Business

Come le aziende affrontano la crisi: cloud e outsourcing

Come le aziende affrontano la crisi
Contenuto curato da Massimo Chioni

Per le aziende, l’outsourcing può essere considerato una soluzione preziosa e al tempo stesso conveniente per usufruire delle competenze e della tecnologia di cui necessitano. La domanda di outsourcing nel corso degli anni più recenti è cresciuta in un panorama che è stato condizionato – come si può facilmente immaginare – dalle conseguenze della pandemia da coronavirus. Da qui al 2028, il mercato relativo all’outsourcing dei processi aziendali dovrebbe veder crescere il proprio valore di 8 punti percentuali e mezzo. Il 45% delle aziende, infatti, dalla pandemia in poi ha programmato di incrementare l’outsourcing, focalizzandosi in modo particolare sulla ricerca di quelle competenze che non possono essere raggiunte internamente.

Il ruolo del cloud

Un ruolo importante in questo ambito viene rivestito dal cloud, che offre la possibilità di andare incontro a maggiori occasioni di outsourcing, così che i team abbiano modo di arrivare a una vasta gamma di professionisti, anche se distribuiti. Entro il 2032 l’outsourcing dei processi aziendali dovrebbe toccare un valore pari a circa 620 miliardi di dollari, in quanto le imprese proseguiranno la loro collaborazione con gli appaltatori. Per il 70% delle aziende, il motivo più importante per cui si fa riferimento all’outsourcing è rappresentato dalla riduzione dei costi. Inoltre, circa il 24% delle piccole imprese afferma che la scelta di esternalizzare è motivata dalla necessità di accrescere i livelli di efficienza. Non solo: parecchie PMI si servono dell’outsourcing per usufruire di competenze specialistiche. A mano a mano che le imprese incrementano la ricerca di professionisti di digital transformation, l’outsourcing IT entro la fine del prossimo anno potrebbe arrivare a una spesa di 1.300 miliardi di dollari.

Le conseguenze della pandemia

In base a un rapporto di NTT Services, la pandemia ha fatto sì che numerose aziende si rendessero conto del bisogno di ottimizzare il proprio ambiente di lavoro attraverso il ricorso a nuovi talenti e a nuove risorse. Nello specifico, il 48% delle imprese coinvolte nello studio NTT ha dichiarato di essere consapevole di dover aggiornare i propri ambienti, mentre il 45% delle imprese di tutto il mondo ha fatto sapere di programmare una maggiore esternalizzazione per effetto della pandemia. La ricerca di NTT testimonia che molta attenzione da parte delle imprese che decidono di investire nell’outsourcing punta su professionisti in possesso di competenze tecniche.

Perché il cloud è così importante?

Uno studio di Deloitte a proposito dell’outsourcing ha messo in evidenza che per il 90% delle imprese il cloud è uno dei più importanti fattori abilitanti in un percorso di outsourcing. Una quantità piuttosto alta di intervistati, però, ha rilevato che le soluzioni e i modelli operativi nel cloud hanno mostrato una mancanza di maturità che si è rivelata un ostacolo di non poco conto rispetto alla possibilità di concretizzare i vari benefici di questo ambiente. Per Deloitte, la crisi che è stata innescata dalla pandemia porterà ad adottare il cloud in misura più consistente e inoltre garantirà un ulteriore miglioramento delle possibilità di outsourcing per gli imprenditori.

I contratti di esternalizzazione

Il mercato è protagonista di una continua evoluzione che, per altro, va avanti a un ritmo molto elevato, in un contesto in cui le aziende devono fare i conti con i problemi di bilancio che sono stati innescati dalla pandemia. Uno studio di BCG ha permesso di scoprire che il 62% degli imprenditori ha in programma di rinegoziare i contratti di esternalizzazione. In base al rapporto, per il 59% delle imprese le conversazioni principali avranno a che fare con le condizioni e i termini dei contratti. Nel dettaglio, il 56% delle aziende ha in mente di rivedere la struttura dei prezzi, e quasi la metà delle aziende vuole ridefinire il modello di consegna.

L’outsourcing negli Stati Uniti

Una ricerca di Aptude a proposito del mercato globale dell’outsourcing segnala che le imprese stanno esternalizzando oltre i due terzi del loro fabbisogno di risorse; sono più o meno 300mila, negli Stati Uniti, le posizioni in movimento verso l’estero, il che corrisponde a un valore pari a più o meno 85 miliardi e 600 milioni di dollari nel mercato globale. È stato rilevato da Aptude che la ragione più importante per la quale le imprese tentano di esternalizzare riguarda la necessità di gestire un ambiente complesso o di abbassare le spese. In più le imprese scelgono l’outsourcing anche per fare sì che il funzionamento delle loro attività sia più efficiente, 365 giorni su 365, 24 ore su 24.

Outsourcing IT: la spesa

In base ai rapporti di Statista, il mercato dell’outsourcing in relazione ai servizi IT si configura come un ambiente caratterizzato da una crescita molto veloce. Entro la fine di quest’anno, il valore del mercato sarà di 1.200 miliardi di dollari a livello globale. Si può ipotizzare che tale domanda cresca ancora di più con la crescita della richiesta di soluzioni cloud e SaaS nell’ambiente di lavoro. Il prossimo anno, invece, il valore raggiunto dal mercato dovrebbe essere di poco inferiore ai 1.400 miliardi di dollari.

L’outsourcing è sempre efficace?

In un rapporto di PA Consulting si legge che il 96% dei servizi di outsourcing che si fondano sul cloud ricevono da parte dei team una valutazione positiva. Le imprese hanno avuto la capacità di garantire un servizio di qualità pur dovendo fare i conti con lo stress della pandemia. D’altro canto, oltre la metà degli imprenditori ha dichiarato di non aver rilevato nessun cambiamento in termini di qualità del servizio ricevuto. Solo un terzo delle aziende ha notato un miglioramento della qualità del servizio.

Abbassare i costi

Quel che è certo è che, in qualunque progetto di outsourcing, il principale obiettivo è quello di ridurre i costi, come indicato dal Deloitte Global Ousourcing Survey. Grazie all’outsourcing, infatti, le imprese hanno la possibilità di minimizzare le spese che sono correlate al reclutamento di nuovi talenti e membri dello staff. Un altro obiettivo che ci si propone di raggiungere è quello di un maggior livello di agilità e di flessibilità negli affari: il che è diventato fondamentale nel periodo post pandemia.