Innovazione

Alta definizione e digitale terrestre DVB-T2: innovazione in tv

Alta definizione
Contenuto curato da Massimo Chioni

Il nuovo digitale terrestre è noto con la sigla DVB-T2: il suo arrivo renderà necessario l’acquisto di un nuovo decoder o, in alternativa, la sostituzione del vecchio televisore. Infatti, uno degli effetti del nuovo digitale terrestre consisterà nell’obsolescenza di milioni di vecchi apparecchi televisivi. In tanti, consapevoli di ciò che sta per cambiare, hanno già rimediato comprando una televisione nuova, anche grazie al bonus tv che può essere richiesto fino al 31 dicembre del prossimo anno. Una data importante sarà quella del 1° settembre del 2021: quel giorno si dirà addio alla codifica MPEG-2, il cui posto verrà preso da MPEG-4/h.264. In pratica, i televisori privi di alta definizione esterna o integrata non potranno ricevere i canali.

Le date del passaggio al nuovo digitale terrestre

La transizione verso il nuovo standard, però, non avverrà nello stesso momento in tutta Italia: sono state previste tre categorie differenti. In particolare, fra il 1° settembre e il 31 dicembre del 2021 passeranno al nuovo digitale terrestre le province di Bolzano e Trento, l’Emilia Romagna, il Friuli Venezia Giulia, il Veneto, la Lombardia, il Piemonte e la Valle d’Aosta. Tra il 1° gennaio e il 31 marzo del 2022, invece, sarà la volta della Campania, del Lazio, dell’Umbria, della Toscana, della Liguria e della Sardegna. Infine, a partire dal 1° aprile del 2022 e fino al 20 giugno saranno coinvolte le regioni rimanenti, e cioè il Molise, le Marche, l’Abruzzo, la Basilicata, la Puglia, la Calabria e la Sicilia.

Che cosa cambierà

In pratica, se tutto andrò secondo i piani lo switch-off al DBV T2 sarà completo a partire dal mese di giugno del prossimo anno. Questa evoluzione tecnologica consentirà di proseguire la trasmissione attraverso il digitale terrestre dei contenuti televisivi. È stato il ministero dello Sviluppo Economico a indicare la data per lo switch-off. Ecco, quindi, che dal 20 giugno del 2022 in avanti i programmi televisivi potranno essere ricevuti unicamente se verranno impiegati decoder o tv di nuova generazione, vale a dire compatibili con gli standard di codifica e di trasmissione che si basano sulla sigla Dvbt-2/Hevc. In base a ciò che è stato previsto dal ministero, sin dal prossimo mese di settembre occorrerà provvedere a cambiare i decoder e i televisori non abilitati per la fruizione di trasmissioni in alta definizione.

Tutto quello che c’è da sapere sul nuovo digitale terrestre

Quando si fa riferimento alla sigla Dvbt-2 si parla della nuova generazione dello standard che consente di trasmettere contenuti tramite il digitale terrestre, che viene chiamato – appunto – Dvbt. Si tratta, in sostanza, di un’evoluzione tecnologica del Dvb, che rappresenta il sistema originario: questa sigla è l’acronimo di Digital Video Broadcasting. In altri termini, vengono aggiornati i requisiti che devono essere soddisfatti per i contenuti con performance più elevate, per favorire l’attivazione dell’alta definizione in 8k.

I benefici

Ovviamente da questo passaggio dovrebbero scaturire diversi vantaggi. Uno di questi deve essere individuato nella predisposizione per l’ultra high definition, ma ci sono anche altri aspetti che devono essere sottolineati: per esempio, la certezza di avere a che fare con un segnale trasmesso in maniera più pulita. Inoltre, con il nuovo digitale terrestre ci sarà una distanza più elevata fra l’antenna da cui il segnale viene ricevuto e il ricevitore grazie al quale avviene la trasmissione sullo schermo. Vale la pena di ricordare che il Dvbt-2 supporta i sistemi indicati con la sigla MiMo, che sta per multiple input multiple output: sono quelli grazie ai quali gli apparecchi vengono messi in grado di gestire una maggiore quantità di flussi di informazioni in ingresso e in uscita, nello stesso modo in cui ciò avviene per i telefoni.

Il nuovo digitale terrestre e l'alta definizione in 5G

C’è da dire, ancora, che il Dvbt-2 non costituisce unicamente un aggiornamento di carattere tecnologico. Esso, infatti, deve essere ritenuto uno degli step più importanti per fare in modo che il 5G possa essere implementato su larga scala. A partire dall’inizio dello scorso anno, infatti, hanno preso il via i lavori necessari per liberare le frequenze della banda 700 MHz, in base a quanto è stato indicato nel decreto ministeriale del mese di agosto del 2018. Questa banda in precedenza era occupata da vari canali televisivi, mentre adesso è necessaria per il 5G: di conseguenza quei canali tv sono stati costretti a spostarsi su porzioni di spettro differenti.

Che cosa fare con l’antenna

Come si è visto, il nuovo digitale terrestre impone di acquistare una nuova tv o al massimo di integrare con un decoder una vecchia tv, ma per fortuna non ci sarà bisogno di sostituire l’antenna. In base ai suggerimenti che sono stati forniti dal ministero dello Sviluppo Economico, già adesso è possibile verificare se i televisori che si hanno in casa permettono di vedere i canali in alta definizione oppure no. È sufficiente controllare se i canali dal 501 in poi possono essere visti o meno. Per quel che riguarda i decoder che si trovano in vendita in questo momento, invece, essi già rispettano gli standard di trasmissione, e di conseguenza sono abilitati alla ricezione sia delle trasmissioni che saranno in onda a partire dal prossimo mese di settembre, sia di quelle che ci saranno da giugno del 2022.

L’High efficiency video coding

Ma non è ancora tutto, perché per poter continuare a vedere la tv come siamo stati abituati a fare fino a questo momento non sarà sufficiente la compatibilità del decoder o del televisore con il nuovo digitale terrestre. Sarà necessaria anche la compatibilità con la codifica per l'alta definizione: l’High efficiency video coding, indicato con il nome Hevc Main 10. Stiamo parlando, più precisamente, di un sistema di codifica che attraverso la tecnologia H.265 comprime il segnale. Tale tecnologia non è altro che lo standard di compressione video che sostituirà quelli attuali.

Come scegliere il migliore televisore in alta definizione (e capire se è necessario cambiarlo)

Tutti i televisori in commercio dal 2017 garantiscono la compatibilità con lo standard Dvbt-2 Hevc. Attenzione, però, perché è solo dal mese di dicembre del 2018 che sono stati posti sul mercato i modelli che garantiscono di sicuro la compatibilità con l’Hevc main 10, che è quello non a 8 bit ma a 10. Se si vuol accertare la compatibilità del televisore con lo standard nuovo basta andare sul canale 100 della Rai o sul canale 200 di Mediaset. Se si è in grado di vedere le trasmissioni, rappresentate dalla scritta Test Hevc main 10 su schermo blu, vuol dire che non è necessario intervenire. Una ulteriore possibilità consiste nel verificare il modello e il codice del proprio televisore e controllare se è nella lista che i siti dei vari produttori.

Quanto si spende per comprare un decoder nuovo di qualità

A questo punto, non resta che capire quanto si dovrà spendere per il passaggio all’alta definizione. I decoder nuovi si trovano già in commercio, quindi non è difficile farsi un’idea dei prezzi, eventualmente anche navigando su Internet. I modelli entry level hanno un costo di poco superiore ai 10 euro, mentre nel caso di soluzioni più all’avanguardia dal punto di vista tecnologico si può arrivare oltre i 100 euro di spesa. La differenza sta nelle prestazioni offerte dai processori e nella capacità di integrare vari ingressi, incluso il satellite.