Marketing

Strategie di digital marketing per startup, intervista a Davide dall'Acqua

marketing per startup
Contenuto curato da Massimo Chioni

Per una startup, il content marketing riveste un ruolo di primo piano: ne abbiamo parlato con l’esperto Davide dall'Acqua.

Marketing per startup di successo, quali strategie?

Tra le diverse strategie a cui si può fare riferimento, una delle più importanti è rappresentata dall’inbound marketing, che consente di attirare verso il marchio i primi clienti. In particolare, conviene puntare sul content marketing: lo scopo è quello di generare e proporre contenuti di qualità, attraverso cui sia possibile ottenere traffico in misura superiore, ma anche aumentare le vendite. Altri obiettivi che possono essere raggiunti hanno a che fare con la promozione della conoscenza del marchio e con la crescita dei potenziali clienti.

Come fare content marketing per una startup?

Bisogna avere ben chiaro l’obiettivo, che è quello di far conoscere il brand e allo stesso tempo incrementare la visibilità in Rete sfruttando i vari canali di comunicazione che si hanno a disposizione: le strategie di email marketing, per esempio, ma anche i motori di ricerca e i social network. Tutte le aziende hanno bisogno di guadagnare visibilità, ma per una startup questo è un aspetto che conta, se possibile, ancora di più. Su Internet serve promuoversi, e per riuscirci occorre una meticolosa programmazione dello sviluppo, affinché i prodotti e i servizi che si propongono riescano ad arrivare al pubblico target.

In concreto, come si procede?

Prima di tutto è utile individuare con precisione l’identità del marchio, per poi definire il posizionamento dei prodotti e dei servizi. Come si può ben immaginare, poi, occorre conoscere il pubblico target della propria startup. Così, si è in grado di produrre contenuti di qualità e di alto valore, perché questo è uno dei punti di partenza per un posizionamento ottimale. Più pertinenti sono i contenuti e più forte risulta l’indicizzazione della pagina, anche grazie ai link in ingresso ottenuti in maniera organica e naturale. Inoltre, la qualità dei contenuti condiziona anche la credibilità che si ha agli occhi dei potenziali clienti e delle aziende competitor. Il consiglio è di non cominciare con un numero eccessivo di contenuti: come dire, meglio pochi ma buoni, e cioè con un elevato valore aggiunto. Quando parlo di contenuti mi riferisco non solo ai post dei blog, ma anche alle newsletter che vengono spedite tramite l’email marketing.

Quanto è importante il personal branding per il fondatore della startup?

Molto, e non è un caso che si parli sempre più spesso di CEO branding, così come di social CEO. In effetti, avere un CEO brand è un obiettivo strategico, dal momento che il rispetto e la fiducia che possono scaturire da una figura che sta a capo di un’azienda nei confronti della comunità finanziaria, degli analisti e degli stakeholder di riferimento possono essere considerati a tutti gli effetti degli indici di performance, proprio come il valore delle azioni o il profitto. Anzi, a volte questo aspetto è persino più importante, in quanto può avere una diretta influenza verso la componente economica.

Quale relazione c’è tra il personal branding del seo e gli aspetti economici?

In poche parole, il CEO è il dipendente di maggior importanza dal punto di vista della comunicazione. Tutti i dipendenti in un certo senso parlano a nome della propria azienda, ed è evidente che chi sta alla guida in un certo senso ne riflette l’identità. Questa è la ragione per la quale è molto importante curare il personal branding. La visione del CEO, così come la sua capacità di prendere le decisioni e il suo approccio nei confronti dei rischi, è un fattore in grado di ispirare e di condizionare i vari target.

Perché il CEO branding si è diffuso così tanto?

Un ruolo decisivo in tal senso è senza dubbio quello svolto dagli strumenti che eludono la comunicazione classica e i media tradizionali: un esempio chiaro in tal senso è quello offerto dai tweet di Elon Musk, alcuni dei quali sono costati miliardi di dollari di capitalizzazione. C’è da tener presente, poi, la tendenza sempre più spiccata a fidarsi più delle singole persone che non delle aziende: e questo è un trend vero specialmente sui canali digitali, che in genere sono piuttosto impersonali. Infine, l’opinione pubblica è più sensibile ad aspetti come l’inclusività, la diversità, il riscaldamento globale e le differenze sociali.

Qual è il ruolo del video marketing in questo contesto?

La mia attività è focalizzata proprio sul video marketing. Mi servo dei video per comunicare che cosa rende unico un marchio e per raccontare i suoi valori. Ritengo che per il conseguimento degli obiettivi di qualunque impresa ci sia bisogno non solo di strategia, ma anche di formazione costante e di sperimentazione. Ho avuto modo di lavorare con aziende italiane per promuovere il loro potenziale comunicativo, ma anche con diverse startup, contribuendo alla creazione delle loro strategie e dei loro contenuti. Non di rado una consulenza è sufficiente per fare in modo che i contenuti prodotti possano migliorare; in altri casi, invece, servono contenuti comunicativi di maggiore efficacia. Per una startup, per altro, la promozione è solo uno degli obiettivi da raggiungere; infatti è molto importante anche ottenere risultati dal punto di vista del crowdfunding.

Cosa proponi ai tuoi clienti?

Ho avuto modo di collaborazione con aziende del calibro di Snai e Ferrero, ma anche con professionisti che avevano la necessità di migliorare la propria presenza online. Per questo mi baso su contenuti video ottimizzati, che possono essere sfruttati come mezzo di promozione. Il mio ruolo, che è quello di video strategist, consiste nel favorire l’integrazione dei contenuti video nei processi di content marketing per ottimizzare i processi comunicativi. La visione strategica è essenziale da questo punto di vista, ma servono anche competenze trasversali quali una certa esperienza nell’analisi dei dati e la padronanza del linguaggio audiovisivo. Senza dimenticare, poi, la conoscenza dei diversi canali di comunicazione. A volte i contenuti video già esistenti hanno solo bisogno di essere modificati e ottimizzati, in modo tale che consentano di raggiungere gli obiettivi auspicati a costi più bassi. La consulenza è, in ogni caso, il primo passo da compiere.