Innovazione

UE lancia un fondo da 300 miliardi di euro per le infrastrutture globali

Contenuto curato da Massimo Chioni

L’Unione Europea ha intenzione di investire 300 miliardi di euro in infrastrutture globali, con l’ambizione di renderlo migliore dell'iniziativa cinese "Belt and Road". Ad affermarlo è la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, annunciando una strategia per promuovere la tecnologia e i servizi pubblici nei Paesi in via di sviluppo.

La presidente della Commissione ha poi aggiunto che la strategia del gateway globale dell'UE è un'offerta positiva per lo sviluppo delle infrastrutture in tutto il mondo ed è basata su valori democratici e trasparenza.

L’UE farà meglio della Cina?

Pur partendo in ritardo rispetto al rivale asiatico, l’Unione Europa spera con questa iniziativa di fare meglio della nuova Via della seta, che ha permesso a Pechino di estendere la sua influenza internazionale investendo in più di 70 Paesi, che rappresentano la metà della popolazione mondiale e un quarto del PIL. Con un investimento previsto fino a 1,3 miliardi di dollari, il progetto ha aiutato i paesi in Asia, Africa ed Europa orientale a ottenere ferrovie e porti che li collegano alla Cina, pur diventando spesso pesantemente indebitati con Pechino.

Von der Leyen, commentando il proprio investimento, ha poi specificato come i Paesi spesso non hanno abbastanza opzioni per trovare investimenti per grandi progetti infrastrutturali. "Quando si tratta di scelte di investimento, sono attualmente relativamente limitate. E le poche opzioni che esistono troppo spesso vengono con un sacco di scritte in piccolo, che includono grandi conseguenze, sia finanziariamente, politicamente, ma anche spesso socialmente" – ha affermato.

In cosa il progetto comunitario sarà diverso da quello cinese

Per quanto concerne le differenze tra i piani cinesi e quello europeo, la presidente ha promesso che l'UE avrebbe intrapreso una strada diversa. "Vogliamo dimostrare che un approccio democratico e orientato al valore può portare a termine le sfide più pressanti", ha detto, citando le priorità dell'UE di un'economia verde e della tecnologia digitale.

Secondo i piani, la Commissione europea, i 27 Stati membri dell'UE e il suo braccio finanziario, la Banca europea per gli investimenti, mirano a generare 300 miliardi di euro di fondi pubblici e privati entro il 2027, circa 60 miliardi di euro all'anno. I possibili progetti che l'UE potrebbe sostenere includono l'idrogeno verde, i cavi dati sottomarini e la spesa nelle scuole.

Non tutti sembrano però essere convinti che i piani europei potranno avere successo. Non mancano, in particolar modo, coloro che lamentano una partenza in ritardo e, generalmente, una visione ingenua della geoeconomia più moderna. Dunque, nello scenario più pessimistico sarà in realtà la Via della seta cinese a caratterizzare principalmente e prioritariamente il commercio del futuro, anche in virtù di un diverso peso specifico dei propri messi: fino a quando la Cina avrà un surplus commerciale di 540 miliardi di euro all'anno con l'Occidente, i 60 miliardi di euro all'anno del gateway globale UE saranno ben poca cosa.

Ricordiamo ai nostri lettori che è possibile trovare maggiori informazioni sui progetti europei sul sito internet Europei Unite.