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Spionaggio industriale: come tutelare la propria azienda da questa minaccia

Spionaggio industriale
Contenuto curato da Massimo Chioni

Lo spionaggio industriale è un fenomeno in costante crescita. Si tratta, come noto, della sottrazione illegale di informazioni di carattere commerciale e industriale. Il contesto economico in cui viviamo è sempre più basato sui dati: i cosiddetti Big Data, ma anche – più semplicemente – il know how necessario per una certa produzione, o ancora i dati personali dei clienti a cui le aziende si rivolgono. Sono tutte informazioni che possono diventare oggetto del desiderio di operatori di mercato che scelgono di agire al di sopra della legge, comprando o sottraendo dati in maniera illecita. Ecco perché essere in grado di difendersi dallo spionaggio industriale è, al giorno d’oggi, una priorità di cui è fondamentale tenere conto, e da cui non ci si può sottrarre.

I rischi dello spionaggio industriale

I rischi che scaturiscono dallo spionaggio industriale sono molteplici, e potenzialmente gravi, non solo per le ripercussioni di natura economica che ne possono derivare, ma anche per il danno che si patisce a livello di immagine. Così, gli effetti dello spionaggio si possono concretizzare nella fuga di informazioni sensibili e di notizie riservate, il che finisce – in modo inevitabile – per determinare una consistente perdita della clientela. Oppure può succedere di essere bruciati sul tempo nel lancio di un nuovo servizio o di un nuovo prodotto, venendo anticipati dalla concorrenza.

Quali informazioni vengono sottratte

I responsabili del reato possono accedere non solo a brevetti e software, ma anche ai nomi dei fornitori e dei clienti. Altre tipologie di informazioni che possono essere sottratte riguardano le procedure interne, le conoscenze, le strategie di produzione e di marketing, i protocolli. Ecco, quindi, che a seconda dei casi lo spionaggio industriale può essere sfruttato o per trarre direttamente un vantaggio – per esempio se un’azienda viene a conoscenza di un particolare software usato da un competitor e decide di servirsene – o per vendere le informazioni acquisite a un operatore di mercato.

Lo spionaggio industriale in ambito farmaceutico

Lo spionaggio industriale in ambito farmaceutico, in particolare, si va diffondendo sempre di più, anche a causa della pandemia da Coronavirus. A maggio del 2020, dagli Stati Uniti sono giunte varie denunce relative a furti tentati che miravano alle informazioni di ricerca usate per la ricerca sui vaccini. I dati che finiscono nel mirino dei cyber criminali sono quelli relativi alla sperimentazione clinica dei farmaci che sono oggetto di studio, ma sono in pericolo anche le informazioni accademiche e i finanziamenti per la ricerca. Lo spionaggio aziendale in questo ambito è una minaccia per lo sviluppo economico sia delle società che subiscono direttamente i furti, sia delle società con cui esse collaborano, e di cui magari gestiscono i dati.

Come tutelarsi dallo spionaggio industriale

Ci sono diverse soluzioni grazie a cui ci si può tutelare dallo spionaggio industriale. Per esempio, il ricorso a un’agenzia investigativa specializzata in indagini professionali. Così, si può procedere a bonifiche telefoniche o ambientali, utili per la rilevazione della presenza di microspie. Inoltre, nel novero delle strategie che aiutano a diminuire il rischio ci sono le verifiche di comportamenti non corretti messi in atto dai soci o dai dipendenti: basti pensare alla violazione dei patti di non concorrenza. Questa, però, è un’opzione a cui fare riferimento solo quando, ormai, “i buoi sono scappati”, e cioè il reato si è già consumato e i danni sono stati patiti. Prevenire è meglio che curare, quindi: il che implica di adottare una serie di meccanismi di prevenzione che aiutino a ridurre il rischio.

La prevenzione dello spionaggio aziendale

È importante che tutti i collaboratori e i dipendenti di un’azienda mettano in atto buone pratiche finalizzate a una gestione corretta e sicura dei dati che vengono utilizzati. A questo scopo si dovrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di ricorrere ad app e software ad hoc, in grado di dar vita ad ambienti protetti per i file. Magari attraverso una cifratura tale da garantire gli standard di sicurezza più elevati per la gestione delle cartelle e per la modifica e la condivisione di file. Bisogna pensare non solo alle cartelle conservate sui singoli dispositivi, ma anche a quelle di rate. In un’epoca come quella attuale che si caratterizza per un ricorso sempre più massiccio allo smart working dall’insorgere della pandemia, inoltre, bisogna garantire la sicurezza della trasmissione dei dati, fornendo ai dipendenti che lavorano da casa pc e smartphone aziendali. L’uso di dispositivi personali per la condivisione e la trasmissione di dati a rischio rappresenta il modo più semplice per esporsi alle insidie dei cyber criminali e agevolare i loro comportamenti illeciti.