ma pian piano si dissipa la nebbia ed entro sempre di più nel mondo della content creation. Mi iscrivo su tutti i gruppi Facebook per articolisti e blogger ma anche per copywriter e SEO Specialist e tutti dicono la stessa cosa: “ok corsi e libri ma bisogna mettere le mani in pasta”. E allora mi lancio e rispondo a tutti gli annunci adeguati al mio livello di esperienza e uso le esperienze altrui come case studies.
Grazie a questi gruppi e al passaparola trovo altre collaborazioni e mi specializzo sempre di più nella creazione di contenuti per il web. Il mio stile cambia, lo vedo quando digito una parola dopo l’altra sulla tastiera. Ora è più orientato all’obiettivo finale: essere trovato.
L’esperienza e il portfolio del content creator
Decido di dare una sterzata alle mie conoscenze teoriche e mi iscrivo a un corso completo di SEO copywriting dove mi sono accertata che vengano coperte tutte le tematiche che in questi mesi ho capito essere di mio interesse: come fare un SEO audit, come leggere e usare i dati di traffico e performance e soprattutto come usare tutte queste informazioni per strutturare una strategia di digital marketing basata sui contenuti.
Nel frattempo collaboro continuativamente con due società di digital PR come content writer e per due liberi professionisti con i quali ho strutturato, e tutt’ora porto avanti, una strategia di SEO on-page per dare una spinta ai rispettivi siti web (uno dei due è un e-commerce).
A questo punto credo di avere nel cassetto una buona base di tutte le skill trasversali richieste a un content creator:
- La capacità di fare una analisi del brand, del contesto in cui si colloca e del suo target di riferimento, utili per individuare il tono di voce più appropriato, le opportunità offerte dal mercato e la possibilità di migliorare il suo posizionamento;
- Ideazione e pianificazione dei contenuti in linea con la voce e gli obiettivi del brand con l’uso delle giuste keyword;
- Capacità di scrittura per il web, con l’uso delle parole chiave in modo naturale e la progettazione di titoli e headings;
- Progettazione della forma visuale del testo: evitare i muri di testo, evidenziare le parti salienti che aiutino il lettore a scorrere velocemente le informazioni e i link a pagine esterni al momento giusto;
- Le basi SEO sia per effettuare l’audit iniziale del sito che per progettare i contenuti futuri;
- La capacità di leggere i dati di traffico e performance con i principali tool di web data analysis per valutare la strategia in corso;
- Infine, le conoscenze sufficienti per poter lavorare in team con chi si occupa di Social Media e ADV.
Dopo poco più di un anno ho una buona base teorica e un discreto di livello di esperienza che mi rende più sicura di me ma la sindrome dell’impostore è sempre dietro l’angolo. Fatico non poco a definirmi content creator ma guardando a tutti i progetti che sto seguendo e al tempo e alle risorse investite per la formazione in effetti è quello che sono.
Mi piace l’etichetta di content creator perché è un ruolo fluido che esplora trasversalmente tante specialità e soprattutto mi lascia libera di allargare l’orizzonte a qualsiasi altro tipo di contenuti: oggi testo, domani immagini e perché no, un giorno video.
I miei prossimi obiettivi come content creator
Ho capito sulla mia pelle che senza obiettivi misurabili non si va da nessuna parte. Sembra banale da dire ma interiorizzare questa realtà e adoperarsi per applicarla davvero è tutt’altro che scontato.
Il prossimo step è sicuramente quello di collaborare con una società di web marketing all’interno di un progetto completo nel quale poter dare il mio contributo grazie alle competenze teoriche e pratiche acquisite finora.
Nel mio futuro a medio termine, vedo delle collaborazione stabili che mi permettano di vivere di questo lavoro che ogni giorno mi regala la libertà, la pace interiore e l’instancabilità, quel motore che solo la passione può dare.