Marketing

Come destare interesse nei lettori: il valore dei dati nel Content Marketing

Valore dei dati nel content marketing
Contenuto curato da Massimo Chioni

Nel content marketing  i dati svolgono un ruolo di fondamentale importanza: tutti noi, infatti, siamo portati a ritenere più veritiere le affermazioni che sono supportate dai numeri. Qualsiasi informazione che venga integrata con dei dati viene considerata più valida, a prescindere dall'ambito di riferimento.

Il valore dei dati

contenuti che in Rete ottengono più successo sono, nella maggior parte dei casi, quelli che condividono dati originali che rappresentano un valore aggiunto per i lettori e per il target di riferimento. Affinché un contenuto possa essere reputato vincente e risultare tale, infatti, non ci si può limitare unicamente a promuovere, a condividere o a spiegare una tesi, ma è bene anche aggiungere delle evidenze statistiche che generino delle correlazioni. Insomma, i dati sono indispensabili per supportare e per confermare la bontà di ciò di cui si parla, indipendentemente dal formato che viene adottato per comunicarli.

I formati

In Rete, in effetti, sono numerosi i formati su cui si può fare affidamento per comunicare dei dati: un white paper o un post su un blog, per esempio, ma anche una presentazione che viene pubblicata su Slideshare o persino un video. Una notevole efficacia, poi, è quella che viene garantita dalle infografiche, che hanno il pregio di assicurare un impatto visivo immediato sintetizzando e riportando informazioni di ogni genere. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, sul web vengono pubblicati tantissimi contenuti di basso valore, che finiscono per dare vita a un magma indistinto dal quale - purtroppo - è difficile elevarsi: ecco, dunque, che i dati offrono un prezioso sostegno da questo punto di vista, facendo in modo che le informazioni più rilevanti possano emergere.

A che cosa servono i numeri

I numeri permettono l'estrazione di statistiche, le quali a loro volta sono alla base della creazione di informazioni. Come sempre quando si parla di content marketing, comunque, la prima azione da compiere consiste nell'identificare con la massima precisione possibile il pubblico a cui ci si vuole rivolgere; solo a quel punto si potrà cominciare a sviluppare un contenuto, mettendosi in cerca di dati con cui puntellarlo. I dati possono essere di due tipi: di dominio pubblico, e quindi da riutilizzare, oppure proprietari, e quindi sviluppati in prima persona.

I dati proprietari

Per avere a disposizione dei dati proprietari ci si può rivolgere ad enti specializzati per commissionare loro delle ricerche ad hoc; essi consentono di beneficiare di un ritorno dell'investimento ottimale dal punto di vista dei risultati auspicabili. Il traffico referral, il numero di backlink che vengono acquisiti, il numero di menzioni su blog del settore e il numero di condivisioni sui social network sono fattori decisivi per il miglioramento della visibilità su Google. I dati proprietari possono essere organizzati con grande semplicità, e sono il punto di partenza per l'estrazione di statistiche e di tesi che potranno essere condivise con i lettori. Certo, non è detto che un'azienda possa contare sui big data, soprattutto se si tratta di una realtà di piccole dimensioni. Ci si può rivolgere, allora, a fonti di informazioni numeriche diverse, come per esempio le analisi dei trend settoriali, il social monitoring e gli strumenti di analytics di un sito.

I dati riutilizzati

Proprio per questa ragione, nel contesto del content marketing la pratica più diffusa è quella che prevede il riutilizzo dei dati. Anche in questo caso, si può andare incontro a inconvenienti o ad ostacoli da superare: per esempio ci si potrebbe imbattere in ricerche settoriali che non sono fruibili per tutti i destinatari, magari presenti in testi troppo lunghi o comunque diffuse in formati poco invitanti. Per riutilizzare i dati e le ricerche altrui è indispensabile chiedere il consenso dei soggetti che li hanno prodotti. Non va sottovalutata, poi, l'utilità delle indagini settoriali di pubblico dominio: sul web esistono varie fonti, come per esempio Google Public Data e DatiOpen.it, che permettono di attingere dati settoriali.

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