Innovazione

Come evitare l’infodemia: informarsi bene per vivere meglio

Infodemia
Contenuto curato da Anna Fata

di Anna Fata

Mai come in questa nostra epoca si parla, si scrive, si comunica in modo ubiquitario e continuo. Grazie anche al Web e ai Social siamo potenzialmente diventati tutti “editori di noi stessi”, con i concomitanti rischi e responsabilità del caso. Non ci sono più solo le istituzioni, i professionisti preposti alla comunicazione, ma anche i semplici cittadini che diventano veicoli di notizie, fatti, spesso non adeguatamente filtrati in termini di scientificità, correttezza, aggiornamento, attendibilità.

Gli stessi veicoli delle informazioni non sono più solo quelli istituzionali, tradizionali, con un margine di controllo da parte di chi li emette e gestisce, ma anche altri, come i Social, in cui i partecipanti sarebbero chiamati ad assumersi la loro responsabilità morale, materiale, civile e penale, ma di cui sembrano scarsamente consapevoli.

Un’onda di opinionismo incontrollata e ubiquitaria dilaga e dà spazio alle più disparate interpretazioni della realtà, con pari diritto di esistere e di manifestarsi, ma che che sono da considerarsi assolutamente soggettive e per niente portatrici di un valore di verità assoluta.

In questo dilagare delle comunicazioni il risultato è stato una moltiplicazione esponenziale delle informazioni, molte delle quali neppure vengono lette né considerate, mentre altre, al contrario, vengono immediatamente divulgate e diffuse, complice la leva fortemente emotiva a cui fanno appello, senza particolare attenzione ai contenuti e alle modalità espressive con cui sono trasmesse.

Oggi, per definire questo nuovo fenomeno che sta prendendo sempre più piede, è stato coniato il termine “infodemia”, che sembra raggiungere i suoi picchi di proliferazione proprio nei momenti di massimo carico emotivo e cognitivo legato a qualche fatto di cronaca che si verifica qua e là nel mondo. Cambiano i contenuti, ma le modalità restano le medesime.

Cos’è l’infodemia

L’infodemia, letteralmente “epidemia da informazione”, secondo Treccani, è la “circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili”.

E’ un termine nuovo che è stato coniato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità per sottolineare che forse il maggiore pericolo della società globale nell’era dei Social media è la deformazione della realtà nel rimbombo degli echi e dei commenti della comunità globale su fatti reali o spesso inventati.

Nella comunicazione contano non solo chi emette il messaggio e chi lo riceve, che filtrano e interpretano quanto veicolano e ricevono secondo i loro schemi mentali, ma anche lo stesso canale di invio. Quando i mezzi di comunicazione permettono un invio e una fruizione indiretta, in differita, senza possibilità di replica immediata e eventuali chiarimenti da ambo le parti, la faccenda si complica e il rischio di distorsioni è ai massimi livelli.

La stessa comunicazione scritta, oggi molto in voga nel Web, nei sistemi di messaggistica, anche se si è semplificata molto, a volte fin troppo, al limite della banalizzazione e della scarsa comprensibilità, sta cambiando radicalmente e si configura sempre più aderente al linguaggio parlato.

La grande differenza con quest’ultimo, però, sta nel fatto che eventuali distorsioni si possono rettificare in modo pressoché istantaneo, mentre quello che è scritto resta impresso nero su bianco.

Infine, una comunicazione veramente efficace dovrebbe poter essere tarata sul grado di preparazione culturale di chi la riceve, ma non sempre questo accade. Termini tecnici, gergagli, specifici degli addetti ai lavori vengono sdoganati dall’uso comune, ma talvolta finiscono per perdere il significato originario dando luogo ad ulteriori pericolose distorsioni.

Come le informazioni influiscono sulle emozioni

Tutte le esperienze che viviamo e le situazioni di vita in cui ci troviamo influiscono sul nostro tono emotivo. Esiste un legame strettissimo tra sfera cognitiva, emotiva e fisica in ciascuno di noi, anche se non sempre ne siamo consapevoli.

In questo senso possiamo imparare a prenderne atto e creare un circolo virtuoso capace di beneficiare la salute psicofisica nostra personale e della collettività familiare e sociale in cui viviamo.

Nel processo comunicativo oltre ai contenuti in sé e per sé contano anche molto, se non a volte di più, il modo in cui vengono trasmessi. La loro qualità, le finalità e gli obiettivi che ci poniamo quando ci informiamo contribuiscono a rendere più o meno positivo l’impatto della comunicazione sulla nostra salute.

Ben diverso può essere navigare nel Web e nei Social per noi, intrattenimento, svago, oppure per coltivare relazioni, approfondire la conoscenza di un argomento specifico su siti affidabili, aggiornarsi in campo professionale.

Anche il tono emotivo può subire suscettibili variazioni durante e dopo lo svolgimento di questa attività. Numerose ricerche psicologiche, ad esempio, hanno rilevato che trascorrere molto tempo a scrollare le pagine Social per osservare quello che fanno gli altri può aumentare i sintomi depressivi, il senso di solitudine e abbassare l’autostima.

In tempi di notizie drammatiche come guerre, epidemie, catastrofi ambientali l’eccesso di ricerca di aggiornamenti a sua volta può accentuare paure, ruminazione mentale, ansia, stress, insonnia, isolamento, solitudine, ipervigilanza, allerta costante, timore per la sopravvivenza e predisporre a reazioni immediate primordiali di lotta o fuga.

L’essere umano, in misura maggiore o minore, è un essere sociale e la ricerca continua di informazioni, specie in questi frangenti di minaccia percepita, può rappresentare un modo di evitare l’esclusione e di sentirsi parte di una comunità più ampia.  Tali atteggiamenti si possono ricondurre al nostro ancestrale spirito di sopravvivenza.

Come le informazioni negative danneggiano il cervello

Nei periodi in cui nei mezzi di comunicazione predominano le notizie negative, paradossalmente, nonostante gli effetti deleteri che provocano sulla nostra salute fisica e psichica, andiamo compulsivamente a nostra volta a cercarle.

Questo accade perché il nostro cervello se ne alimenta spasmodicamente al fine di mantenere la sopravvivenza quando avverte una minaccia potenziale. Quando si avverte un pericolo è istintivo porre l’attenzione su di esso. Chi confeziona le notizie conosce bene i meccanismi con cui funziona il nostro cervello e spesso non si fa scrupolo a cavalcarli. Grazie ai rilevamenti dei dati statistici delle visite ai siti risulta immediatamente evidente quello che ciascuno di noi ama di più leggere, che in questo modo viene ulteriormente e continuamente incrementato.

Focalizzarsi eccessivamente sul negativo, però, innesca pericolose e dannose spirali di ansia, stress, tensione, allarmismo, rabbia, allerta. Tutto questo si espande dal livello individuale e quello sociale in breve tempo, perché il contagio emotivo è un fenomeno che si innesca in modo veloce e potente, ancora più oggi grazie ai Social.

Per questo risultano fondamentali due momenti della giornata in particolare: al mattino al risveglio e la sera prima di dormire. La prima fase è in grado di determinare la luce cognitiva ed emotiva del resto della giornata, mentre la seconda può arrivare ad influenzare l’intera nottata. Ecco perché una scelta oculata e consapevole dei modi, tempi, luoghi, quantità delle fonti d’informazione è basilare per mantenere un adeguato equilibrio psicoemotivo.

Dalla lettura alla ruminazione ossessiva

Come se non bastasse, la continua ricerca di aggiornamenti sulle notizie catastrofiche si trasforma gradualmente in ruminazione mentale. E’ come una ossessione che non ci lascia tregua, né di giorno, né di notte. Ogni discorso viene contagiato da questi argomenti, con le sfumature emotive del caso, e anche sogni e incubi o l’insonnia notturna lo confermano.

Rimuginare mentalmente sottrae attenzione, concentrazione, focalizzazione, limita la capacità di problem solving, rende più difficoltose le relazioni sociali, espone ai rischi di ansia, depressione, stress, insonnia, disturbi psicosomatici, Sindrome Post Traumatica da Stress.

Grazie all’uso consapevole, oculato e finalizzato dei media e dei contenuti che ci trasmettono, però, è possibile restare informati e aggiornati su quanto accade nel mondo e accanto a noi, evitando i rischi che questi contenuti possano totalizzare la nostra intera vita e danneggiare la propria salute  e dei nostri cari.

Come informarsi senza rovinarsi la salute

La consapevolezza è sicuramente una delle modalità che meglio ci consente di affrontare ogni situazione di vita. Se ci si rende conto di quello che si sta vivendo, degli effetti che provocano le nostre azioni e ancora più le abitudini quotidiane di vita si riacquisisce il potere e la libertà di scegliere.

Tenere un diario, magari anche solo per una settimana, ad esempio, in cui si annotano le proprie abitudini di ascolto e lettura delle notizie e gli effetti sul corpo, la mente, il tono emotivo prima, durante e dopo tali azioni può essere un ottimo modo per comprendere quali sono gli effetti di questi nostri comportamenti nel breve, medio e lungo termine sul nostro equilibrio psicofisico.

Imparando a discriminare quello che ci fa bene e quello che ci fa male ascoltare ci mette nelle condizioni di decidere se, come, quanto, quando, dove, perché fruirne.

In linea generale, soprattutto nei periodi in cui predominano grandi fatti negativi di cronaca che tendono a totalizzare le comunicazioni, potrebbe essere opportuno ridurre la fruizione dei Social, in quanto quasi inevitabilmente anche le discussioni in quei contesti tendono ad essere orientate verso tali argomenti, spesso alimentando dispute, dissapori, opinionismi improvvisati, e non, luoghi comuni e notizie deliberatamente false.

Anche focalizzare l’attenzione sulla quantità di tempo che si dedica quotidianamente ad informarsi può essere utile. Quando ci troviamo di fronte ad uno schermo, televisivo, di smartphone, tablet o notebook, è noto che la percezione del tempo tende a diminuire fino a svanire.

In quei casi è frequente sottostimare il tempo che si investe in tali attività. Affiancare un orologio o meglio ancora una sveglia e annotare nel diario il tempo trascorso può essere importante per quantificarlo e, magari, anche ridurlo. Quando si prende atto dell’investimento temporale se ne può ridefinire uno che riteniamo consono per noi e rispettarlo, puntando magari una sveglia.

Stabilire degli obiettivi e delle priorità può essere un’altra strategia valida per il nostro benessere. A volte ci si collega con obiettivi vaghi, se non del tutto assenti. Scriverli nero su bianco prima di iniziare tale attività e verificare nel tempo il loro grado di esecuzione può essere un altro modo di ottimizzare i tempi e terminare le proprie sessioni con un senso di utilità, soddisfazione, efficacia,  produttività, relativa serenità.

Infine, effettuare il punto della situazione, di come le nuove abitudini stanno cambiando la nostra vita e la nostra salute può avere un impatto rilevante per la nostra salute globale. Si tratta di dedicarvi pochi minuti al giorni, ma che si possono rivelare preziosi alla lunga per costruirci una migliore qualità della vita.

Appassionato di comunicazione e informazione? Partecipa al WMF2022!

Maggiori informazioni sul sito Webmarketingfestival.it

Il 16, il 17 e il 18 giugno la Fiera di Rimini sarà la sede di svolgimento del WMF 2022, il grande festival dedicato alla comunicazione e innovazione ideato e prodotto da Search On Media Group. Questa società dal 2004 opera allo scopo di favorire la cultura digitale con consulenze strategiche e operative, oltre che tramite la gestione di community. Al WMF prenderanno parte atenei universitari, enti no profit, istituzioni, professionisti, startup e aziende.

Lo scopo dell’evento è quello di andare alla scoperta di nuove occasioni di crescita secondo un approccio inclusivo e sostenibile, con uno sguardo improntato all’innovazione. Una particolare attenzione verrà riservata, ovviamente, al digitale, considerato uno strumento di sviluppo collettivo, non solo dal punto di vista economico ma anche sul piano sociale e umano. Quello previsto dal WMF è un percorso proiettato verso il futuro: saranno più di 100 gli eventi in programma nel corso della tre giorni, fra concerti e appuntamenti culturali, business e formazione, networking e incontri B2B, ma anche intrattenimento e spettacoli per conoscere il mondo dell’innovazione a 360 gradi.

Il festival, a partire dal contributo e dalle idee di ogni soggetto, è operativo nel corso di tutto l’anno con le imprese, gli studenti e i territori al fine di mettere a sistema la creatività e le competenze che sono necessarie per la costruzione di un futuro migliore in condivisione.

Il triplice appuntamento, dunque, è per i giorni 16, 17 e 18 giugno: un’occasione da non perdere per tutti gli appassionati di innovazione, di comunicazione e di marketing.