Innovazione

Tablet rugged: dispositivi robusti, quasi indistruttibili, per il lavoro fuori ufficio

Tablet rugged
Contenuto curato da Massimo Chioni

I tablet rugged sono disponibili in diversi livelli di robustezza e possono andare a soddisfare diverse esigenze negli ambienti lavorativi tra i più disparati e impegnativi, mediante investimenti pensati sull’obiettivo in un’ottica di durabilità e continuità operativa.

Sono diversi i criteri di scelta per un dispositivo rugged, che dipendono naturalmente sia da quali sono le esigenze di una data azienda sia da quali sono le condizioni di lavoro degli operai che dovranno usarli. In generale, comunque, sono dispositivi altamente tecnologici, sviluppati da aziende specifiche, pensati per resistere in contesti estremi, come quelli con forti variazioni di temperatura, e dove è facile che il dispositivo cada anche da altezze elevate. Abbiamo parlato dei tablet rugged con specialisti di questo settore: il team di RuggTek, a seguire un sunto della nostra chiacchierata.

La ruggedness dei dispositivi

Caratteristica che fa la differenza in dispositivi di questo genere è la ruggednes: un dispositivo si può cioè definire rugged solo se è molto robusto, solido e resistente. Si tratta di definizioni piuttosto generiche se si riferiscono a contesti industriali che richiedono dei precisi parametri di riferimento.

Ecco quindi che la robustezza indica la capacità di un prodotto di funzionare in ogni condizione, in ambienti non semplici e ostili, permettendo sempre operatività in un sufficiente lasso di tempo. Va considerato, però, che un grado di ruggedness può essere adatto a un contesto ma non ad altri che richiedono specifiche ancora più estreme. Ecco perché va definita testando come si comporta il dispositivo in condizioni ambientali specifiche: per esempio si può testare la sua resistenza a vibrazioni e movimenti improvvisi, la sua resistenza all’acqua, alla polvere, alle temperature molto alte e molto basse, il tutto basandosi su degli standard specifici, i MIL-STD-810G.

Gli standard sopra indicati prevedono delle classi di resistenza per dispositivi ad uso militare che si definiscono in un processo che comprende 28 test di laboratorio in diversi ambienti. Attualmente, nessun dispositivo rugged è stato testato con tutti e 28 i metodi, ma di solito sono 8 o 10 soprattutto in virtù del fatto che molti test non sono coerenti con le modalità d’uso civile.

Le diverse categorie di robustezza

La robustezza è una sintesi di diversi fattori, come protezioni esterne e interne, il processo di fabbricazione, la scelta e l’assemblaggio delle componenti, l’eliminazione delle parti in movimento, la sigillatura contro liquidi, gas e polveri, i sistemi di raffreddamento. Tre sono, di base, le categorie di ruggedization:

  • Business-rugged. Hanno caratteristiche per essere durevoli nel tempo, quindi presentano degli hard disk particolarmente resistenti a ogni shock, bordi in gomma e molti altri rinforzi allo chassis.
  • Semi-rugged, prodotti che hanno una durata inferiore ma costano anche meno, e resistono comunque a urti, graffi, sbalzi termici e a polvere e acqua. Inoltre, garantiscono una protezione di base alle vibrazioni. Sono sistemi caratterizzati dal ruggedization process, con uso dei medesimi componenti dei dispositivi consumer ma protetti meglio.
  • Fully-rugged, prodotti concepiti per funzionare ovunque, anche in condizioni atmosferiche estreme. Si tratta quindi di dispositivi waterproof, completamente sigillati contro le polveri, resistenti a shock, vibrazioni, cadute su cemento anche da altezze di quasi due metri e non hanno parti in movimento (quindi i dischi sono allo stato solido, e non ci sono ventole di raffreddamento). Sono chiamati anche ultra-rugged.

Si tratta – è bene dirlo – di una suddivisione non standard e non ufficiale, che però nel tempo si è imposta per motivi commerciali, per differenziare i vari sistemi in caratteristiche diverse di un dato produttore, fattore che lascia una certa libertà interpretativa mitigata dalla pratica corrente di precisare per tutti i sistemi i test MIL-STD a cui sono stati sottoposti.

C’è da precisare che il MIL-STD-810G non impone standard specifici, ma spiega come condurre certi test e per questo è fattore positivo per tutti i produttori mettere a disposizione informazioni ben precise non solo sui test effettuati, ma anche sul modo in cui sono stati effettuati e con quali risultati. Ecco perché non è sufficiente specificare che un dispositivo è stato testato su base MIL-STD-810G.

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