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Relazione tra competitività aziendale e efficientamento energetico

Efficientamento energetico
Contenuto curato da Massimo Chioni

La crescita del livello di efficienza energetica rappresenta un punto di primaria importanza per una migliore competitività delle aziende del nostro Paese. Il vantaggio più significativo di questa prerogativa riguarda il fatto che è possibile misurarla; si tratta di un aspetto che si traduce in un posizionamento migliore sul mercato. L’epoca che stiamo vivendo, soprattutto a livello economico e industriale, presuppone l’adozione di paradigmi nuovi, ma anche di ottimizzare delle strategie inedite sulla base di una coscienza economica innovativa da perseguire.

Industria 4.0

Industria 4.0, conosciuta anche con il nome di quarta rivoluzione industriale, riguarda sia i metodi industriali che gli strumenti di produzione. Essa, però, coinvolge soprattutto il modo in cui vengono concepite la comunicazione, la vendita e la produzione. Il mondo, economico ma non solo, è stato rivoluzionato dall’impiego dei big data e dall’utilizzo delle nuove tecnologie, così come le sinergie tra uomo e macchina. A favore di un posizionamento migliore del mercato ci sono due fattori preziosi come l’innovazione e lo sviluppo, che incidono su una maggiore competitività: ed è per questo motivo che è molto importante l’efficienza energetica.

Efficienza energetica: perché è importante per le aziende

L’efficienza energetica delle aziende contribuisce al conseguimento di una maggiore competitività. Si parla, non a caso, di un consumo intelligente. Per tutte le imprese, ma in modo particolare per quelle di dimensioni importanti, la misurazione delle performance è praticamente obbligatoria, e così pure il relativo miglioramento. Per quanto riguarda le imprese piccole e medie, invece, non ci sono obblighi di legge da rispettare, ma ciò non toglie che il miglioramento dell’efficienza energetica sia un’occasione di sviluppo e un’opportunità per migliorare la stabilità. Il conflitto alle porte dell’Europa e il conseguente aumento dei costi energetici hanno dimostrato quanto una oculata gestione dell’efficientamento energetico possa essere importante e strategico nelle economie di una azienda.

Correlazione tra efficienza energetica e sviluppo economico

Di recente sono state effettuate delle ricerche relative alla positiva correlazione che c’è tra efficienza energetica e sviluppo economico. Ebbene, si è dimostrato che le imprese che presentano dei sistemi di efficientamento energetico non solo risultano più competitive, ma godono anche di una maggiore stabilità. Tutti gli addetti ai lavori sono concordi nel ritenere che una dotazione basata su tecniche avanzate e sostenibili dal punto di vista energetico, abbinata a una strumentazione appropriata, permetterebbe alla rete di imprese nazionali di essere presente sul mercato internazionale in modo deciso. Il che vorrebbe dire abbandonare la crisi e le sue conseguenze, che sono ancora concrete e significative.

Un’occasione per le piccole e medie imprese

Il legislatore italiano, a sua volta, ha capito il valore di tali interventi, per esempio sul ritorno delle imprese che mettono in pratica politiche energetiche ad alto tasso di innovazione, oltre che per l’economia nel suo complesso e per l’intero tessuto industriale. In vista di tale obiettivo, si è cercato di favorire le industrie e le imprese per mezzo di disposizioni relative alle agevolazioni per le innovazioni e alle detrazioni fiscali. Solo le imprese che mostrano un consumo di energia elevato e le grandi aziende sono tenute a rispettare l’obbligo della diagnosi energetica. Invece, le PMI non hanno alcun vincolo in tal senso; ciò non toglie che vi sia sempre la possibilità di sfruttare tale iniziativa di incentivazione.

Il consumo intelligente

Grazie al consumo intelligente, l’intero sistema produttivo può trarre vantaggio dal conseguimento di un più alto livello di efficienza energetica. Stiamo parlando di aspetti che sono molto importanti dal punto di vista dello sviluppo industriale del nostro Paese, specialmente se accostati alle innovazioni più recenti in ambito tecnologico. Per poter attuare una vera e propria rivoluzione industriale, tuttavia, c’è bisogno da un lato di un cambio di prospettiva e dall’altro lato di investimenti molto importanti. Le agevolazioni per ricerca e sviluppo rappresentano un esempio di strumento a disposizione nel nostro Paese per supportare le aziende; lo stesso dicasi anche per la legge Sabatini e per il super ammortamento.

Come misurare l’efficienza energetica di una azienda

Un aspetto di fondamentale importanza in questo ambito è quello relativo alla certificazione energetica. L’Italia è stato il primo Paese a munirsi di titoli di efficienza energetica, vale a dire gli strumenti di incentivazione per l’efficienza energetica conosciuti anche come certificati bianchi. Questi certificati non sono altro che documenti che testimoniano il raggiungimento di specifici standard energetici in virtù, appunto, di interventi di efficientamento energetico. Le ESCo, cioè Energy Service Company, sono i soggetti che sono stati indicati come più importanti interlocutori e al tempo stesso promotori di un nuovo paradigma nella New Economy.

Il ruolo delle ESCo

Le ESCo sono aziende che mettono a disposizione servizi integrati, come per esempio la diagnosi energetica, identificando gli interventi che devono essere messi a punto per assicurare un miglioramento del livello di efficienza energetica. Questi soggetti assicurano un supporto di tipo finanziario, commerciale e tecnico, oltre che una consulenza energetica: un punto di riferimento per tutte le aziende che stanno muovendo i primi passi in questo ambito.

L’importanza della diagnosi energetica

Con il termine diagnosi energetica (o audit energetico) si fa riferimento a “una procedura sistematica finalizzata a ottenere un’adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di tutte le strutture ed attività private, pubbliche e commerciali, utile ad individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici e a riferirle in merito ai risultati”. L’obbligo della diagnosi energetica è stato definito con la direttiva europea conosciuta come 2012/27/EU.

La Direttiva 2012/27/EU

La direttiva 2012/27/EU nasce a seguito delle stime dei consumi di energia primaria fatti dall’IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia) con le quali si è previsto una crescita dei consumi del 25% entro il 2040. Per gestire questa crescita e controllarla, il parlamento europeo e il consiglio dell'unione europea hanno sottolineato la necessità di aumentare l'efficienza energetica nell'Unione e di monitorare i processi energetici. L’obiettivo era quello di ridurre i consumi di energia primaria relativa all'Unione Europea del 20% rispetto alle proiezioni entro il 2020. In Italia, la Direttiva 2012/27/EU è stata recepita con il D. Lgs 102/2014, con il quale è stato introdotto l’obbligo di eseguire una diagnosi energetica per tutte le grandi aziende e imprese energivore.

A quali soggetti si applica la normativa?

Nell'articolo 8 del D.Lgs 102/2014 sono stati identificati i soggetti con obbligo di esecuzione della diagnosi energetica. Essi sono:

  • Le imprese a forte consumo di energia o imprese energivore.
  • Le imprese che negli ultimi due anni di esercizio consecutivo hanno raggiunto le dimensioni di “grandi aziende”.

Le prime sono aziende che risultano iscritte nell'elenco annuale istituito presso la "Cassa per i servizi energetici e ambientali". Il loro obbligo consiste nell'eseguire una diagnosi energetica entro il 5 dicembre dell'anno successivo a quello di iscrizione all'elenco. È fatta eccezione per le aziende che hanno adottato i sistemi di gestione energetica conformi EMAS (Eco-Management and Audit Scheme) o che hanno certificato tutti i loro sistemi energivori secondo le norme ISO 50001 o EN ISO 14001. Ovvero, tutte quelle imprese che hanno adottato strumenti di certificazione volontaria (nel caso di EMAS) o strumenti di certificazioni riconosciute in ambito nazionale e internazionale, che prevedono lo standard di riferimento per i sistemi di gestione ambientale.

Le seconde sono classificate come aziende che hanno un requisito occupazionale pari a 250 unità effettive e che allo stesso tempo presentano un fatturato superiore ai 50 milioni di euro l'anno con un bilancio di almeno 43 milioni. I criteri di valutazione sono disposti dal DM 18 aprile 2015 che, attraverso delle indicazioni specifiche, definisce le piccole e medie imprese e ne verifica l'autonomia o eventuali legami societari con altre aziende. Infine, l'obbligo di diagnosi per le grandi aziende è regolato dalla condizione che tali aziende debbano aver raggiunto gli obiettivi sopra riportati nei due anni consecutivi precedenti.

Come si esegue una diagnosi?

Come eseguire una diagnosi? Lo abbiamo chiesto a ACE consulting, una ESCo di Milano che ha dimostrato grande competenza e professionalità in ambito di certificazione energetica, di seguito quanto ci hanno relazionato.

 I criteri e la procedura per eseguire, in maniera conforme, una diagnosi energetica sono descritti dalla norma UNI CEI EN 16247-3. Si identificano sei fasi complessive:

  1. Contatto preliminare
  2. Riunione iniziale
  3. Raccolta dei dati
  4. Analisi dei dati
  5. Identificazione degli incentivi
  6. Riunione conclusiva

Nella prima fase, il nostro specialista di energia di ACE consulting, Responsabile della Diagnosi Energetica, si presenterà e illustrerà le modalità generiche di svolgimento della diagnosi. L'obiettivo è quello di definire le finalità della diagnosi al committente e anticipare l'elenco dei dati necessari.

Nella riunioneiniziale, l'esperto identifica le aree di maggior interesse del sito produttivo, ovvero della località geografica, in cui viene prodotto un bene o fornito un servizio. In questa fase, L'EGE (l’Esperto in Gestione dell’Energia) ha il compito di tracciare uno schema del sito produttivo e porzionarlo in modo da riprodurre in modo fedele alla realtà la prestazione energetica globale del sito.

La terza fase è una fase molto importante per la redazione della diagnosi energetica perché consiste nel raccogliere tutte le informazioni necessarie per il calcolo dei consumi e monitoraggio delle produzioni. Lo specialista andrà a ricercare i dati relativi:

  • Alla tipologia delle risorse utilizzate e dei prodotti generati oltre che identificare il processo produttivo con planimetrie annesse;
  • Alla quantità di vettori energetici acquistati, autoprodotti e venduti durante l'anno di produzione;
  • Ai quantitativi relativi alla produzione aziendale distinte in base al settore merceologico;
  • Ai misuratori già installati all'interno del sito produttivo per la raccolta dei dati;
  • Alle informazioni dei macchinari utili per il censimento delle utenze, come potenza nominale, ore di funzionamento, rendimento e fattori di carico.

Alla fine della ricerca e organizzazione delle informazioni verrà eseguita una prima analisi dei dati con l'obiettivo di identificare e quantificare il consumo complessivo nell’anno di riferimento e il consumo di ogni vettore energetico in percentuale rispetto a quello complessivo dello stabilimento. Per avere una panoramica più completa ed esaustiva della realtà aziendale, lo specialista schematizzerà la Struttura Energetica Aziendale a più livelli secondo i vettori energetici studiati.

Nella quinta fase, identificazione degli interventi, vengono individuati eventuali inefficienze del processo produttivo attraverso la così detta attività di benchmarking. Si tratta dell’attività di confronto tra gli indici di performance effettivi calcolati sul campo e gli indicatori di performance di riferimento. Questi indici di riferimento non seguono degli standard universali ma possono essere indici riportati nei documenti BREF (Best Available Techiniques Reference Documents), indici relativi a produzioni analoghe in altre aziende o all’interno della stessa azienda. L’esito dell’attività di benchmarking permette la definizione di tutti quegli interventi di efficientamento energetico utili a ridurre i fabbisogni dell’azienda e le conseguenti emissioni in ambiente.

L’ultima fase consiste in una riunione conclusiva in cui il nostro esperto di energia redige un report finale di diagnosi energetica. Si tratta di un documento che riassume tutti i punti che sono stati analizzati fino a questo momento e li elenca secondo la normativa 16247-1. Il documento sarà utilizzato dallo specialista per presentare all’azienda i risultati derivanti dall’analisi dei consumi energetici e proporre gli interventi di efficienza energetica che sono stati individuati. Infine, il documento sarà consegnato ad ENEA entro i termini previsti secondo la normativa D.Lgs 102/2014.  

Conclusioni

Per concludere, la diagnosi energetica è un metodo per analizzare tutti i processi energetici di una struttura organizzativa e individuare quei processi che possono essere migliorati al fine di garantire un minor consumo di energia per la tua impresa. Se possiedi una azienda energivora o fai parte di una grande azienda e necessiti una diagnosi energetica, non esitare a contattaci. Ti metteremo in contatto con lo specialista di ACE consulting più adatto alle tue esigenze.