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Diritto di recesso: come disdire un contratto

Diritto di recesso, come disdire un contratto
Contenuto curato da Massimo Chioni

Spesso si parla di recesso e di disdetta come se i due termini fossero dei sinonimi, ma in realtà non è proprio così. Per approfondire la questione, ci siamo rivolti a dei veri esperti del settore: il team di Disdetteonline.it.

Per prima cosa, ci parlate del vostro sito?

Il nostro è un portale che è nato ed è stato sviluppato per andare incontro alle esigenze di tutti coloro che devono inviare una lettera di disdetta per interrompere un abbonamento o recedere da un contratto ma non sanno come fare e, in buona sostanza, in che modo il documento deve essere compilato. Proponiamo lettere già pronte, in cui devono essere specificati solo i dati personali dei singoli utenti, per più di 400 aziende, da Vodafone a Enel, da McFit a Eni, da Sky a Mediaset Premium.

Che cosa cambia tra la disdetta e il recesso, allora?

Quando si parla di recesso si fa riferimento a un atto unilaterale attraverso il quale si manifesta l’intenzione di sciogliere un contratto esistente. Nel caso della disdetta, invece, si tratta di un atto unilaterale mediante cui viene evitato il rinnovo di un contratto di durata in automatico, come può succedere per esempio con un abbonamento telefonico o con l’affitto di una casa. Ovviamente il Codice Civile disciplina entrambi i casi, con regole specifiche.

Che cosa si deve fare, allora, quando si desidera esercitare il diritto di recesso?

Il contratto, secondo il Codice Civile, ha forza di legge tra le parti. Lo si può sciogliere o con un accordo fra le parti o in casi specifici indicati dalla legge. In ogni caso è raro che un contratto al giorno d’oggi comporti un vincolo a vita o comunque per un periodo di tempo molto lungo. La sola eccezione in tal senso può essere individuata nel mutuo, che in ogni caso si può estinguere o ridiscutere. Si può esercitare il diritto di recesso più o meno sempre, anche se nella maggior parte dei casi per farlo occorre pagare alla controparte un certo importo in denaro, vale a dire una penale. Recedere dal contratto vuol dire, in poche parole, rompere l’accordo e non dover più rispettare gli obblighi che ne scaturiscono, in base alle modalità definite dalla legge o dal contratto.

Potete farci un esempio concreto per aiutarci a capire meglio?

Pensiamo a quello che succede nel momento in cui si sottoscrive un contratto al telefono (non in un negozio, quindi), o per un operatore telefonico o per l’utenza luce e gas. In questo caso, è facoltà del consumatore poter esercitare il diritto di recesso dal contratto, senza costi supplementari e senza che egli sia tenuto a fornire alcuna giustificazione, a condizione che giò avvenga nei 14 giorni successivi alla data di attivazione. Per i contratti che sono stati conclusi a distanza, i 14 giorni si calcolano dalla fine del contratto quando l’oggetto è la fornitura di elettricità, di gas o di acqua o un servizio; dal giorno in cui viene ricevuto il prodotto acquistato quando l’oggetto è, appunto, il prodotto in questione. Se con un ordine solo sono stati comprati più oggetti che vengono consegnati in momenti diversi, si tiene conto di quello che arriva per ultimo.

Il diritto di recesso può essere esercitato sempre?

No, ci sono molte circostanze in cui ciò non è possibile: per esempio per la fornitura di riviste, di periodici o di giornali, ma anche per i servizi di catering che prevedono una specifica data di esecuzione. La recessione non è permessa nemmeno se il contratto è relativo a un prodotto che si deteriora velocemente, che scade, che è stato realizzato su misura o che non può essere restituito, dopo che è stato aperto, per ragioni igieniche.

La disdetta, invece, è diversa.

Sì, perché in questo caso non si sospende il contratto, ma si evita solo di rinnovarlo. Per questo motivo la disdetta è gratuita, a differenza del recesso che quasi sempre presuppone la corresponsione alla controparte di una certa somma. Il diritto di disdetta, comunque, deve essere esercitato con un certo periodo di anticipo, che è quello indicato dalla legge o che è previsto direttamente dal contratto in questione. Al contrario, il recesso è possibile sempre.