Innovazione

PlayApartTogether: i videogiochi multiplayer e l’iniziativa dell’OMS per fronteggiare il distanziamento sociale da Coronavirus

PlayApartTogether
Contenuto curato da Massimo Chioni

Con la collaborazione di alcune aziende di videogiochi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità per far fronte all’emergenza del coronavirus e alla pandemia che ne è derivata ha avviato una campagna che invita le persone a non uscire di casa e ad approfittarne per dedicarsi proprio ai videogame. L’iniziativa, denominata #PlayApartTogether, ha coinvolto tra l’altro Riot Games, che è la casa di produzione di League of Legends, e Blizzard, che invece è a capo di World of Warcraft.

Un invito a rimanere a casa

Come è facile intuire, l’obiettivo principale che questo progetto si propone di conseguire è quello di stimolare le persone ad adattarsi ai suggerimenti relativi al distanziamento sociale allo scopo di contrastare la diffusione del Covid-19: d’altro canto si può giocare ai videogame con gli amici anche stando a casa, sfruttando la modalità online. L’Oms ha sottolineato che i videogiochi consentono a chi vi si dedica di distrarsi e, di conseguenza, esercitano un potere terapeutico molto più efficace di quel che si potrebbe immaginare. Insomma, con le iniziative di PlayApartTogether, davanti alla PlayStation o alle altre consolle ci si può cimentare in attività che non sono solo coinvolgenti, ma che favoriscono anche la socialità: merito delle modalità multiplayer online grazie a cui i giocatori hanno l’opportunità di condividere la propria esperienza.

Prevenire il virus

In settimane in cui la sola soluzione possibile per prevenire ed evitare il contagio da coronavirus è rappresentata dal distanziamento sociale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha voluto chiamare in causa marchi importanti del settore in modo da comunicare un messaggio prezioso a milioni e milioni di persone in tutto il mondo. Un percorso simile era già stato avviato da alcuni giorni da Microsoft, che a sua volta aveva esso l’accento sulle potenzialità educative che contraddistinguono i videogame. Nei prossimi tre mesi, fino alla fine di giugno, il titolo Minecraft, che riscuote un enorme successo tra i più giovani, metterà a disposizione contenuti educativi a titolo gratuito, così che i bambini potranno imparare le basi di programmazione o, tra l’altro, visitare in modalità virtuale la Stazione Spaziale Internazionale.

E il gaming disorder?

Fa sorridere pensare al fatto che lo scorso anno la dipendenza da videogiochi era stata definita una malattia proprio dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che aveva annoverato il gaming disorder tra le forme di dipendenza. Per altro, quella classificazione aveva suscitato un forte dibattito a livello scientifico e accademico. Il gaming disorder era stato definito come un insieme di comportamenti che denotano un mancato controllo sul gioco, non solo online ma anche offline. Oggi, invece, l’allarme sanitario della pandemia ha indotto a guardare l’altro lato della medaglia, permettendo di capire che i videogame hanno anche qualità positive e possono essere considerati come dei veri e propri mezzi di comunicazione.

Un rapporto ravvicinato con i videogiochi

Nel contesto del PlayApartTogether sono state messe a punto varie iniziative per favorire un contatto più diretto con i videogiochi. Unity, per esempio, sulla propria piattaforma di sviluppo ha messo a disposizione lezioni gratuite per tre mesi, unicamente ad esercitazioni ad hoc, utili per conoscere le fondamenta dello sviluppo di videogame: un modo utile per mettere a frutto il periodo della quarantena. Le lezioni hanno preso il via pochi giorni fa e sono state organizzati in moduli, così da assecondare le varie opzioni di fruizione da parte degli utenti. Lo scopo che ci si propone di perseguire consiste non solo nel fare sì che le persone restino a casa, ma anche nel creare una maggiore consapevolezza a proposito del mondo dei videogame. Sia giocandoci che direttamente creandoli.

Il progetto di Riot Games

Riot Games, a sua volta, per il PlayApartTogether ha previsto un’iniziativa sulla stessa linea d’onda, mettendo a disposizione una sessione gratuita di formazione per la progettazione di giochi online che è stata concepita per i ragazzi tra i 10 e i 19 anni. Si tratta di un programma che in origine era stato sviluppato per uno svolgimento in aula ma che, comunque, può essere fruito anche da casa.

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