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Brand awareness e comunicazione politica nell'era dei social network

Comunicazione politica social media
Contenuto curato da Massimo Chioni

Tra i numerosi cambiamenti apportati dall'introduzione dei social network nella nostra vita quotidiana, uno dei più significativi ha a che fare con l'evoluzione del rapporto tra i cittadini e i politici. Il linguaggio e le forme di comunicazione hanno subìto un'evoluzione - o una degenerazione, a seconda dei punti di vista - che non si è ancora arrestata e che è in costante divenire. Mentre i media tradizionali come la televisione continuano a ricoprire un ruolo di primo piano nel contesto della propaganda politica, i social si sono presentati come un terreno fertile disponibile per le innovazioni e per le sperimentazioni.

Una comunicazione più diretta

Quella che viene instaurata tra i politici e i potenziali elettori, attraverso Facebook e i suoi simili, è una comunicazione più immediata e meno mediata: il ricorso a linguaggi più colloquiali rispetto a quelli che venivano utilizzati in passato favorisce interazioni più dirette, grazie a cui - tra l'altro - si ha la possibilità di intercettare categorie differenti da quelle a cui si potrebbe arrivare usando i media classici. Si sviluppa, dunque, una metodologia inedita del racconto di sé stess.

Uno sguardo verso il futuro

Il futuro di qualsiasi genere di comunicazione, oramai, è vincolato all'utilizzo dei social e interconnesso con esso. In uno scenario simile, anche la comunicazione politica sarà costretta a interagire con la propria base nel solco della creazione di una brand awareness. Si tratterà, in altre parole, di dare vita a una identità virtuale il più possibile forte. Nei prossimi anni, ma già nei prossimi mesi, l'imperativo a cui non ci si potrà sottrarre sarà quello di identificare il target di riferimento in un modo sempre più esatto: ciò sarà possibile per mezzo dei dati ottenuti tramite i social network, con una profilazione precisa e dettagliata.

Il potere dei mezzi di comunicazione

Non è detto, però, che tutti gli altri mezzi di comunicazione siano destinati a soccombere, anzi: oggi ciascun medium ha un effetto specifico nei confronti degli elettori, ed è questa la ragione per la quale per ogni mezzo c'è bisogno di un approccio ad hoc. Si pensi, per esempio, ai giornali, il cui effetto è correlato alla possibilità di inserire gli argomenti in agenda attraverso i quotidiani: quel che è noto da tempo come effetto agenda setting. Per quel che riguarda la televisione, invece, l'effetto ottenuto è quello del framing, che consiste nel delineare una certa problematica in un preciso contesto per fare in modo che l'agenda venga resettata in funzione dell'interpretazione che a quel contesto si intende attribuire.

E i new media?

La differenza principale tra i mass media tradizionali e i social network, che rientrano nel novero dei new media, va individuata nella modalità di fruizione degli uni e degli altri. Con gli organi di informazione e comunicazione classici si è in presenza di una comunicazione dall'alto verso il basso e da uno a molti: un solo messaggio viene rivolto a tutta la platea di riferimento; con i social network, invece, la comunicazione è bidirezionale, e agisce a un livello paritario. Tra la fonte e i ricettori non c'è una direzione sola, ma si concretizza un dialogo, uno scambio allo stesso livello.

La scelta delle fonti di informazione

Molti elettori hanno imparato a scegliere la fonte di informazione che preferiscono, e che quasi sempre è quella più vicina alla visione del mondo che hanno e che vogliono vedere confermata. Ognuno di noi, avendone il tempo e la voglia, potrebbe realizzare una personale dieta mediatica, grazie a cui informarsi in continuazione a proposito di tutti i temi a cui ci si vuole interessare. Attenzione, però, perché l'altro lato della medaglia è rappresentato dalla spirale del silenzio personale in cui si finisce: non ci esponiamo alle critiche e alle considerazioni ostili al nostro modo di vedere ma, d'altro canto, non andiamo alla ricerca di informazioni che potrebbero mettere in dubbio il nostro punto di vista, preferendo adagiarci su notizie in linea con le nostre opinioni.

I politici come brand ambassador

Nel momento in cui la politica deve sviluppare la brand awareness, ogni candidato diventa un brand ambassador, il cui compito è quello di comunicare la visione del mondo della fazione a cui appartiene, ma credete che la classe politica sia pronta per essere ambasciatrice di una storybrand efficace?

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