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Intervista a Leonardo Malagigi: ripresa attività e prevenzione durante la fase 2 della pandemia

Ripresa attività dopo coronavirus
Contenuto curato da Massimo Chioni

La fase 1 dell’emergenza coronavirus è volta al termine; la curva dei decessi e dei contagi sembra aver raggiunto il suo picco sul finire del mese di Marzo ed è attualmente in calo anche se il livello di pericolo è ancora alto.

Ora, il popolo italiano si prepara ad affrontare un altro periodo di incertezza e paura: la fase 2. In questo secondo periodo della pandemia, che ufficialmente riporta la data del 4 Maggio, la morsa delle restrizioni si allenterà e si potrà, per quanto possibile, tornare ad assaporare un po’ di normalità.

In meno di 24 ore dall’inizio di questa nuova fase della pandemia, abbiamo visto tantissime persone prendere coraggio e uscire non più solo per fare la spesa, ma anche i primi comportamenti poco responsabili come i balli in piazza a Milano.

La tabella di marcia per la ripresa delle attività in Italia

Questa sarà una fase critica anche per le aziende italiane. Dopo quasi 2 mesi di stop per milioni di lavoratori, nelle ultime settimane oltre 300mila aziende hanno effettuato la comunicazione di ripresa delle attività alla propria prefettura di riferimento poiché indispensabili ad assicurare la continuità delle filiere delle attività non sospese o perché di rilevanza strategica per l’economia del Paese.

Dal 4 Maggio altri settori d’impresa hanno ripreso le proprie attività:

  • comparto manifatturiero
  • settore edile
  • ristorazione, solo da asporto che si aggiunge a quella a domicilio

Altre riaperture sono previste per il 18 Maggio:

  • settore della cultura (musei, biblioteche e mostre)
  • commercio al dettaglio

Infine, la data del 1° Giugno dovrebbe rivedere la ripartenza delle attività legate alla cura della persona (centri estetici, parrucchieri, SPA ad esempio) e la ristorazione nella sua interezza.

Queste riaperture, per quanto indispensabile per evitare il collasso dell’economia nazionale e il benessere delle famiglie italiane, suscitano grande preoccupazione poiché potrebbero riaccendersi nuovi focolai di contagio, in particolar modo negli ambienti lavorativi.

Per capire quelle che possono essere le problematiche legate alla fase 2 in ambienti lavorativi, abbiamo intervistato il Dott. Leonardo Malagigi, Presidente della Società Cooperativa Essemme di Viterbo con oltre 20 anni di esperienza nel ramo della consulenza aziendale per quanto riguarda il settore della sicurezza e dei sistemi di gestione delle imprese.

Buongiorno Dott. Malagigi, potrebbe presentarsi in poche righe per i nostri lettori?

Buongiorno a voi. Mi occupo di compliance e di miglioramento delle perfomance da circa 13 anni, dopo averne passati quasi 20 nel campo della compliance tecnico-amministrativa del settore automotive. Sono Vice Presidente del settore Consulenza di Federlazio.

Dal 2010 sono Presidente del Consiglio di Amministrazione della Cooperativa Essemme che ho fondato nel 2007 insieme ad altri consulenti di Direzione e di Organizzazione aziendale.

Come ha vissuto la sua Organizzazione questo periodo di chiusura a causa della pandemia?

Come tutti i periodi difficili, i primi momenti sono stati di grande disorientamento. Poi ha prevalso la gestione logica dell’emergenza. Abbiamo attivato iniziative di tutela a favore dei nostri clienti e dei loro dipendenti per quel che riguarda il controllo e la prevenzione dell’infezione. La nostra priorità è sempre stata quella di fornire alle Aziende informazioni corrette e chiare nonché le soluzioni migliori per restare all’interno del dettato di legge.  Infine abbiamo attivato specifici asset tecnologici che ora ci consentono di mantenere i rapporti con tutti i Clienti, seppure a distanza.

Quale è la sua opinione sulla riapertura della filiera produttiva e la graduale ripartenza delle attività al pubblico da un punto di vista sulla sicurezza dei lavoratori e dei clienti?

La parola chiave della riapertura sarà FIDUCIA. Infatti, al di là dei tecnicismi relativi alla Fase 2, non penso che i Consumatori si riverseranno negli esercizi commerciali, negli alberghi, nelle officine a cuor leggero ma cercheranno con grande attenzione l’assicurazione che entrare di nuovo in questi luoghi sia sicuro per loro.

C’è qualche elemento che, secondo lei, le istituzioni e gli enti di controllo hanno tralasciato nelle specifiche date alle imprese per la Fase 2?

In generale credo di no. Forse si sarebbero potuti definire meglio alcuni passaggi come, ad esempio, indicando precise scadenze per le sanificazioni vece di utilizzare l’avverbio “periodicamente”. Se fosse dipeso da me poi, io avrei posto un’attenzione maggiore sui controlli, rendendoli praticamente inevitabili, al fine di garantire gli Imprenditori onesti e tutelare meglio i Consumatori.

Come state supportando le Aziende che seguite in questa fase di riapertura Lei e i suoi colleghi?

Innanzitutto mi lasci dire che la parola d’ordine è stata VICINANZA. Pensi che NESSUNA delle Case di Riposo e delle RSA che si sono affidate a noi ha avuto contagi o sanzioni da parte degli Enti di Controllo. Sono particolarmente orgoglioso del risultato che i miei colleghi hanno ottenuto perché in gioco non ci sono il fatturato ma la vita e la tutela della salute delle persone.

Abbiamo visto sul vostro sito web la pagina dedicata a questa nuova certificazione aziendale VIRUS SHIELD, può dirci qualche cosa in più?

In collaborazione con un importante Organismo di Ispezione accreditato, abbiamo definito la Specifica Tecnica VS001 ed. 27/04/2020, informalmente chiamata VIRUS SHIELD, per la certificazione dell’adeguatezza delle azioni di prevenzione che le Aziende di ogni tipo devono attuare nel rispetto delle disposizioni di legge.

L’obiettivo è sempre lo stesso: ripristinare e mantenere nel tempo la FIDUCIA tra Cliente e Fornitore.

Siamo infatti convinti che i Clienti debbano essere tutelati esattamente quanto i lavoratori e che non sarà facile, nonostante gli annunci di riapertura, spiegare ad un Cliente che potrà tornare a servirsi da un’Azienda senza correre alcun pericolo; pensate ad esempio ad un’officina meccanica dove si portano i veicoli per la manutenzione.

Chi assicurerà al Cliente che la vettura sia stata sanificata adeguatamente  prima della riconsegna? Pensate ad un asilo: quale genitore manderebbe il proprio figlio, il bene più prezioso che possiede, in locali dei quali non conosce il grado di salubrità ed affidandolo a personale del quale non conosce il grado di addestramento alle procedure anti-contagio?

Inoltre, sappiamo che le Aziende che esportano i loro prodotti hanno problemi a convincere i Clienti esteri che la loro merce è stata opportunamente sanificata; al momento molti carichi di merce sono stati rifiutati dai destinatari proprio perchè non convinti della relativa salubrità.

Per questo motivo l’Attestazione di Conformità Virus Shield rappresenta un potente strumento di comunicazione e di rassicurazione nei confronti delle aspettative dei Clienti.

Invito chi vorrà saperne di più, a proposito della certificazione Virus Shield, a visitare sito web di Essemme.

Come vede il futuro delle imprese italiane nel prossimo medio periodo?

I prossimi dodici mesi saranno difficili e delicati  ma piangersi addosso non è mai stata una strategia vincente. Gli Imprenditori italiani possono insegnare la resilienza a tutto il mondo e non perderanno questa sfida.

Sono certo che trasformeranno il problema in opportunità di miglioramento, riorganizzandosi dal punto di vista tecnologico e ridefinendo i propri processi per renderli più moderni e più capaci di affrontare eventuali emergenza future di ogni tipo.

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