I droni sono uno strumento utilizzato in molti settori, in particolare negli ultimi tempi vi è una particolare attenzione all'utilizzo per scopo scientifico e di ricerca, tra cui appunto il cambiamento climatico di cui parleremo.
I ricercatori del cambiamento climatico e meteorologi stanno comprendendo l'utilizzo di droni per progetti di raccolta dati, e comprendere le fluttuazioni di temperatura nelle zone tropicali.
In particolare per alcune ricerche effettuate intorno alle Barbados, è stato utilizzato un drone ad ala fissa BOREAL, dotato di diversi sensori high-tech per i rilevamenti atmosferici.
Il progetto EUREC4A, coordinato da scienziati tra Stati Uniti e Europa è una ricerca mirata all’utilizzo i droni per comprendere al meglio le fluttuazioni climatiche che stanno avvenendo negli ultimi decenni; i droni rappresentano uno strumento da non sottovalutare con tante applicazioni a livello scientifico e di ricerca.
Indice
Drone Boreal per la ricerca scientifica
Comprendere gli effetti del cambiamento climatico nelle zone tropicali, e più in particolare a livello di nubi degli alisei, è una grande sfida. In effetti, rilevare i cambiamenti di proprietà (anche minuscoli) attorno a questi fenomeni è essenziale in quanto illustrano gli squilibri negli scambi di calore che controllano il clima.
Più di 10 laboratori internazionali sul clima con 5 navi oceanografiche, galleggianti strumentati, strumenti terrestri come palloncini e aerosol, aerei per la ricerca meteorologica e droni, inclusa l'ala fissa a lungo raggio BOREAL, hanno partecipato per affrontare la sfida.
Durante il progetto sono stati utilizzati più droni, con il BOREAL data la sua particolare abilità di volo di oltre 100 km), in coordinamento con velivoli meteorologici con equipaggio.
Tra le misurazioni di base effettuate con il drone vi è radiometria, aerosol, temperatura, umidità e turbolenza
Perchè i droni per la ricerca?
Le ricerche scientifiche effettuate nell'atmosfera si sono sempre concentrate in strati diversi, ed in particolare gli strati più vicini alla superficie sono spesso stati trascurati nella ricerca scientifica per l'incapacità di monitorare con strumenti efficienti.
Ecco che i droni entrano in scena, ideali per scandagliare zone di altitudine di 50-100 m dove i velivoli come aerei e palloni aerostatici non possono essere messi in funzione per la loro pericolosità.
Drone Boreal nel dettaglio
L'UAV Boréal viene lanciato da una catapulta ed è in grado di atterrare sul ventre consentendo operazioni di decollo e atterraggio tempestive e immediate senza tante complicazioni.
Il drone BOREAL si contraddistingue per l'alta capacità di trasporto (in peso), arrivando a trasportare un carico utile di quasi 25 kg, tra attrezzature e strumenti di misurazione.
Il drone ad ala fissa inoltre è in grado di affrontare diverse sfide riguardanti l'atterraggio, rispetto al terreno, anche in condizioni di ripidità.
È dotato di un transponder (modalità S a 24 bit) per l'integrazione dei voli nello spazio aereo internazionale, un sistema di comunicazione in radiofrequenza / satellite per i voli a lunga distanza.
Il particolare il drone BOREAL stato in grado di effettuare misurazioni molto vicino alla superficie grazie al suo radar di bordo, volando su traiettorie meno di 50 m di altitudine rispetto alla superficie dell'Oceano Atlantico.
Il volo di diverse ore per un'estensione di oltre 100 km in mare aperto ha permesso di racimolare importanti informazioni sullo stato attuale delle zone atmosferiche tropicali, segnando l'inizio di un nuovo periodo di ricerche meteorologiche.
Conclusioni e Ragionamenti
Il surriscaldamento globale è sicuramente una minaccia imminente, e l’avvenimento di catastrofi come quella avvenuta sull’Himalaya sono solo l’inizio di quello che ci aspetta.
L’utilizzo di un drone come Boreal per la ricerca scientifica è uno degli strumenti che possiamo approfittare di utilizzare per capire meglio dove stiamo andando e le possibili soluzioni da intraprendere.
Di questo passo tra droni e robot, grandi passi sono stati compiuti in termine di avanzamento tecnologico, la domanda vera è: tutto questo progresso dove ci porterà?