La SEO, cioè la grande branca che studia il posizionamento dei siti web sui motori di ricerca, evolve di continuo. Nonostante le AI e le nuove tecnologie possano far credere che non abbia più senso investire in questo tipo di attività, i recenti aggiornamenti dei motori di ricerca, Google in primis, dimostrano tutto il contrario.
Fare SEO oggi è una sfida più che in passato proprio perché, come vedremo, gran parte del merito si fonda sulla qualità. Si tratta di un valore centrale per garantire agli utenti un’esperienza di navigazione impeccabile e, soprattutto, al sicuro dai rischi oscuri della rete e da contenuti non veritieri o inaffidabili.
Visto l’aumento progressivo di siti web e di potenziali concorrenti, oggi più che mai diventa necessario misurarsi con strategie e attività professionali, evitando di bruciare budget con tentativi randomici e fai-da-te. Trovare un partner serio e professionale di cui fidarsi è fondamentale per scalare la SERP dei risultati e portare a segno obiettivi tangibili di posizionamento.
Come fare SEO nel 2024? Lo abbiamo chiesto a Quindo agenzia SEO, di seguito quanto ci hanno suggerito.
Indice
Fare SEO oggi: una fotografia del web nel 2024
A seguito degli ultimi aggiornamenti dell’algoritmo di Google e alla promozione delle politiche anti-spam insite nel recente Core Update, molti siti web hanno perso parecchie posizioni sulla SERP. Le oscillazioni registrate, per lo meno tra chi è del settore, hanno fatto tremare il web per qualche giorno per poi tornare presto alla normalità.
Cosa è successo?Come al solito si è verificato un momento di “tilt” causato da un aggiornamento di Google, uno dei tanti che il colosso del web mette in atto per garantire la sua mission: offrire la miglior esperienza di navigazione possibile.
L’aggiornamento più recente, come accade spesso in questi casi, ha determinato una riorganizzazione dei risultati di ricerca, il che significa che laddove ci sono stati siti web scesi in basso, ce ne sono stati altri che sono saliti in alto.
Cosa succederà in futuro e perché Google ha causato tutto questo?
L'ultimo Core update di Google porta con sé una modifica nel modo in cui lo stesso valuta l'utilità dei contenuti: oltre all'approccio tradizionale, da oggi in poi, vengono utilizzati una varietà di segnali aggiuntivi volti a stanare contenuti copiati, generati da AI, di scarsa qualità e non verificati.
I siti web che offrono contenuti autentici, informativi e pertinenti, quindi, continueranno ad essere premiati. Per questo investire nella creazione di contenuti di alta qualità è ciò che permetterà di beneficiare di un miglior posizionamento, al netto di quantità di pubblicazioni o altri riferimenti simili.
Questo significa che non è più possibile utilizzare le AI? Certo che no ma, visto il modo con cui i motori di ricerca valutano la qualità informativa dei contenuti, forse è più proficuo utilizzarle per altre attività come la ricerca di parole chiave, il brainstorming di titoli per i piani editoriali e così via.
Su cosa è meglio concentrarsi?
L'ottimizzazione tecnica del sito e la ricerca delle parole chiave rimangono fondamentali per una buona strategia SEO. A tutto ciò va a sommarsi il modo con cui gli algoritmi individuano pertinenza, qualità e fondatezza di un contenuto e, soprattutto, i nuovi standard della comunità.
Restano centrali la velocità di caricamento, l'usabilità mobile e altri fattori tecnici già validati con altri update passati ma, in aggiunta, i bot scansioneranno con più attenzione l’uso delle parole chiave e le strategie di backlink in atto.
Le nuove politiche anti-spam di Google, infatti, penalizzeranno tutte le pratiche manipolative della link building, tra cui l’abuso di domini scaduti e l’utilizzo improprio della reputazione di siti web autorevoli.