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Clean Master: antivirus per Android

Clean Master
Contenuto curato da Massimo Chioni

Chiunque abbia uno smartphone con sistema operativo Android sa bene che Clean Master Antivirus è uno dei migliori strumenti che possano essere utilizzati per l’ottimizzazione e per la pulizia del dispositivo. Su Google Play Store sono più di 43 milioni le recensioni dedicate a questa risorsa, e quasi tutte sono di tenore positivo; tuttavia ci sono ancora un sacco di persone che manifestano un certo scetticismo in proposito, avendo il timore che le prestazioni del sistema possano essere compromesse da un’app simile. Eppure Clean Master mette a disposizione un vasto assortimento di funzioni, che spaziano dalla disponibilità di un pulitore apposito per Whatsapp al controllo delle notifiche delle applicazioni dei social network.

I pro e i contro degli strumenti di pulizia

Va detto, comunque, che i timori dei più scettici non sono del tutto infondati, nel senso che da un lato gli strumenti di pulizia sono in grado di liberare un bel po’ di spazio, ma dall’altro lato rischiano di diminuire la durata della batteria e di alterare le prestazioni del sistema. Non tutti gli strumenti hanno questi difetti, ovviamente.

Come si usa l’antivirus di Clean Master

Per attivare lo strumento antivirus di Clean Master è sufficiente recarsi sulla schermata principale e fare clic sul tasto relativo: a quel punto nel giro di una decina di secondi viene eseguita dal programma una scansione di sicurezza. Nel corso di questa scansione viene accertata la presenza di eventuali vulnerabilità e vengono verificate le app dannose, anche se al termine l’utente non può visualizzare un report in cui sia illustrato quali app e quali directory sono state prese in esame. Un altro potenziale punto debole riguarda il fatto che non è possibile variare la tipologia di scansione. Si fanno apprezzare, d’altro canto, i promemoria che riguardano gli aggiornamenti che è necessario effettuare. È possibile decidere se aggiornare tutti i giorni o se optare per una cadenza diversa: per esempio una volta ogni tre giorni o una volta ogni cinque giorni.

Il raffreddamento della CPU

Come è noto, la CPU di un telefono rischia di essere messa a dura prova nel caso in cui venga tenuto aperto un numero eccessivo di processi in background o di applicazioni, dal momento che in una situazione del genere si può verificare un surriscaldamento, da cui possono derivare conseguenze negative: per esempio un decadimento delle batterie agli ioni di litio, ma anche una significativa riduzione della durata della stessa CPU. Nei peggiori dei casi, poi, è possibile perfino che il dispositivo risulti inutilizzabile. Questo problema, con Android, può essere prevenuto grazie alla disponibilità di alcune funzionalità integrate, come per esempio la limitazione delle risorse e della tensione nel caso in cui venisse registrato un surriscaldamento della CPU. Clean Master interviene sotto questo profilo aumentando la trasparenza per gli utenti. Per esempio, è possibile sapere se la temperatura della CPU si mantiene al di sotto dei limiti consueti grazie a un’icona che riproduce un termometro: se lo sfondo è blu vuol dire che va tutto bene, mentre se lo sfondo è rosso è in corso un surriscaldamento, e saranno attivate delle specifiche notifiche.

L’uso anomalo della RAM

Un altro strumento di ottimizzazione di cui si può usufruire grazie a Clean Master è rappresentato dal rilevamento di uso anomalo della RAM. In pratica, nel momento in cui un’app sfrutta la RAM oltre un determinato livello, si attiva il rilevatore: una situazione del genere, infatti, può essere la conseguenza della presenza di malware, e in ogni caso potrebbe causare un rallentamento delle risorse. Si tratta di uno strumento utile per contrastare l’azione dei virus e, al tempo stesso, per potenziare le prestazioni.

Clean Master è facile da usare?

La semplicità di utilizzo è senza alcun dubbio uno dei punti di forza di Clean Master: per esempio, il download dal Google Play Store e la procedura di installazione nel complesso durano meno di un minuto. Non vengono presentate richieste di installazione di app supplementari, ma se si ha a che fare con uno smartphone che possiede una RAM da meno di 1 giga si può comunque fare riferimento a Clean Master Lite, che è una versione più leggera destinata agli hardware meno performanti: anche questa è molto apprezzata dagli utenti, come dimostrano gli oltre 50 milioni di download.

L’usabilità dell’app

È un po’ impegnativo riuscire a individuare le risorse di supporto, ma per il resto la navigazione all’interno dell’app Clean Master è piuttosto facile. Molto utili sono i due indicatori a tachimetro che vengono mostrati sul pannello di controllo principale e che permettono di verificare quanta memoria si ha a disposizione e quanta RAM viene utilizzata. La pagina Strumenti permette di accedere allo strumento per il monitoraggio della ricarica e al Whatsapp Cleaner, che si possono considerare strumenti di secondaria importanza.

La pulizia dei file spazzatura

La funzione di pulizia di file spazzatura ha lo scopo di liberare dal device la maggiore quantità possibile di spazio in maniera sicura. Il lavoro di ricercare tra le cartelle e i file che possono essere cancellati è più che accurato. Tanti file di cui si può fare a meno vengono eliminati, e ciò si traduce in un notevole risparmio dal punto di vista della capacità della memoria. I file che vengono contrassegnati per essere rimossi sono indicati dal pulitore. Clean Master, inoltre, è prezioso per cancellare i file spazzatura residui, che corrispondono ai file di configurazione che i programmi rimossi lasciano sul device. È decisamente utile anche lo scanner della posta indesiderata, che a sua volta rimuove molti file, tra cui le memorie di sistema di varie app.

I file APK obsoleti

Quasi tutti i file spazzatura rientrano nella categoria dei file APK obsoleti. L’acronimo APK sta per Android Package Kit, e indica quegli elementi che sono usati per l’installazione e la distribuzione dei programmi Android. A volte si può trattare di file di sistema che non sono stati cancellati dall’utente, mentre in altri casi possono essere file realizzati da un’app di backup: in tale eventualità è evidente che non devono essere rimossi.

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