A seguito di un documento diffuso online probabilmente per errore, Google rivela alcuni elementi fondamentali che stanno alla base del motore di ricerca e dei suoi meccanismi, evidenziando le funzioni dei vari moduli e svelando la presenza di 14mila valori di cui tiene conto per elaborare i dati e definire il posizionamento di un sito.
In un video su Linkedin, il CEO di SeoZoom Ivano Di Biasi, ha reso nota e commentata questa singolare notizia, evidenziando quelli che sono alcuni degli aspetti fino a ieri sconosciuti del motore di ricerca più usato nel mondo, e quali potrebbero essere le conseguenze di questa rivelazione.
Indice
Come funziona l’algoritmo di posizionamento di Google
La recente diffusione online di un corposo documento, effettuata erroneamente, ha destato diversi dubbi poiché pare che in gran parte contraddica ciò che la stessa Google ha sempre affermato tramite i canali ufficiali. Inoltre, se inizialmente l’attendibilità di questo documento non era stata comprovata, Google ha finito per ammettere che si tratta di notizie del tutto autentiche.
In pratica, il documento rende noto che Google, per determinare il posizionamento nei risultati di una ricerca, si avvale di una serie di dati, dai click ad altre azioni eseguite dagli utenti di Chrome, che in passato erano stati dichiarati non importanti nella determinazione del ranking. Una notizia che potrebbe significare la mancanza di una vera e propria trasparenza da parte del celebre motore di ricerca nei confronti dei suoi utenti.
Di quali fattori Google tiene conto per creare il ranking dei risultati di ricerca
Google, a quanto pare, dispone di un core definito Super Root che riordina ogni volta le informazioni per definire il posizionamento dei risultati di una ricerca online.
Per ottenere tali risultati, il motore di ricerca possiede oltre 2500 moduli che determinano il ranking di un sito, e tiene conto di oltre 14mila attributi che consentono ad un sito di raggiungere una determinata posizione: questi attributi dovrebbero permettere a Google di valutare con precisione la qualità dei diversi elementi che compongono un sito.
L’autorevolezza del dominio è il fattore di ranking più importante?
Una delle notizie contrastanti emerse nel documento diffuso per errore da Google, riguarda proprio l’autorevolezza di un sito, o meglio, di un dominio: Google infatti ha sempre dichiarato di non avere a disposizione uno strumento utile per identificare e confermare l’effettiva autorevolezza di un dominio, e quindi di non tenere conto di questo dato nei risultati delle ricerche online.
In realtà, secondo quanto emerso dal documento, nell'algoritmo di posizionamento di Google esiste invece un attributo chiamato proprio SiteAuthority: ciò significa che nella valutazione dei siti che vengono posizionati ai primi posti, l’autorevolezza rappresenta un criterio imprescindibile!
Valutazione dei click per determinare il ranking
Un’altra contraddizione rivelata dai documenti diffusi online riguarda i click che vengono effettuati sui siti: anche in questo caso, Google ha sempre affermato di non tenere conto dei click nella definizione del ranking di un sito.
Contrariamente a questa affermazione, Google si avvale sia dei dati relativi ai click che gli utenti effettuano su un sito, sia del tempo in cui sostano sulle pagine del sito, fino al momento in cui ritornano indietro. Tutto questo, nonostante un ingegnere dello stesso team di Google aveva affermato come tenere conto dei click ai fini del posizionamento di un sito fosse del tutto inutile.
Il concetto di Sandbox, il purgatorio di Google
La presenza, da sempre negata, di una cosiddetta sandbox, ovvero di ambiente in cui i siti di recente costruzione rimangono per un certo periodo in stallo, al di fuori dei risultati di ricerca, è invece reale: è chiaro come i domini meno recenti, registrati in passato, siano i favoriti nei risultati di una ricerca, considerando che non hanno bisogno di rispondere a particolari requisiti di attendibilità.
Ciò significa che l'algoritmo di posizionamento di Google premia i vecchi domini, esiste quindi una possibilità concreta di raggiungere un posizionamento migliore in breve tempo con i domini recuperati.
Che cosa sono e a cosa servono i twiddlers
Sembra che nell'algoritmo di posizionamento di Google esistano dei filtri chiamati twiddlers che entrano in funzione dopo il primo risultato di ranking, rielaborando una serie di informazioni per definire con maggiore precisione il posizionamento.
L’importanza delle attività di link building per il ranking di un sito
Il documento rilasciato erroneamente da Google conferma l'importanza delle strategie di link building, evidenziando non tanto la collocazione e il tipo di anchor, quanto la qualità e l'autorevolezza del dominio a cui il backlink si riferisce. In pratica, quando il link non incontra il target di riferimento del sito a cui si collega, il ranking può essere influenzato negativamente.