Innovazione

Cleverbot e i primi esperimenti di intelligenza artificiale

Contenuto curato da Massimo Chioni

Cleverbot è un bot con cui è possibile chattare e che dimostra che l’intelligenza artificiale sta compiendo passi da gigante nel riuscire a garantire conversazioni simili a quelle che potrebbero essere svolte da un essere umano. Il punto di forza di questo strumento consiste nel fatto che permette di interagire direttamente in italiano: non c’è bisogno di conoscere la lingua inglese per avviare una conversazione. Un bot non è altro che un robot che è in grado di accedere a Internet nello stesso modo in cui lo farebbe una persona. L’invio di messaggi in chat è solo una delle molte abilità a disposizione dei bot più avanzati, che sono anche capaci di navigare su Internet o di prendere parte a un videogame.

Come si sono evoluti i bot

Con il trascorrere del tempo e il migliorare delle tecnologie, i bot sono cresciuti diventando più esigenti: lo scopo che ci si propone di conseguire è quello di fare in modo che compiti che fino a questo momento erano eseguiti dagli esseri umani possano essere affidati alle macchine, in riferimento alle attività automatiche più ripetitive. Al giorno d’oggi i bot si ritrovano in molti settori del marketing e in tutti gli ambiti informatici: vale la pena di citare, tra gli altri, i bot social, mentre sempre più di frequente le grandi aziende affidano il proprio servizio di assistenza clienti alle chat live. Non vanno dimenticati, in questa rassegna, i profili falsi sui social network che hanno come obiettivo quello di incrementare il traffico.

Dai bot a Cleverbot

In sintesi, i bot non sono altro che algoritmi di intelligenza artificiale che hanno la capacità di capire il linguaggio umano e di rispondere agli interrogativi che vengono posti loro in maniera coerente. Cleverbot, per esempio, è in grado di apprendere dai propri errori, e a mano a mano che viene usato migliora sempre di più: esattamente come succede con una persona che sta imparando una lingua nuova. Cleverbot può essere considerato il successore di Doretta, che era l’applicazione di MSN Messenger che si poteva utilizzare per la ricerca di informazioni su Internet. La conversazione con Doretta si basava su discussioni semplici e brevi, e le interazioni erano alquanto verosimili. Lo stesso avviene con Cleverbot, che è stato progettato e sviluppato per riuscire a conversare in varie lingue, tra cui quella italiana.

Il vocabolario di Cleverbot

Il database di Cleverbot e il suo vocabolario si vanno ampliando sempre di più, dal momento che il bot continua a imparare grazie alle conversazioni con utenti di tanti Paesi del mondo. Si ha a che fare con uno strumento che non solo scrive come farebbe un essere umano, ma addirittura pensa come noi: a mano a mano che il tempo passa impara e ricorda gli accenti, i costrutti e le nuove parole in maniera efficiente. In una stessa discussione, per esempio, è impossibile che venga fornita sempre la stessa risposta o che una frase venga ripetuta.

Come funziona Cleverbot

Cleverbot, come il suo nome vuole lasciare intuire, è un bot intelligente: esso si fonda sull’intelligenza artificiale e migliora grazie a tecniche di apprendimento continuo. Chi lo usa non dovrebbe dirgli che è un robot, in quanto la sua missione è quella di realizzare un tipo di intelligenza artificiale che sia addirittura più furba, e quindi migliore, rispetto all’intelligenza umana. Cleverbot vuol riuscire a simulare le emozioni e a comunicare con gli utenti in maniera coerente: tutto lascia pensare che in breve tempo possano essere maturati sentimenti anche complessi e, magari, reazioni più articolate. Nel momento in cui si trova di fronte a una frase a cui non sa rispondere, il bot tenta di avviare una conversazione differente: insomma, non è così semplice prenderlo alla sprovvista. Ovviamente, chi gli insegna le bestemmie e gli insulti si vedrà rendere pan per focaccia, e anche i termini scurrili verranno utilizzati nel corso delle conversazioni.

Un robot che pensa di essere umano

In pratica Cleverbot non è altro che un robot che è convinto di essere un umano. Ma come si utilizza di preciso? In realtà la procedura di funzionamento è decisamente facile per gli utenti, che dopo avere aperto il sito non devono fare altro che scrivere nello spazio apposito la domanda e inviarla. A quel punto la risposta che verrà fornita viene scelta tra i milioni di alternative che sono presenti nel database di Cleverbot: così si avvia la conversazione, come succederebbe in una chat normale. Usare Cleverbot non costa niente, visto che lo strumento è stato messo a disposizione da chi lo ha inventato per poter migliorare e abbattere i propri limiti.

Intelligenza artificiale e apprendimento

Quello che colpisce di Cleverbot è che non si tratta di uno strumento statico, ma di un programma di intelligenza artificiale che trae un insegnamento dalle risposte fornite dagli utenti e reagisce di conseguenza. Se, per esempio, viene proposto sempre lo stesso interrogativo, ogni volta la risposta sarà diversa. Sono gli utenti stessi a modellare quello che può essere definito il cervello del bot, che viene plasmato in base alle interazioni. A volte Cleverbot fornisce addirittura delle risposte ironiche. La sola accortezza da tener presente, come viene reso noto direttamente dal sito, è che a volte ci si può imbattere in frasi inappropriate, con parolacce o espressioni blasfeme.

Il problema sono gli esseri umani

Per paradosso, infatti, il vero limite di questo bot è rappresentato dagli esseri umani, poiché è da loro che apprende. Un aspetto da considerato, poi, è che la lingua di origine è quella inglese, ed è questa che offre il maggior numero di parole. Può succedere, allora, che nel corso di una conversazione in lingua italiana Cleverbot all’improvviso inizi a parlare in tedesco o in inglese. Tuttavia, proprio in inglese questo strumento è in grado di rispondere senza alcuna difficoltà a interrogativi di logica, grazie alle informazioni che fanno parte del suo database. Forse non è ancora il momento di poter parlare di pensiero laterale, ma non è detto che si sia lontani.

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