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Come fare Storybranding: chi siamo e chi vorremmo essere

Storybranding
Contenuto curato da Massimo Chioni

Fare storybranding significa comunicare al mondo le caratteristiche professionali che rendono unica la nostra attività,  identificando e mettendo in evidenza i punti di forza della nostra azienda.

Come concretizzare questo obiettivo? Prima di tutto siamo chiamati a esplorare la nostra realtà, anche per definirci in relazione al mondo che ci circonda: il nostro compito principale è quello di capire quale ruolo ricopre la nostra azienda nel contesto di una sottile trama che deve essere costruita, in modo tale che riusciremo a osservare il mondo con uno sguardo inedito. Nell'ambito di tutto il processo di creazione di uno storybrand, questa rappresenta la fase più delicata, se non addirittura critica.

Come fare storybranding

La conoscenza di sé stessi è indispensabile ai fini della costruzione della propria storia professionale, ma altrettanto importante è essere ben consapevoli del target a cui ci vogliamo rivolgere. Dobbiamo capire, insomma, chi potrebbe essere interessato a conoscere e ascoltare la nostra storia: solo in tal modo questa stessa storia può entrare in rapporto con le storie degli altri e divenire una esperienza da condividere. Il successo si può conquistare solo se si è capaci di fare riferimento alle altre persone e per riuscirci non si può fare a meno di imparare a conoscere.

Chi siamo e chi vorremmo essere

Se il primo step consiste nel capire e definire chi siamo, quello successivo prevede di stabilire chi vogliamo essere,  non dobbiamo solo deciderlo, ma anche agire attivamente per rendere reale la nostra visione. La costruzione di un nuovo sé dipende dall'assunzione di una vision ben precisa, che è utile per fare in modo che la nostra storia si possa basare su una promessa. Questa promessa è il punto di contatto tra il passato e il futuro: una volta stabilita, costituisce la stella polare da seguire in tutte le decisioni che si assumono e in tutti i comportamenti che si seguono. La promessa deve essere mantenuta: questo è il segreto per riuscire a distinguersi e per emergere tra gli altri, attraverso il racconto di una storia che è al tempo stesso professionale e personale. Nel momento in cui con lo storytelling raccontiamo la nostra storia, non possiamo fare a meno di puntare sulle emozioni di coloro a cui vogliamo arrivare. Questo è il principio alla base dell'engagement, il quale molto di rado nasce da numeri sterili o fredde statistiche, ma molto più di frequente proviene da aneddoti.

La scelta comunicativa

Per la creazione di uno storybrand c'è bisogno di una pianificazione strategica adeguata: insomma, una volta nato lo storybranding deve anche essere trasmesso e reso noto al resto del mondo. A tal proposito si può scegliere una vasta gamma di contenuti mirati: si può trattare di tweet ironici, di foto postate su Instagram, di contenuti scritti su un blog, di immagini condivise su Facebook, e così via. Tutte le attività di content marketing devono essere studiate e programmate con un piano editoriale. Chi vuole presentare al mondo la propria storia, oggi, è "obbligato", specialmente nel mondo del lavoro, a servirsi del web. La Rete, per altro, mette a disposizione una gamma di opzioni e di potenzialità tale da non porre limiti: che si tratti di scrivere qualcosa sul profilo Facebook aziendale o di girare un vlog settimanale, ognuno può scegliere in base alle proprie competenze e obiettivi.

L'importanza della coerenza

Uno degli aspetti più complicati relativi alla costruzione dello storybranding sta nella difficoltà di mantenere una coerenza perfetta tra tutti i contenuti che vengono pubblicati e tra tutte le azioni che vengono compiute: ma è proprio per questo motivo che il target deve essere definito in anticipo, così come a priori vanno decisi i contenuti che dovranno essere raccontati e il tone of voice che dovrà essere adottato.

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