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PS4 Jailbreak: Sony denuncia Eric David Scales

PS4 jailbreak
Contenuto curato da Massimo Chioni

La maggior parte delle persone, al giorno d'oggi, possiede una PS4: quest'ultima ha avuto un enorme successo sin dai primi tempi della sua diffusione, a partire da novembre 2013. La console non permette solo di giocare a una vasta scelta di videogame, ma anche di collegarsi a internet, ascoltare musica, guardare video, gestire una serie di app, condividere contenuti. È possibile personalizzare la propria schermata iniziale, inviare in tempo reale le sequenze migliori di una partita, giocare anche durante un download. Queste funzioni sono note più o meno a chiunque, e sono tra le più utilizzate dall'utente medio della PS4. La selezione di videogiochi, in più, è davvero ampia e finalizzata a soddisfare i gusti di ognuno, senza considerare che continuano a uscirne di nuovi.

Non tutti, però, si accontentano. Di tanto in tanto qualcuno tenta di modificare la console e poi di rivenderla con tanto di software piratato al suo interno. La modifica è il cosiddetto ps4 jailbreak, operazione sempre più difficile al giorno d'oggi grazie ai continui aggiornamenti firmware e al fatto che la PS4 è collegata a internet. Simili fattori aumentano la sicurezza d'utilizzo, insieme a una serie di funzioni progettate proprio per evitare il rischio di hackeraggio. Da poco Sony, la celebre multinazionale cui si deve la produzione della PlayStation 4, ha imposto una salata multa a un cittadino della California, Eric David Scales. L'uomo è accusato di aver venduto console modificate con diversi giochi piratati: l'operazione, datata ottobre 2018, si sarebbe svolta tramite vari siti online di compravendita, quale ad esempio eBay. Sony, però, non ha mostrato alcun accanimento nei confronti di Scales, limitandosi a chiedere come risarcimento 20.000 dollari, di cui 16.800 per il Digital Millennium Copyright Act o DMCA, 3.500 per le spese di carattere processuale. La violazione del DMCA prevede, come pena, il pagamento di 800 dollari per ogni console scoperta, in questo caso due, e 200 dollari per ogni gioco piratato: il problema è che questi ultimi erano ben 76.

Quello di Sony è stato ritenuto a tutti gli effetti un gesto simbolico, quasi un avvertimento rivolto a chiunque abbia intenzione di imitare il gesto di Scales. Per un'accusa così grave 20.000 dollari non sono molti: la multinazionale, in fin dei conti, si è limitata a chiedere la somma minima stabilita dalla legge. La decisione di Sony è stata interpretata come una vera e propria manovra mediatica, volta non ad accumulare denaro ma a diffondere la notizia per mettere in guardia gli utenti contro la pirateria e l'uso del ps4 jailbreak. L'obiettivo è informare le persone riguardo il pericolo che si corre se ci si dedica a simili atti illeciti. Nulla a che vedere con la causa intentata dalla Nintendo, nel 2018, contro due siti di ROM e di emulatori per violazione del marchio. In questo caso il risarcimento richiesto è stato pari a circa 12 milioni di dollari, una cifra che i siti accusati probabilmente non sono nemmeno in grado di raccogliere. Anche in questo caso si è trattato di un monito contro tutti coloro che violano il copyright, ma gli effetti sono stati senza dubbio più devastanti. La risonanza della vicenda si è rivelata notevole: dopo l'avvenimento, molti siti hanno chiuso i battenti senza essere stati accusati di nulla, soltanto per evitare una pena.

Il provvedimento di Sony, se lo si paragona a quello poco antecedente della Nintendo, è stato molto più leggero, tanto che si è parlato di una somma corrispondente al minimo indispensabile. Non minore, tuttavia, è stato l'impatto sugli utenti della PS4, sottoposti a un'autentica opera di sensibilizzazione. I commenti sono estremamente vari, poiché c'è persino chi difende Scales contro la multinazionale: del resto, nel corso del tempo si sono diffuse opinioni contrastanti sul jailbreak, a partire dal primo episodio che vide come protagonista proprio la PlayStation 4.

Reckz0r e il primo jailbreak

La console fu hackerata per la prima volta poche settimane dopo la sua uscita, alla fine del 2013. Il responsabile, noto con il nome di Reckz0r, pubblicò su un forum per hacker uno script con le istruzioni per modificare la PS4, una vera e propria guida per tutti coloro che volessero cimentarsi nell'impresa. Su Pastebin, nota applicazione web i cui utenti inviano frammenti di testo come codice sorgente, fu persino "incollato" un pacchetto con i file per l'installazione della modifica, che ovviamente poco dopo è stato rimosso. Quello di Reckz0r fu il primo ps4 jailbreak, annunciato da un semplice post contenente tutte le istruzioni e una serie di osservazioni riguardo il sistema di protezione della PS4. Quest'ultimo, secondo il parere dell'hacker, non è stato progettato in maniera adeguata ed è molto facile da aggirare. Reckz0r, tra l'altro, ha dichiarato pubblicamente di non aver scoperto da sé questa debolezza della console, ma di averla appresa dall'utente di un altro forum.

Su Pastebin è stata pubblicata la guida per effettuare la modifica della PlayStation 4, operazione che però non è esente da rischi. Chi segue queste istruzioni, infatti, rischia di provocare danni permanenti alla console o, nei casi peggiori, di bloccarla completamente. Un altro pericolo è quello di trovarsi fuori da PlayStation Network e di non potersi più collegare a internet: ciò significa essere esclusi da qualsiasi videogioco online ed essere impossibilitati a scaricare gli aggiornamenti. Il jailbreak, inoltre, implica una probabile perdita della garanzia, che diventa certa se la modifica coinvolge l'hardware. La possibilità di avere giochi piratati, di usare trucchi e di ampliare nel complesso le potenzialità della console sono dunque bilanciate da numerosi, seri svantaggi. Modificare una PS4 e venderla, poi, costituisce un vero reato, come ha dimostrato la reazione, seppur "pacata", di Sony. Eric David Scales non ha solo eseguito un jailbreak, ma ha anche venduto i frutti del proprio lavoro, dichiarando sul proprio sito web che le persone potevano finalmente smettere di comprare i giochi. Il gesto dell'uomo californiano ha dimostrato, a conti fatti, che la PlayStation 4 è vulnerabile e non è certo intoccabile. La denuncia della multinazionale è specchio di un problema più ampio, quello della violazione dei diritti legati al copyright, per il quale ancora oggi si sta cercando un'adeguata soluzione.

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