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Bounce rate: migliorare la frequenza di rimbalzo per incrementare il business online

Frequenza di rimbalzo
Contenuto curato da Massimo Chioni

La Frequenza di rimbalzo è sicuramente un indicatore di performance molto importante da misurare per il marketing di un sito web.

Se non fosse già chiaro, il marketing è una variabile molto importante per qualsiasi business e tenere conto di indicatori di performance come la frequenza di rimbalzo significa portare redditività al proprio business, soldi ed anche utili risparmi di tempo.

Ecco perché è essenziale misurare e migliorare questo indicatore: per farlo nel migliore dei modi, abbiamo chiesto il parere autorevole del Dr Roberto Castaldo, esperto di Performance Management.

In questo articolo troverai infatti la risposta a che cos'è la frequenza di rimbalzo (conosciuta anche come bounce rate e tempo di permanenza) e come migliorarla con alcune informazioni strategiche del dr Castaldo.

Frequenza di rimbalzo cos'è: una definizione utile

Partiamo dal punto zero: che cos'è la frequenza di rimbalzo? La prima risposta è che si tratta di un numero, più precisamente di una percentuale.

La guida di Google definisce il rimbalzo come "una sessione di una sola pagina sul tuo sito" e, per rendere utile questa definizione, devi considerare questo dato come una percentuale che ci informa su un fenomeno molto importante: quante persone abbandonano un sito entro pochi secondi dopo averne visitato una sola pagina?

Se ad esempio arrivano 100 persone su un sito e 50 lo abbandonano entro pochi secondi (la maggior parte delle statistiche fissa il bounce rate entro i 30 secondi), allora la frequenza di rimbalzo di quel sito è pari al 50%.

Di solito, quando le persone scoprono questo dato per la prima volta si domandano: esiste una frequenza di rimbalzo ottimale per un sito?

La risposta più sensata da dare è: dipende.

Sono tanti i fattori da considerare per valutare la frequenza di rimbalzo ottimale per un sito: ma prima di fare questo, assicuriamoci innanzitutto di poter misurare effettivamente il bounce rate di un sito.

Frequenza di rimbalzo: come faccio a misurarla sul mio sito? Il bounce rate Google Analytics

Una volta che sai che cos'è la frequenza di rimbalzo Google Analytics è una delle cose da implementare sul tuo sito.

Anche qui, partiamo da zero: la prima cosa da fare è collegare il tuo sito a Google Analytics. È un servizio di analisi gratuito che Google offre agli utenti per misurare il bounce rate e tanti altri parametri su ciò che accade nel tuo sito.

Una volta che l'hai collegato, ti basta accedere ad Analytics e cliccare sulla scheda Pubblico - Panoramica per poter visualizzare la frequenza di rimbalzo insieme ad altri parametri quali le sessioni, gli utenti, le visualizzazioni di pagina ed altre.

A quel punto avrai ottenuto la misurazione e potrai fare valutazioni ed apportare miglioramenti da verificare nel corso del tempo.

Frequenza di rimbalzo: davvero non è possibile stabilire un internet bounce rate ottimale?

Prima di passare alle informazioni strategiche del dr Roberto Castaldo, vogliamo dare una prima risposta orientativa alla domanda: esiste una frequenza di rimbalzo ottimale per un sito?

Facciamo subito un primo esempio: frequenza di rimbalzo alta su una pagina con traffico a pagamento.

Significa che abbiamo attivato una pubblicità e stiamo pagando per far sì che le persone visitino la nostra pagina.

In quel caso, se il bounce rate è 80% o 90%, questo potrebbe significare nella maggior parte dei casi che stiamo spendendo soldi senza ottenere risultati.

Perché diciamo "potrebbe significare" piuttosto che "sicuramente significa"?

Perché se stiamo pubblicizzando una pagina dove vogliamo che l'utente si iscriva con la sua mail e richieda informazioni, due sono i casi: o gli utenti si iscrivono in pochi secondi e vanno via, oppure gli utenti vanno via subito senza iscriversi.

Come facciamo a verificare quale dei due casi è? È molto semplice: basta verificare il numero di utenti che hanno visitato la pagina con il numero di utenti che si sono iscritti.

Se invece siamo nel caso di una frequenza di rimbalzo alta su una pagina con traffico non a pagamento, le casistiche sono diverse:

  • se la pagina propone contenuti "veloci" - risposte brevi a semplici domande, dati veloci quali indirizzi e numeri di telefono, news flash, siti con una sola pagina ecc. - una frequenza di rimbalzo alta può essere anche "fisiologica".
  • se la pagina propone contenuti "lenti" - blog, articoli di approfondimento, pagine che puntano di proposito ad altre pagine - allora un frequenza di rimbalzo che superi il 50% può essere considerato sicuramente un dato da migliorare.

Ci sarebbero molte altre variabili da considerare, ma la cosa più importante è avere un approccio strategico al marketing e sapere come leggere questo dato in un contesto più ampio: ecco perché abbiamo chiesto il parere autorevole del Dr Roberto Castaldo che ci ha gentilmente risposto.

Bounce rate: come misurarlo e migliorarlo secondo il Performance Management

Condividiamo quindi le preziose informazioni strategiche del Dr Roberto Castaldo, che ringraziamo per questo autorevole intervento.

  • La frequenza di rimbalzo è sicuramente un valore molto importante da misurare, monitorare e migliorare nell'analisi delle performance di un sito web.
  • Diventa un valore ancora più utile quando è supportato da una strategia di marketing e da una tecnologia di alto profilo.
  • Nel mio modello di gestione del business in sole 6 variabili, "Performance Management Formula" il marketing rappresenta infatti una delle 6 variabili fondamentali e questo diventa uno dei KPI da tenere sotto controllo. 
  • Non direi che esiste una "formula frequenza", ma la misurazione del bounce rate ci consente di mettere insieme i tre elementi fondamentali del marketing e del business: numeri, persone e processi. 
  • Ecco un esempio di come applicarli in questo caso:
  • Numeri: i numeri e le percentuali sono dei dati certi da cui partire per modificare le nostre azioni.
  • Persone: il tasso di rimbalzo è un indicatore concreto del comportamento dei tuoi utenti. Più hai informazioni sui tuoi utenti e sul tuo target e sai gestirle, maggiori possibilità hai di influenzare il bounce rate. 
  • Processi: il bounce rate è il risultato di una serie di eventi legati ad un sito internet ed avere creato un processo (che sia un funnel o di altro tipo) che porti l'utente a seguire una serie di azioni passo-passo è molto diverso dall'avere un semplice e statico "sito vetrina". Se c'è un processo, c'è una sequenza che ci consente di monitorare ad ogni passo se l'utente sta facendo ciò che ci aspettiamo o se sta "rimbalzando" altrove.
  • In ultimo, ma non per questo meno importante, il fattore tecnologia: per quanto debba essere ormai uno standard da cui partire, è bene ricordare che la frequenza rimbalzo per mobile va misurata e migliorata continuamente. 
  • Ogni pagina web dev'essere veloce da caricare, ottimizzata dal lato della programmazione e del codice, coerente con la struttura del sito, meglio ancora se esteticamente accattivante e progettata secondo una user experience che faccia tesoro delle informazioni che ci vengono dal neuromarketing.

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