Con il concetto di obsolescenza programmata ci si riferisce a una strategia messa in atto dalle case costruttrici, che pongono in essere al fine di limitare o ridurre il ciclo di vita di un prodotto.
Tieni conto che alcune componenti tecnologiche possono avere una durata media piuttosto ridotta, immagina i piccoli elettrodomestici come iPod o tablet, la cui durata media delle batterie molte volte non supera la media di dodici mesi, senza la possibilità di acquistare batterie di ricambio.
Un determinato prodotto tecnologico può essere percepito "obsoleto" anche a causa delle continue innovazioni tecnologiche, e cioè le versioni successive che vengono spesso comunicate e valorizzate dai media: quante volte la pubblicità ci mostra un prodotto più bello, più moderno e dotato di più funzioni?
Ma cosa dice la legge al riguardo? Come vengono protetti gli acquirenti di fronte alla strategia di obsolescenza?
La normativa attualmente vigente: cosa dispone?
Al fine di tutelare i consumatori, la normativa attualmente vigente prevede l'obbligo per le aziende produttrici di garantire ai propri clienti la disponibilità dei pezzi di ricambio, così da poter ricorrere alla manutenzione elettrodomestici efficiente, per un lasso di tempo che va da un minimo di sette anni a un massimo di dieci, anche in base al tipo di prodotto.
Questo è quanto ha decretato la Comunità Europea, con un'efficacia a partire dal 2021. Si tratta di una normativa importante che ha notevoli effetti sulle case costruttrici, che saranno spinte a investire sulla ricerca e innovazione, in modo da lanciare sul mercato prodotti che i consumatori possano considerare appetibili.
La sostenibilità si unisce così al risparmio energetico, con un grado di inquinamento più basso a beneficio di tutta la collettività.
Come difendere il diritto alla riparazione di un elettrodomestico
Per difendere il proprio diritto alla riparazione, è necessario promuovere una serie di interventi mirati dal punto di vista legislativo.
La pressione verso una tutela concreta ed efficace coinvolge tutti i consumatori, perché è inaccettabile che un elettrodomestico smetta di funzionare entro pochissimi anni, e soprattutto non ha senso che non vi sia la possibilità di ripararlo a causa dell'indisponibilità delle case costruttrici a fornire idonei pezzi di ricambio.
Quanto durano gli elettrodomestici moderni?
Da una recente ricerca nel settore è emerso un dato allarmante: più di un caso su dieci dei prodotti tecnologici buttati a causa di guasti, come le lavatrici, non superano i cinque anni di vita.
Nel periodo tra il 2004 e il 2012 è aumentato persino il numero gli elettrodomestici che hanno registrato un guasto prima dei cinque anni di vita.
Le conseguenze sono evidenti: gli sprechi aumentano, i consumatori ne vengono danneggiati (anche dal punto di vista economico) e l'ambiente ne risente notevolmente, essendo fortemente compromesso dall'emissione di gas serra.
Come si può agire contro l'obsolescenza?
Gli interventi legislativi hanno sicuramente un ruolo fondamentale nella lotta contro l'obsolescenza programmata.
Nell'esperienza di altri ordinamenti giuridici, come ad esempio in Svezia, è stata adottata una legge piuttosto particolare, che prevede la predisposizione di incentivi di natura fiscale a favore delle riparazioni. Anche quest'ultima, infatti, rappresenta una vera e propria attività economica, che aiuta ad accrescere il mercato e determina la produzione di nuovi posti di lavoro, considerando il numero di soggetti coinvolti.
Nell'esperienza di altri ordinamenti giuridici si assiste, inoltre, alla promozione di leggi con misure volte a contrastare un fenomeno particolare: la vendita di prodotti tecnologici che, una volta guasti, non possono più essere riparati. Si tratta di norme che vietano la vendita di elettrodomestici e altri prodotti di uso comune, di cui non esistono pezzi di ricambio in caso di guasto.