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Informatica forense: investigazioni informatiche sui dipendenti

Investigazioni informatiche sui dipendenti
Contenuto curato da Massimo Chioni

Sta acquisendo una rilevanza sempre maggiore l’informatica forense, e sono molteplici i fattori che contribuiscono a tale tendenza. Va segnalata, per esempio, la consistente diffusione di reati informatici di cui sono vittime sia gli utenti privati che le aziende. Inoltre, grazie all’informatica forense è possibile prevenire situazioni poco piacevoli che rischiano di danneggiare l’attività di un’azienda dal punto di vista economico e professionale. Le indagini forense e le investigazioni informatiche rappresentano un servizio molto importante quando ci sono dei reati informatici, e possono tornare utili in sede di giudizio.

Che cosa sono le analisi investigative

Quando si parla di analisi investigative si fa riferimento a tutte le attività scientifiche e tecniche che sono finalizzate alla produzione di informazioni utili che sono necessarie a dimostrare che l’ipotesi che viene avanzata dal cliente è vera. Questo avviene tramite il lavoro di un’agenzia investigativa. L’indagine, nel caso delle imprese, può essere sfruttata per capire se un fatto illecito viene commesso dal lavoratore dipendente nei confronti dell’azienda. Di conseguenza, ci può essere bisogno di fare riferimento a un’agenzia investigatrice nel caso in cui non si sia in possesso di competenze specifiche per l’esecuzione di un’indagine. Ciò è vero a maggior ragione se si ha a che fare con investigazioni private e informatiche sui dipendenti, per le quali c’è bisogno di tecnologie all’avanguardia e di strumenti avanzati, indispensabili per la raccolta delle fonti probatorie che potranno essere usate in giudizio.

A che cosa servono le investigazioni private e informatiche

Le investigazioni private e informatiche servono in primo luogo a garantire la tutela e la sicurezza della privacy aziendale, ma non solo. Esse contribuiscono alla prevenzione di situazioni di concorrenza sleale e di spionaggio che rischiano di mettere a repentaglio il business aziendale. Nel momento in cui ci si affida a un’agenzia di investigazione, pertanto, si ha l’opportunità di prevenire la comparsa di pericoli considerevoli nel contesto professionale, e in più è possibile accedere a dossier informativi preziosi per fare riferimento alle autorità competenti.

La protezione dei dati aziendali

Le agenzie investigative che effettuano delle attività di indagine nel comparto informatico si possono occupare della tutela della privacy e dell’identificazione di cyber criminali, ma anche della prevenzione degli attacchi informatici, del furto di informazioni a imprese concorrenti e della diffusione di notizie diffamatorie. Lo scopo delle indagini private e informatiche sui dipendenti è quello di garantire la protezione dei dati aziendali, in modo che un dipendente non possa danneggiare l’azienda e il datore di lavoro. L’agenzia di investigazione, prima di accettare l’incarico, pianifica le attività e le presenta al titolare di impresa, il quale in questo modo può essere consapevole non solo degli ambiti di azione, ma anche delle tempistiche. i consulenti che si occupano di investigazioni private sono tenuti a comportarsi in conformità con i criteri di efficienza, di legalità e di conformità. Devono, tra l’altro, essere sempre aggiornati e produrre una relazione tecnica che sia possibile usare anche in ambito legale. Se un datore di lavoro vuole licenziare un dipendente corrotto per giusta causa, in sostanza, deve avere a disposizione degli atti probatori che gli consentano di attestare che la sua ipotesi è vera.

I lavoratori spiati

La sentenza n. 25287 del 24 agosto della Corte di Cassazione ha affrontato la questione del pedinamento dei dipendenti. I lavoratori, dunque, possono essere spiati da un’agenzia investigativa che ha ricevuto un incarico in tal senso da parte del loro datore di lavoro, ovviamente a loro insaputa? Ebbene, l’ordinanza della Cassazione fa riferimento alla possibilità di pedinare un dipendente con un detective ingaggiato allo scopo, specificando in quali occasioni è legittimo procedere in tal senso e quando invece no. In più di una occasione la giurisprudenza si è espressa a proposito della legittimità di un licenziamento effettuato per i controlli svolti all’insaputa del dipendente tramite i servizi offerti da un investigatore privato. La Cassazione già in passato ha considerato legittimo il provvedimento di licenziamento per giusta causa fondato sulle prove ottenute da un investigatore che l’azienda ave va ingaggiato.

Spiare un dipendente è legittimo?

Prima di verificare se un lavoratore che è stato spiato può essere licenziato o meno, è necessario capire se è possibile pedinare o controllare un lavoratore non solo in azienda, ma anche al di fuori della sede? A differenza di ciò che si potrebbe immaginare, i lavoratori dentro l’azienda non possono essere controllati, e neppure mentre svolgono la propria attività. La Legge n. 300 del 1970 vieta questo tipo di accertamenti nel contesto lavorativo se i dipendenti non sono consapevoli dei controlli. Giusto per citare un esempio, è proibito mettere delle telecamere nascoste in un ufficio per spiare i comportamenti dei dipendenti. Le telecamere possono essere installate unicamente nel caso in cui il datore di lavoro pensi che esse siano indispensabili per ragioni di sicurezza, ma in ogni caso c’è bisogno del consenso dei sindacati. Invece, non è da ritenersi valido un consenso espresso dal singolo dipendente.

I controlli fuori dall’orario di lavoro

Il discorso è diverso, invece, per i controlli che vengono effettuati sui dipendenti al di fuori della sede di lavoro e in orari diversi da quelli di lavoro. In questo caso i controlli sono legittimi, ma a patto che a occuparsene sia un investigatore, e comunque a condizione che la privacy del lavoratore non venga compromessa. Per esempio, il dipendente non può essere seguito fino a dentro il portone della casa in cui vive. Non è possibile neppure filmare quello che accade in casa del dipendente.