Negli Stati Uniti gli adolescenti sono in fuga da Facebook. A ipotizzarlo non sono i sociologi o gli analisti esterni, visto che la conferma è arrivata direttamente dai vertici del social network di Menlo Park. Tante sono le ragioni di questa fuga: un po' perché la moda di Facebook è ormai passata, un po' perché ci si è resi conti delle insidie che derivano dalle chat dei social. Certo, c'è da considerare la concorrenza di Instagram (che concorrenza non è, visto che Facebook l'ha acquisito); ma, soprattutto, il problema è che i teenager su Facebook non vogliono essere spiati dai genitori e dagli adulti in genere. Tanto meno desiderano essere loro "amici".
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Alla ricerca della privacy
La questione della privacy su Facebook, insomma, ha molteplici sfaccettature, e l'invadenza dei genitori nei confronti dei figli adolescenti è una di queste. I ragazzi non vogliono far sapere a mamma e papà che cosa fanno, che cosa pensano e chi sono i loro amici; al tempo stesso, non sono minimamente interessati agli aggiornamenti di stato e ai post di quelli che qualche decennio fa sarebbero stati chiamati "matusa".
Che cosa cambia dopo la fuga dei teenager
Le aziende e i brand che hanno gli adolescenti come target di riferimento per i servizi e per i beni che vendono non possono fare a meno di tenere conto della loro fuga da Facebook: i teenager si cancellano dal social (mentre i preadolescenti non hanno neppure intenzione di iscriversi, essendo più attratti da Instagram o da Snapchat); anche quando ci rimangono, ci entrano poco ed interagiscono ancora meno. La situazione analizzata riguarda gli Stati Uniti ma il discorso può essere ampliato al resto del mondo, Italia inclusa.
Come si comportano le mamme su "Facesbook"
Di sicuro, il modo in cui le mamme usano "Facesbook" (quante volte tua madre ne ha stroppiato il nome?) è molto diverso rispetto al modo in cui si comportano i loro figli. In genere, la mamme hanno tra i propri amici solo veri "amici": è difficile che siano più di un centinaio. Ciò lascia intuire che le mamme non si registrano per incontrare conoscenti occasionali, ma per cercare amici veri e con cui passare il tempo in maniera costante. Ed è ovvio che se si tratta di amicizie concrete e reali le interazioni sul social aumentano, sotto forma di condivisioni, di commenti e di like.
Si può sostenere senza correre il rischio di essere smentiti che, nella maggior parte dei casi, le mamme su Facebook sono commentatrici seriali: per loro il pulsante del Mi Piace ha un ruolo di secondo piano, perché è molto meglio scrivere. Lasciare un commento, infatti, vuol dire fermarsi a riflettere e prendersi tutto il tempo di cui si ha bisogno per approfondire. Ma ciò significa anche esporsi e aprirsi al mondo, come se Facebook desse l'occasione di far sentire la propria opinione in libertà, senza vincoli. Ecco, quindi, che le mamme non si limitano a mettere Like qua e là, ma condividono le ricette in cui si imbattono, manifestano il proprio apprezzamento per i post che gradiscono e, più in generale, amano scorrere il newsfeed con attenzione.
E gli adolescenti che cosa fanno?
Whatsapp e Snapchat hanno, agli occhi degli adolescenti, il pregio di essere quasi del tutto impermeabili rispetto alle invasioni dei genitori. Certo, su Whatsapp c'è sempre il rischio delle chat di gruppo, ma i ragazzi sono liberi di escludere o escludersi dalle conversazioni che non gradiscono. Così, i tag, le foto, i post e i commenti dei teenager non trovano più posto su Facebook, ma sulle app di messaggistica istantanea o su social che sono meno raggiungibili da parte di mamme e papà.