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Motori: il futuro della mobilità raccontato nei nuovi trend

La micromobilità è destinata a definire l’avvenire della mobilità: scooter, e-bike e shared bike potrebbero diventare sempre più protagonisti in futuro. Non è certo un azzardo prevedere la crescita di questo settore, che aiuta a trovare un rimedio a una delle questioni più importanti da sempre correlate alla mobilità: l’ultimo miglio. I servizi di e-scooter e di bike sharing possono essere utili per ridurre gli ingorghi in strada e al tempo stesso evitarli, ma la varietà di mezzi a disposizione è molto più ampia. Cangaroo, per esempio, è una start-up scandinava che va oltre il settore dei motori e propone addirittura dei trampoli a molla, denominati pogo-stick, con una tariffa al minuto.

I benefici del car sharing

Per il momento quello del car sharing può essere considerato un settore di nicchia, ma non è detto che sarà così anche nei prossimi anni. I consumatori urbani, secondo quanto riferito dalla società di consulenza McKinsey, tendono a preferire il car sharing rispetto al possesso di un veicolo (una tendenza vera soprattutto tra i cittadini ad alto reddito). Nel mercato sono state introdotte cifre molto elevate, e l’obiettivo dei fornitori è quello di ampliare la platea di potenziali clienti. Per raggiungere questo traguardo, è necessario intervenire sulle caratteristiche delle auto, i cui interni per esempio potrebbero essere riconfigurati a seconda che i veicoli siano destinati a una comitiva, a una famiglia con bambini, e così via.

Le tecnologie dei sensori

Ormai i sensori sono una componente fondamentale dei veicoli moderni, veri e propri occhi che saranno indispensabili per i mezzi a guida autonoma. Grazie ad essi è possibile usufruire di immagini in tempo reale a 360 gradi, e quindi visualizzare tutto quello che si muove in strada, a cominciare dai pedoni, di modo che i dati possano essere inviati al computer di bordo. I sensori possono essere implementati anche negli pneumatici, e servono a catturare dati relativi alle condizioni dell’asfalto, e alle condizioni delle gomme stesse: lo scopo è quello di innalzare gli standard di sicurezza. Ancora, vale la pena di citare le telecamere installate all’interno degli abitacoli, con innovativi sensori che permettono di rilevare se i conducenti sono distratti o stanchi, tenendo conto di parametri come il numero di volte in cui si sbattono le palpebre, la dilatazione delle pupille o la direzione dello sguardo.

Le applicazioni per il trasporto multimodale

Il futuro della mobilità potrebbe essere dominato anche dalle applicazioni di trasporto cosiddette one-stop-shop, grazie a cui è possibile gestire le diverse opzioni di trasporto per percorrere la strada da affrontare, a seconda che si preferisca la soluzione più ecologica, quella meno costosa o quella più rapida. In pochi clic si può decidere e trovare la risposta che si desidera. Le piattaforme Mobility as a Service in tutto il mondo sono destinati a rimpiazzare nel giro dei prossimi 3 anni 2 miliardi e 300 milioni di spostamenti in città in macchina: è ciò che prevede una società di ricerca del settore digitale, Juniper Research.

La mobilità elettrica

Infine, in questa rassegna di trend destinati a caratterizzare il presente e il futuro della mobilità non si può certo fare a meno di menzionare l’elettrico, soprattutto in un contesto in cui il miglioramento delle caratteristiche delle batterie e delle loro prestazioni si fa sempre più rapidi. Al giorno d’oggi i mezzi elettrici vengono reputati una soluzione altamente sostenibile dal punto di vista tecnologico. Una ricerca compiuta dalla società di consulenza Deloitte, per altro, ipotizza che nel giro di pochi mesi le auto elettriche costeranno come quelle con motori diesel o benzina. Quel che è certo è che i costruttori europei già adesso continuano a lanciare modelli elettrici nuovi. Il rischio, però, è che la domanda per un po’ di tempo sia inferiore all’offerta, dal momento che i conducenti non cambiano le proprie abitudini in tempi così rapidi.

L’importanza della connessione

Una recente indagine della School of Management del Politecnico di Milano, effettuata dall’Osservatorio Smart & Connected Cars, si è concentrata sul futuro del settore automobilistico a partire da concetti come la smart mobility e la connessione. Lo studio ha preso in esame la mobilità attuale per poi analizzare le tendenze relative ai veicoli intelligenti, in modo da cercare di definire gli scenari del futuro sul breve periodo e in una prospettiva temporale più ampia. Ciò che è sicuro è che il settore automotive sta affrontando una trasformazione veloce e molto profonda, con la digitalizzazione che ha assunto un valore fondamentale. La pervasività dei servizi connessi sulle macchine garantisce ai conducenti nuove esperienze, mentre gli standard di sicurezza vengono innalzati grazie ai sistemi di assistenza alla guida.

La SIM integrata a bordo

Le auto con SIM integrata a bordo nascono già connesse e stanno conoscendo un notevole incremento: si tratta di una crescita del 47%, pari a 2 milioni e 200mila esemplari. In crescita del 33%, invece, i modelli con i sistemi Bluetooth, per un totale di 4 milioni di veicoli. La ricerca intitolata “Connected Car & Mobility: un nuovo inizio” racconta, poi, che nel corso degli anni a venire sia nel nostro Paese che in quelli stranieri crescerà il settore dei veicoli connessi. Gli utenti dimostrano di apprezzare i sistemi di assistenza alla guida, la cui integrazione nelle macchine che verranno è destinata ad avere ripercussioni importanti dal punto di vista degli incidenti stradali, che diventeranno meno numerosi e avranno conseguenze meno gravi.

Il traffico fra 20 anni

In base allo scenario previsto dai ricercatori del Politecnico, tra una ventina di anni guideremo macchine più piccole e a propulsione elettrica, dotate di guida autonoma e spesso in proprietà condivisa. Proprio la guida autonoma sarà la peculiarità principale, e favorirà la comparsa dei cosiddetti robotaxi. Per soddisfare le necessità degli utenti in termini di mobilità non ci sarà bisogno di tanti robotaxi, dato che l’uso delle vetture private in contemporanea non va al di sopra del 10%. Quel che più conta è che questi veicoli saranno dotati di tecnologie all’avanguardia che consentiranno loro di interagire con le infrastrutture che dovranno percorrere e affrontare.