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App Immuni: cos'è, a cosa serve e come funziona la app per contrastare il Coronavirus

app immuni
Contenuto curato da Massimo Chioni

L’emergenza Coronavirus non può ancora dirsi un lontano ricordo. Da pochi giorni siamo entrati nella cosiddetta “Fase 2” che tante critiche ha sollevato, ma che ha consentito una parziale ripartenza del Paese, segnando di fatto l’inizio di quel periodo di convivenza con il virus necessario per la ripresa delle attività lavorative e dei consumi di milioni di italiani.

Nelle ultime settimane si è parlato diffusamente di quali strumenti mettere in campo per garantire un contrasto efficace alla diffusione del Covid-19; dalla ricerca di una cura che possa consentire la limitazione dei sintomi, a un vaccino efficace che consenta di immunizzare gran parte della popolazione, all’utilizzo di tamponi su gran parte della popolazione fino ai test sierologici, che consentano di sapere quanti hanno effettivamente contratto il virus e quanti ne hanno sviluppato gli anticorpi.

Un altro aspetto del quale si parla molto in questi giorni, ma che ancora risulta essere in cantiere, è la cosiddetta App Immuni; si tratta, in estrema sintesi, di un’applicazione di tracciamento di soggetti che hanno contratto il Covid-19, ma sul cui funzionamento e disponibilità ancora non si sa realmente tutto.

Per il momento sembra che la sua presenza sulle piattaforme iOs ed Android sia prevista potenzialmente per la fine di Maggio 2020, con la speranza che l’utilità della stessa sia davvero confermata.

Ma vediamo insieme cos’è nel dettaglio l’App Immuni e quali dovrebbero essere le sue modalità di utilizzo.

App Immuni: di cosa si tratta

Immuni è un’app di tracciamento realizzata dalla PMI Bending Spoons, il cui nome tradisce l’origine 100% italiana (l’azienda è situata a Milano, in Corso Como), e frutto della collaborazione con la martech company italiana Jakala e con il Centro Medico Santagostino di Bologna.

Si tratta di un’applicazione di tracciamento, che consente di individuare gli spostamenti ed i potenziali contatti che un soggetto risultato positivo al Covid-19 ha avuto nell’arco di un determinato lasso di tempo.

Le motivazioni che hanno portato all’ideazione di questa App, che ricordiamo è ancora in fase di definizione e non è ancora possibile scaricare ed utilizzare, sono essenzialmente le seguenti:

  • contrastare in misura efficace l’avanzamento del Coronavirus sul territorio nazionale;
  • definire un metodo di tracciamento che consenta di verificare l’evoluzione del virus, senza dover intaccare la privacy degli utenti che la utilizzano (è norizia di pochi giorni fa che Bending Spoons ha scelto di conformarsi al modello di privacy di Apple e Google, un modello decentralizzato che consente di garantire la tutela e l’uso anonimo dei dati degli utenti, senza intaccarne la privacy).

L’App Immuni, almeno per la prima fase della sua esistenza, sarà scaricabile liberamente su dispositivi iOs ed Android, senza alcun costo e con pochi click, semplicemente accedendo allo store.

Non esiste ancora una data di rilascio definitiva, si parla attualmente della fine del mese di Maggio, ma si prevede un iniziale utilizzo in alcune zone d’Italia scelte come “tester”, per prevedere in seguito il libero utilizzo su tutto il territorio italiano.

Funzionamento dell’App Immuni: cosa sappiamo con certezza

Un aspetto che subito risalta, relativamente all’App Immuni, è il non utilizzo del gps per il contact tracing degli utenti che vorranno usarla, aspetto che iniziamente sembrava essere possibile e che aveva generato non poche polemiche relative al rispetto della privacy.

Immuni, una volta installata, sfrutterà la tecnologia bluetooth, con la cosiddetta modalità di Bluetooth Low Energy.

In parole semplici il nostro dispositivo inizierà ad effettuare degli scambi di informazione con i dispositivi di altri utenti situati nel raggio di pochi metri; nel momento in cui avverrà questo scambio, l’app creerà una traccia dell’incontro avvenuto, trasferendola in seguito ad un server centrale.

Prestate attenzione! Non si tratta di dati di geolocalizzazione, ma di codici identificativi anonimi crittografati, che riescono a creare lo storico delle persone con le quali siamo venute a contatto in un determinato periodo di tempo, senza dare informazioni sulla loro identità.

Oltre al tracciamento con Bluetooth vi è anche una seconda funzione dell’App, ossia la possibilità di creare una cartella clinica con le nostre principali informazioni mediche (oltre al sesso e l’età, le nostre precedenti patologie, le attuali sintomatologie, l’utilizzo di farmaci…). Questo diario potrà essere aggiornato quotidianamente, con la possibilità di poter inserire eventuali cambiamenti del nostro stato di salute e sintomi potenzialmente riconducibili al Covid-19, cosa che comunque non è garanzia di aver effettivamente contratto il virus.

Il funzionamento dell’App Immuni dovrebbe essere più o meno il seguente (ricordiamo che si tratta di un’applicazione ancora in via di definizione, non presente alla data odierna su alcuno store e quindi non liberamente scaricabile ed utilizzabile).

  • Successivamente all’installazione di Immuni si dovrebbe presentare a noi una schermata che richiede l’autorizzazione a scambiare informazioni mediante la tecnologia Bluetooth, e questo comporta che non verranno rilasciate informazioni private su di noi e sulla nostra posizione.
  • Qualora si risultasse positivi al test per il Coronavirus, l’operatore sanitario che ha effettuato il test ha modo di rilasciarci un codice unico che andrà inserito in un’apposita schermata di Immuni; in pratica andremo a condividere il risultato del nostro esame clinico, ma senza dare informazioni sensibili, mantenendo così il totale anonimato. Una volta inserito il codice ci verrà, difatti, ribadito che i nostri dati ed il relativo test non saranno inviati a terzi.
  • La particolarità di Immuni sta nel fatto che se due persone hanno l’App funzionante, vengono a contatto tra di loro per un determinato periodo di tempo, e una delle due persone risulta essere positiva al test per il Coronavirus, la persona che è stata a contatto con il positivo riceverà una notifica da un sistema di alert elaborato da Immuni stesso.

La notifica servirà ad informarci che siamo venuti a contatto con un soggetto risultato sicuramente positivo al test, ma non verranno date informazioni circa il luogo, l’orario ed i dati della persona, sarà disponibile soltanto la data nel quale è avvenuto il contatto, per tutelare la privacy di quel soggetto.

App Immuni: obbligatoria o volontaria?

La polemica scaturita nel corso delle ultime settimane sull’App Immuni riguarda principalmente la questione della privacy di chi la utilizza; il timore è che i dati che vengono generati possano poi essere utilizzati per altri fini, diversi da quelli di tracciamento per scongiurare l’avanzamento del virus.

Si è molto dibattutto anche sulla reale utilità di quest’applicazione, che per poter funzionare realmente deve essere scaricata ed utilizzata da un numero elevato di persone; c’è anche chi ha pensato che si prevedesse l’obbligo di utilizzo per tutta la popolazione italiana, creando un ulteriore dibattito politico.

Un chiarimento ufficiale è arrivato con l’emanazione del Decreto-legge 30 aprile 2020, n. 28, che afferma con forza che non si è obbligati in alcun modo ad installare Immuni, e che non sarà fatta alcuna forma di discriminazione o restrizione alcuna per tutti coloro che non la vorranno installare.

Se da una parte questo chiarimento si è reso necessario, dall’altra si pensa che la non obbligatorietà di Immuni porti ad uno scarso utilizzo reale, diventando sostanzialmente un’applicazione inutile; anche per questo sono allo studio delle forme di incentivo volte a far installare l’App da un numero elevato di persone.

Per quanto riguarda la questione ancor più scottante, ossia l’uso dei dati che saranno generati, si è stabilito che questi verranno eliminati definitivamente al termine dell’emergenza Covid-19, in ogni caso non al più tardi del 31 Dicembre 2020.

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