Innovazione

Intelligenza Artificiale: una minaccia per l’umanità?

Intelligenza artificiale, una minaccia
Contenuto curato da Massimo Chioni

A fronte delle sempre più convincenti prestazioni ottenute dalle Intelligenze Artificiali, alcune importanti personalità della scienza e dell'imprenditoria hanno ripetutamente segnalato i possibili pericoli insiti nella creazione di Intelligenze Artificiali troppo indipendenti.

La paura espressa sembra essere relativa al fatto che non esiste un coordinamento mondiale sulle modalità operative e gli scopi che le IA dovrebbero avere nella loro programmazione ed il fatto che del loro sviluppo si occupano non solo istituzioni pubbliche ma, soprattutto, aziende private e globali come Google, Facebook, Amazon, Apple e Microsoft preoccupa circa le finalità per cui queste IA operano e opereranno nel perseguire gli interessi di coloro che le hanno programmate.

L’intelligenza artificiale è uno strumento potentissimo e la sua applicazione spazia ormai in moltissimi campi: dal marketing all’automazione, dalle auto a guida autonoma alla robotica, dal settore delle armi all'esplorazione spaziale e perfino settori come la medicina stanno sempre più implementando le IA.

Si sa che da grandi poteri nascono grandi responsabilità ed i dubbi principali sull'uso delle IA riguardano principalmente gli aspetti etici.
Elon Musk, l'estroverso imprenditore di origine sudafricana proprietario, tra e altre cose, di Tesla motors e SpaceX è, notoriamente, critico sullo sviluppo non regolamentato dell’Intelligenza Artificiale. Qualche tempo fa Musk definì l’IA come la “più grande minaccia per l’esistenza dell’umanità” e unì la sua voce a quella di un gruppo di luminari e ricercatori tecnologici, tra cui Stephen Hawking, per esortare le Nazioni Unite a vietare i robot killer e l'applicazione delle IA al campo degli armamenti e ai sistemi automatici di difesa. Il miliardario ha proposto di avviare un programma di supervisione federale per monitorare la crescita della tecnologia.

I rischi pubblici richiedono una supervisione pubblica

Il rischio sarebbe quello che lo sviluppo incontrollato di una Intelligenza Artificiale troppo intelligente e troppo capace di decisioni indipendenti potrebbe portare ad una dittatura di fatto che, forte di una rete di milioni di computer in tutto il mondo, potrebbe gestire e controllare le nostre vite sotto ogni aspetto.
Questa dittatura digitale godrebbe, infatti, di un accesso istantaneo a ogni frammento di informazioni registrate su ogni persona che sia mai vissuta. Sarebbe in grado di fare milioni di calcoli in una frazione di secondo, controllare l’economia mondiale ed i sistemi di armamenti con un’autonomia praticamente divina e – cosa più spaventosa di tutte – sarebbe immortale.
Mi sembra chiaro che ci stiamo rapidamente dirigendo verso lo sviluppo di una superintelligenza digitale in grado di surclassare qualsiasi umano” ha avvertito Musk all’interno del documentario sull’Intelligenza Artificiale intitolato: “Ti fidi di questo computer?” diretto da Chris Paine. “Se una società o un piccolo gruppo di persone riuscisse a sviluppare una super-intelligenza digitale divina, niente potrebbe impedirle di conquistare e dominare il mondo.” Ha spiegato il miliardario.

Per affrontare questo problema, il patron di Tesla e SpaceX ha creato un'associazione no profit, Open-AI, che si occupa di studiare i rapporti tra etica e intelligenza artificiale per impedire che le AI si trasformino in una minaccia esistenziale per l’uomo. OpenAI, sta portando avanti studi, progetti ed analisi con los copo di enumerare i rischi concreti derivanti dalle Intelligenze Artificiali già nel futuro prossimo.

La crescente automazione e l'applicazione delle IA ci sta sicuramente portando una serie di vantaggi ma già emergono alcuni problemi. Le IA, per esempio, stanno rendendo superfluo l'apporto umano in molti settori lavorativi, facendo perdere molti di quei lavori tradizionali e non che per molto tempo hanno garantito l'occupazione.

Si tratta di posti di lavoro la cui perdita non viene compensata dai pochi posti generati dagli incarichi di supervisione dell'opera delle IA e all'orizzonte si prospettano anche IA che presto saranno in grado di autoprogrammarsi, rendendo anche in questo caso superfluo l'apporto dei moltissimi operatori del settore.
Vedremo se, man mano che le IA si diffonderanno sempre di più, emergeranno correttivi che permetteranno di compensare i problemi e le difficoltà che emergeranno. Un mondo composto prevalentemente da disoccupati che vivono di pubblici sussidi per mancanza di occasioni lavorative fa, al momento, molta più paura della lontana prospettiva di una dittatura digitale.

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