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Musica Trap: la comunicazione mediocre e il talento comunicativo dei trapper, intervista a Alberto Chioni

Trapper - musica trap
Contenuto curato da Massimo Chioni

Il mondo della trap è spesso visto dagli adulti con gli occhi del pregiudizio: i "grandi" attribuiscono a questo genere musicale, e soprattutto ai suoi testi, una connotazione negativa, e così finiscono per sottovalutare e per ignorare il suo potere persuasivo. Eppure di fronte a un successo tanto travolgente vale la pena di fermarsi a riflettere e di interrogarsi, anche per capire le origini e lo sviluppo del fenomeno: questo è il motivo per il quale abbiamo voluto approfondire l’argomento con un giovane compositore e musicista, Alberto Chioni, che ci aiuta ad addentrarci nell'universo della trap. Alberto, che studia al liceo musicale, ha deciso di trasformare la musica nel proprio avvenire, suona dal jazz al pop, ma ha anche collaborato con vari trapper per creare basi musicali di tutto rispetto.

Alberto, perché secondo te la musica trap ha così tanto successo al giorno d'oggi?

Non si può negare che il trap sia intriso di mediocrità, e purtroppo la mediocrità è la cifra distintiva della società di oggi: una società che è di sicuro globalizzata e aperta, ma che è anche e soprattutto dominata dalla cultura del mediocre, a dispetto delle molteplici opportunità che essa mette a disposizione. La mediocrità, purtroppo, interessa tutti gli aspetti della quotidianità: basti pensare alla qualità di ciò che spesso mangiamo.

Quindi pensi che i trapper sguazzino in questo contesto?

trapper nella maggior parte dei casi provengono dalle periferie e si dedicano a un genere musicale che va al di là di ogni schema ricorrente: in un certo senso non è possibile ingabbiarlo in una categoria ben precisa e forse sarebbe anche sbagliato farlo. Il mondo della musica, per altro, offre un vasto assortimento di esempi di quella mediocrità a cui facevo cenno in precedenza. Eppure il trap ha dato vita a una vera e propria frattura rispetto al passato, e ha rivoluzionato il paradigma in vigore fino a pochi anni fa. Il risultato è che non si mette in risalto la musicalità in sé, ma si valorizza soprattutto l'essere del trapper.

Ci aiuti a capire chi sono i trapper?

I trapper sono entrati quasi a gamba tesa nella scena musicale del nostro Paese, e in molti casi arrivano dalle borgate delle metropoli, i quartieri di periferia delle grandi città a cui nessuno presta attenzione. Lo scenario di partenza è un contesto che non offre loro possibilità di crescita né occasioni di lavoro, magari con una famiglia a pezzi alle spalle. La musica diventa, di conseguenza, la sola via che è possibile percorrere per riscattarsi.

Il successo dei trapper è reale?

Diciamo che può essere quantificato con certezza: l'unità di misura è rappresentata dal numero di views su Youtube. Certo, poi con il successo arrivano i soldi dei download, quelli delle vendite dei dischi, quelli dei biglietti dei concerti. Il denaro non viene guadagnato e basta, ma viene ostentato e messo in mostra, perché fa capire che si è stati più bravi degli altri e che si è arrivati al successo: così si spiegano l'esibizione delle griffe, le citazioni dei marchi nei testi delle canzoni, i vestiti firmati indossati.

I trapper possono essere considerati un vero elemento di rottura?

Dal punto di vista politico e sociale sì, perché non di rado sono italiani di seconda generazione, e sfruttano la musica per farsi accettare pienamente in un contesto che probabilmente non li ha ancora riconosciuti: è come se con il successo riuscissero a ottenere un posto nel mondo. Sul piano del marketing musicale, invece, oggi è facile scavalcare il sistema in vigore un tempo, non si è più costretti a inviare un demo a una casa discografica, sottoporsi a mille audizioni, preoccuparsi della promozione, e così via. Il successo, oggi, è alla portata di chiunque.

Ed è un bene o un male?

Di certo il percorso che si doveva seguire in passato è cambiato, anche a causa del boom dei talent show. Un ruolo di primo piano è quello svolto dalla tecnologia: per incidere e realizzare un intero album, volendo, basta un computer. Dopodiché, quando le canzoni sono pronte, è possibile caricarle direttamente su Youtube e iniziare a promuoversi tramite i social network. Di conseguenza, le case discografiche arrivano dopo: non servono più a lanciare un artista, ma intervengono quando il fenomeno è già esploso.

Come ti spieghi il successo del trapper Young Signorino?

Young Signorino è un ragazzo di Cesena di 19 anni, pieno di tatuaggi in faccia. Vorrebbe diventare il Marilyn Manson de' noaltri, per altro alle spalle ha cliniche psichiatriche. Da musicista non posso affermare che sia un talento, ma bisogna dare atto al fatto che ha avuto un successo enorme! Di sicuro è un esempio che dimostra che per avere successo nella musica... non serve necessariamente essere dei musicisti.

Cosa contraddistingue un Trapper che riesce ad avere successo dagli altri?

Come ho anticipato non è la qualità della musica che conta. La loro vocalità è mediamente scarsa, tanto che l’autotune è diventato uno strumento intrinseco a questo genere. Ma ai ragazzi non interessano, quello che conta è il messaggio che trasmettono, tipico dell'epoca odierna: chiunque può arrivare al successo, anche un mediocre e chi non vuole avere successo? La mediocrità di cui si parlava in precedenza non è un difetto da nascondere, ma un vanto da ostentare, lo strumento che permette di arricchirsi e di diventare famosi. E i ragazzi della generazione Z si immedesimano e il trap continua a crescere.
Credo che il telento dei trapper di successo non sia strettamente legato ai canonici fattori musicali, bensì è un talento comunicativo: più i ragazzini si immedesimano in loro e nei loro testi e più grande è il loro successo.

La musica trap ha dei valori?

Se ce li ha, non sono positivi: basta pensare al modo in cui vengono apostrofate le donne, agli attacchi sessisti, e così via. Sono testi che inorridiscono i genitori e per lo stesso motivo attirano gli adolescenti. Se a questo aggiungiamo l'esaltazione delle droghe, è difficile associare un valore positivo ai messaggi che vengono trasmessi. Su un piano più filosofico, l'individualismo e il menefreghismo sono gli stili di vita che vengono promossi. Insomma, qui non si tratta di difendere la libertà di espressione, perché questa non dovrebbe mai andare a discapito della dignità delle altre persone.

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