In alcuni settori è più rilevante che in altri, come nel caso della gestione dei progetti software: stiamo parlando del Agile Project Manager, un nuovo approccio che si basa sulla flessibilità e adattabilità.
Non tutti però possono passare facilmente da una tipologia a un’altra, perché non tutte le situazioni lo permettono. Talvolta, alcuni progetti continuano a preferire l’intervento di un metodo più tradizionale, soprattutto in ambiti con requisiti di conformità stringenti o dove la pianificazione dettagliata è fondamentale.
Come trovare l’approccio giusto? I fattori da valutare sono molteplici, tra cui il livello di rischio del progetto, il grado di incertezza e le tempistiche richieste. Talvolta è persino possibile integrare entrambe le metodologie per trovare un perfetto equilibrio.
Ad esempio, un'organizzazione che affronta l'aggiornamento di un sistema critico potrebbe beneficiare della struttura della metodologia classica per la documentazione, mentre utilizza il Manifesto Agile per le iterazioni del team di sviluppo.
In tutto questo, quindi, appare evidente come sia importante la formazione affinché entrambi i metodi siano perfettamente padroneggiati, così da saper rispondere a tutte le esigenze specifiche e soprattutto saper scegliere la via migliore in relazione al progetto da seguire.
Un PM - Project Management - che da sempre si è affidato al metodo tradizionale, per elevare la sua professionalità al livello successivo può seguire un corso agile project management così da integrare le sue competenze ed essere sempre pronto a qualsiasi richiesta.
Indice
In cosa consiste l’approccio tradizionale
Il Project Management tradizionale è una metodologia strutturata ormai consolidata da secoli e che trova addirittura le sue radici nella costruzione delle Piramidi o del Taj Mahal fino allo sviluppo di infrastrutture moderne tra cui strade, ponti e ferrovie.
Questo tipo di approccio si basa su un modello sequenziale, spesso definito "a cascata" o "linear sequential model", in cui le diverse fasi del progetto sono rigidamente pianificate e organizzate in anticipo.
Le fasi sono ben definite e seguono un ordine prestabilito; queste sono:
- Avvio
- Pianificazione
- Esecuzione
- Monitoraggio
- Chiusura
L’ordine delle fasi è importante e queste non devono sovrapporsi l’un l’altra. Secondo tale approccio, quindi, un’infrastruttura complessa deve essere progettata e pianificata completamente prima di passare alla costruzione vera e propria.
Tra gli strumenti maggiormente utilizzati troviamo i diagrammi di Gantt o le strutture di ripartizione del lavoro, perfette perché aiutano a organizzare le attività e a tenere traccia dei progressi.
Ai team viene poi offerto spesso un manuale dedicato al progetto, dove vengono raccolte procedure dettagliate e linee guida, offrendo così un riferimento chiaro e univoco sul modo di procedere.
Se dovessimo usare pochi termini, quindi, per descrivere il PM tradizionale potremmo parlare di requisiti definiti, invariabili, linearità e rigore.
Agile Project Management: come si differenzia nella gestione dei progetti software
Di recente si sente parlare di Manifesto Agile Project Management: un approccio innovativo che si basa sulla flessibilità e su interazioni brevi e ripetute, chiamate in gergo “sprint”.
Ogni sprint consente di sviluppare e consegnare porzioni funzionanti del progetto in modo rapido e continuo, senza seguire la sequenzialità di cui abbiamo parlato poc’anzi; in questo modo è favorito l’adattamento alle esigenze che possono emergere durante il processo.
In questo metodo il cliente è centrale e partecipa attivamente durante l’intero ciclo di sviluppo. È una natura interattiva che permette a tutto il team di valutare strada facendo i progressi e apportare subito modifiche per soddisfare al meglio le necessità.
Le fondamenta della metodologia Agile sono state formalizzate nel 2001 con il Manifesto Agile, che evidenzia in particolare i suoi quattro valori chiave:
- Privilegiare le interazioni personali rispetto ai processi;
- Dare priorità a software funzionanti piuttosto che a documentazione esaustiva;
- Incoraggiare la collaborazione con il cliente anziché limitarsi alla negoziazione contrattuale;
- Accogliere il cambiamento rispetto a seguire rigidamente un piano prestabilito.
Agile Project Management e PM tradizionale: le differenze in breve
Quali sono quindi le differenze significative tra l’Agile Project Management o il PM tradizionale? Sicuramente ciò che salta subito all’occhio è la sequenzialità dei passaggi: nel secondo caso si procede “a cascata”, perfetto per avere totale prevedibilità e controllo, un approccio adatto a progetti con obiettivi stabili e requisiti ben definiti.
Tuttavia, la sua rigidità rende difficile gestire modifiche improvvise, poiché ogni variazione può influire significativamente sul processo e sui tempi. Imprevisto a cui può venire invece incontro il metodo Agile: un approccio che si appoggia sullo sviluppo iterativo e incrementale.
A differenza del modello tradizionale, quindi, Agile permette di apportare modifiche in corso d’opera, grazie al feedback continuo del cliente e del team, che in questo metodo assumono un ruolo più centrale e attivo.
In sintesi
La gestione classica del progetto è molto diversa da quella Agile, ma permette un’integrazione tra le due per trovare perfetto equilibrio, a seconda di quali siano gli obiettivi.
In breve, ciò che contraddistingue la più innovativa è:
- La flessibilità.
- La trasparenza.
- La gestione del feedback, sia da parte del cliente che del team stesso.
Anche il senso di responsabilità è molto diverso, perché nell’approccio Agile tutti i membri del team hanno un ruolo attivo in ogni fase del progetto, a differenza del metodo tradizionale, dove la responsabilità ricade principalmente sul project manager.