Innovazione

Crowdsourcing, l’innovazione del mercato del lavoro?

Crowdsourcing
Contenuto curato da Massimo Chioni

La condivisione della conoscenza è alla base dello sviluppo di progetti di lavoro che contraddistingue il crowdsourcing. Questo sistema fa in modo che la domanda di lavoro possa essere messa in contatto con l’offerta, nel settore digitale ma non solo: così le attività dell’impresa ideatrice possono essere esternalizzate, mentre i team già in essere beneficiano di un sostegno. Il crowdsourcing non è un modello di business che può essere adottato solo dalle aziende, per altro: più in generale, lo si può ritenere un mezzo di problem solving che si fa apprezzare per i tempi ridotti e per i costi contenuti che lo caratterizzano.

I vantaggi del crowdsourcing

Nel momento in cui la folla viene resa partecipa delle problematiche di un’impresa, le persone hanno la sensazione e la certezza di essere ascoltate. Da tale circostanza derivano diversi vantaggi: per esempio le organizzazioni hanno l’occasione di conoscere in maniera diretta le esigenze e le necessità dei consumatori. Al tempo stesso si sviluppa, all’interno della comunità, un senso di appartenenza all’organizzazione, da cui discende una situazione di fidelizzazione. Il crowdsourcing ha come caratteristica peculiare l’esternalizzazione della forma lavoro: può succedere anche che l’adozione di intelligenze umane permetta la risoluzione di problemi complessi. Esse, infatti, hanno la capacità di svolgere compiti che attualmente i computer non riescono a eseguire.

Come si fa crowdsourcing

Il crowdsourcing può assumere forme differenti e declinarsi in molteplici varianti. Basti pensare, per esempio, al crowdvoting, che consiste in una modalità di crowdsourcing che necessità dell’intelligenza delle masse e della forza lavoro allo scopo di far fronte a problemi che per essere risolti hanno bisogno dell’intelligenza collettiva dei contribuenti. Il crowdmapping, invece, è un metodo cartografico di recente introduzione che si fonda sulla disponibilità di utenti e residenti: si tratta di un approccio che propone logiche partecipative di tipo bottom-up, con il ricorso a informazioni georeferenziate e a tecnologie digitali innovative.

Un approccio al problem solving

Come si è potuto intuire, si può definire il crowdsourcing come un approccio al problem solving in virtù del quale le masse esercitano un certo potere non solo in quanto forza lavoro, ma anche perché sono depositarie di un certo sapere, sotto forma di saggezza e di creatività. Nei processi di crowdsourcing, comunque, possono essere identificati approcci di vario genere. È il caso del crowdtesting, che è una metodologia che ha lo scopo di testare le applicazioni web e quelle per i dispositivi mobili in attesa che possano essere proposte sul mercato. L’obiettivo che si vuole raggiungere è, ovviamente, quello di arrivare a un prodotto che non dia problemi e che sia di facile utilizzo da parte degli utenti finali, la cui esperienza va a intersecarsi con quella del team che si occupa di norma delle attività di testing classiche.

crowdsourcing e crowdfunding

L’esempio più noto di crowdsourcing, però, può essere individuato nel crowdfunding, che rappresenta una forma di finanziamento di un progetto da parte di una collettività. In pratica, nel caso in cui la campagna di crowdfunding permetta di conseguire l’obiettivo prefissato, chi ha finanziato il progetto ottiene una ricompensa o un titolo di partecipazione in cambio. Se la collettività contribuisce a un processo di creazione, invece, si ha a che fare con il crowdcreation, una situazione caratteristica di attività creative e digitali. In questa eventualità la comunità è chiamata a offrire un contributo eterogeneo grazie a cui si può giungere alla risoluzione di problemi.

Che cos’è davvero il crowdsourcing

Si può definire il crowdsourcing come un’attività di partecipazione online, o anche una soluzione nel settore digitale, grazie a cui le varie professionalità che vengono chiamate in causa hanno la possibilità di mettere a disposizione, anche da remoto, soluzioni all’insegna dell’innovazione. È bene distinguere con attenzione il crowdsourcing dall’open source: in questo secondo caso, infatti, si è in presenza di un lavoro che produce un risultato di proprietà pubblica. Ciò non avviene, invece, con il crowdsourcing, visto che il risultato finale resta di proprietà di chi ha organizzato l’iniziativa. Chi ha fornito l’idea vincente, dunque, non ne diventa proprietario, ma più semplicemente viene ricompensato per il proprio lavoro.

La flessibilità e l’apertura

Con il crowdsourcing un’impresa attraverso un annuncio flessibile e aperto propone la realizzazione di uno specifico compito in maniera volontaria e libera. La modularità e la complessità di questo compito sono variabili, e il gruppo che vi prende parte ottiene un beneficio, apportando a seconda dei casi la propria esperienza, le proprie conoscenze, il proprio lavoro o semplicemente una certa somma di denaro. In cambio della propria partecipazione gli utenti vedono soddisfatta una particolare esigenza, non per forza di carattere economico: si può trattare, per esempio, dello sviluppo di abilità personali o di una semplice questione di autostima, ma anche di riconoscimento sociale. La forma del contributo che gli utenti offrono varia in funzione della tipologia di attività, e il crowdsourcer può usufruirne a proprio vantaggio.

Da dove arriva il crowdsourcing

L’utilizzo di questo termine è molto recente. È sufficiente risalire al 2006, infatti, per trovare la prima apparizione della parola “crowdsourcing”, che è stata coniata da Jeff Howe, un giornalista americano, allo scopo di tratteggiare una forma di collaborazione di natura professionale inedita che stava conoscendo all’epoca una forte diffusione negli Usa. Crowdsourcing è la fusione dei termini “crowd”, che vuol dire “folla”, e “outsourcing”, che vuol dire “esternalizzazione”. Ecco, quindi, una moltitudine di individui che hanno in comune la volontà di essere parte di qualcosa. Ne deriva un modello economico che mira alla messa a punto e alla creazione di progetti di lavoro attraverso la condivisione di conoscenze.

Il crowdsourcing oggi

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